Esteri
Urso: «Via le follie del Green Deal, servono risorse per la competitività»
Di Giuliana Mastri
«Servono regole e risorse in Europa. Le regole cambiamo, rimuoviamo le follie del Green Deal che hanno stretto come un cappio al collo le imprese europee». Così il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, a margine del Consiglio Ue Competitività.
Il ministro ha richiamato i dati contenuti nelle analisi di Mario Draghi sulla necessità di ingenti investimenti per rilanciare l’economia comunitaria: «Nel giugno dello scorso anno disse che sarebbero stati necessari almeno 500 miliardi di euro l’anno, ogni anno, per i prossimi dieci anni. A settembre la cifra era salita a 800 miliardi. Poche settimane fa, quando ha fatto il bilancio e denunciato l’inazione europea, la somma era ulteriormente cresciuta a 1200 miliardi di euro l’anno. Significa che non è più il tempo di discutere, ma di decidere. Il costo del ritardo aumenta ogni giorno».
Per Urso, il Fondo europeo per la competitività rappresenta «un primo significativo passo», ma non sufficiente: «Sono necessarie risorse significative, ma è fondamentale rimuovere le regole che hanno soffocato l’Europa. Perseverare nell’errore è diabolico».
Sul fronte dei rapporti commerciali con gli Stati Uniti, il ministro ha affrontato la questione dei dazi, sottolineando come «in molti comparti del Made in Italy, in quelli dell’eccellenza e della qualità, il 15% non è insormontabile, anche perché i nostri concorrenti diretti sul mercato americano affrontano tariffe molto più elevate». Tuttavia ha invitato alla prudenza: «Bisogna però garantire che il dazio al 15% sulle auto sia tale. Solo alla fine del percorso negoziale potremo dare un giudizio completo».
Per Urso, la priorità resta «resistere sul mercato americano e nel contempo cogliere le nuove opportunità che vi sono nei mercati in crescita».





