Esteri

Von der Leyen: “Putin vuole imporre a Kiev l’inaccettabile. Mai più gas russo”

07
Maggio 2025
Di Ilaria Donatio

Un nuovo momento decisivo per l’Europa, a ottant’anni dalla liberazione dal nazifascismo. È con questa cornice storica che Ursula von der Leyen si rivolge all’Europarlamento per ribadire la linea di Bruxelles sulla guerra in Ucraina, sottolineando che il futuro non riguarda solo Kiev, ma l’intero continente.

“Abbiamo visto tutti come negozia la Russia. Bombarda. Intimidisce. Seppellisce le promesse sotto le macerie. Putin vuole costringere l’Ucraina ad accettare l’inaccettabile”, ha detto la presidente della Commissione europea, tracciando un parallelo tra la lotta dell’Ucraina e la difesa dei valori fondativi dell’Europa. “Una pace giusta e duratura, che garantisca la sovranità dell’Ucraina, ne rispetti l’integrità territoriale e ne sostenga le aspirazioni europee. Questo è il bivio che ci troviamo di fronte. E per l’Europa la posta in gioco è enorme”.

Secondo von der Leyen, l’esito del conflitto segnerà il destino geopolitico del continente: “La guerra in Ucraina finirà prima o poi. E il modo in cui finirà plasmerà il nostro continente per le generazioni a venire. Il futuro degli ucraini è in gioco, ma lo è anche il nostro”.
Un accordo di pace sfavorevole, ha avvertito, “potrebbe incoraggiare Putin a tornare a chiedere di più. Sarebbe la ricetta per maggiore instabilità e insicurezza. Invece, una pace giusta e duratura potrebbe inaugurare una nuova era di prosperità per l’Ucraina e aiutarci a costruire una nuova architettura di sicurezza per l’Europa”.

Per questo, ha proseguito, l’obiettivo dell’Ue è rafforzare militarmente Kiev attraverso la cosiddetta “strategia del porcospino”: “Il nostro obiettivo, insieme all’Ucraina, è essere così forti da risultare indigesti per i potenziali invasori. La Russia rappresenta una minaccia permanente per l’intera Europa. L’Ucraina deve essere sufficientemente forte da scoraggiare qualsiasi attacco futuro, con la deterrenza attraverso la negazione”.

A sostegno della difesa ucraina, ha ricordato, l’Ue ha già stanziato 50 miliardi di euro. Ma ora è il momento di passare “da una logica di aiuti a una di integrazione delle nostre industrie della difesa”, anche ordinando direttamente dalla manifattura militare ucraina. “Questo è il modo più efficace ed economicamente vantaggioso per sostenere gli sforzi militari” di Kiev, ha spiegato, sottolineando l’importanza di tecnologia e innovazione nel nuovo Libro bianco “Prontezza 2030”.

Von der Leyen ha poi rivolto un duro attacco a chi vorrebbe riaprire i flussi energetici con Mosca: “Alcuni continuano a sostenere che dovremmo riaprire il rubinetto del gas e del petrolio russi. Sarebbe un errore di proporzioni storiche. E faremo sì che non accada”. Per la presidente della Commissione, “la Russia ha dimostrato ripetutamente di non essere un fornitore affidabile. Quante volte ancora prima che imparino la lezione? La dipendenza dalla Russia non è dannosa solo per la nostra sicurezza, ma anche per la nostra economia”.

Nella roadmap presentata da Bruxelles, l’obiettivo è lo stop completo al gas russo entro il 2027. “Grazie al risparmio energetico e alle rinnovabili, abbiamo già ridotto il nostro import di gas dalla Russia di 60 miliardi di metri cubi all’anno. Siamo passati dal 45% al 13% delle nostre importazioni. E potremmo andare ancora oltre”, ha dichiarato, evidenziando anche la diversificazione in atto con forniture da Stati Uniti, Norvegia, Giappone e Corea del Sud.

Infine, un richiamo politico all’integrazione dell’Ucraina nell’Ue, vista non solo come prospettiva simbolica ma come garanzia concreta di stabilità: “Dobbiamo accelerare il percorso dell’Ucraina verso l’adesione alla nostra Unione. Questa può rappresentare la più forte garanzia di sicurezza”. L’obiettivo è “avviare il primo gruppo di negoziati di adesione e poi tutti i capitoli nel 2025”.

Pace e integrazione europea sono sempre andate di pari passo. Quindi, portiamo l’Ucraina all’interno della nostra Unione. Percorriamo insieme la via della pace”, ha concluso von der Leyen, chiudendo il discorso con un deciso “Slava Ukraini”.