Esteri

Un anno storico per San Marino, a un passo dalla firma dell’Accordo di associazione con l’Ue

09
Marzo 2023
Di Alessandro Caruso

Il 2023 potrebbe essere l’anno decisivo per la fine del negoziato tra l’Unione europea e la Repubblica di San Marino finalizzato alla firma dell’Accordo di associazione. Un negoziato che San Marino ha iniziato nel 2015 ma che nel tempo ha subito varie battute d’arresto, l’ultima delle quali nel 2020 a causa del Covid. Ma adesso tutti i pianeti sembrano allineati per poter finalizzare una trattativa che per entrambe le parti sarebbe strategica. Lato Ue, serve “unire” i tanti pezzi della famiglia europea, anche i più piccoli (oltre a San Marino anche il Principato di Monaco e Andorra, ndr) per riaffermare la solidità dei valori di libertà in tutto il blocco continentale, soprattutto in questo particolare momento geopolitico. San Marino intende invece beneficiare di tutti gli oneri e onori che l’appartenenza all’Unione comporta, per i suoi cittadini e per le sue aziende.

Luca Beccari

Lo ha spiegato questa mattina il Segretario di Stato per gli Affari Esteri, Luca Beccari, che ha incontrato all’Ambasciata di San Marino a Roma i rappresentanti diplomatici dei paesi membri dell’Unione europea accreditati presso la Repubblica, per spiegare lo stato d’avanzamento del negoziato in corso per il perfezionamento dell’Accordo di associazione con l’Unione europea. «È imprescindibile per noi essere parte della famiglia europea» ha spiegato Antonella Benedettini, ambasciatrice di San Marino presso l’Ue. E Beccari ne ha spiegato le ragioni, intervistato da The Watcher Post: «Noi non siamo in una condizione di uno stato terzo lontano che ha problemi di visti e dazi, ma siamo uno stato terzo nell’enclave del territorio dell’Unione. E questo significa avere dei limiti nello sviluppo economico e nelle relazioni commerciali, per questo ci auguriamo che l’Accordo di associazione sia finalizzato, perché cambierà il nostro mercato di riferimento».

I cittadini sanmarinesi, che alle ultime elezioni del 2019 hanno sostenuto in maggioranza l’attuale estabilishment anche per il suo orientamento europeista, sperano di poter accedere presto ai benefici che scaturirebbero dall’Accordo, tra cui la possibilità di lavorare nei paesi membri, aderire a programmi di formazione e studio senza ostacoli di carattere burocratico.

Per non parlare delle aziende: «Avranno a disposizione possibilità di vendere non solo beni e prodotti, come già fanno, ma anche offrire una libera prestazione di servizi, partecipare ad appalti pubblici europei, e a progetti in ambito imprenditoriale pubblico e provato – continua Beccari -. Ci sarà il tema legato alla conformità del prodotto, con caratteristiche di standard di qualità dell’Ue, cosa che aumenterà la competitività del nostro paese, il trasporto di merci e persone sarà uniformato e si risolveranno impedimenti burocratici che oggi limitano l’attività dei nostri cittadini». Si apriranno, insomma, nuove opportunità.

Non manca molto, le parti si sono accordate per una conclusione dell’accordo entro la fine di quest’anno. Molte delle distanze iniziali sono state colmate. Entro giugno dovrebbe terminare la negoziazione sulla parte tecnica ed entro la fine dell’anno si potrebbe ultimare quella politica e istituzionale.

Il 2023, quindi, per San Marino potrebbe diventare un anno storico. L’ultima fase del cammino è costellata di tappe, la prossima delle quali è la partecipazione di San Marino alla prossima riunione della Comunità Politica Europea (CPE) che avrà luogo il primo giugno a Chișinău.