Esteri

Nato: i messaggi di Stoltenberg al passo d’addio, all’Ucraina, a Putin, agli europei

16
Marzo 2024
Di Giampiero Gramaglia

Tre i messaggi con cui Jens Stoltenberg, segretario generale dell’Alleanza atlantica dal 2014, il più longevo nella storia della Nato, si congeda dal suo ruolo: uno di vicinanza all’Ucraina, che “ha bisogno di più sostegno e ne ha bisogno subito”; uno di monito al presidente russo Vladimir Putin, la cui rielezione non sarà “né libera né giusta”; e uno di cautela agli europei, i cui sforzi in materia di difesa “non devono entrare in conflitto con quelli dell’Alleanza”. C’è la sensazione che ne manchi uno agli Stati Uniti: saranno loro a mettersi in conflitto con la Nato, se dovessero di nuovo affidare la presidenza a Donald Trump nelle elezioni del 5 novembre.

Il rapporto annuale, presentato giovedì dall’ex premier norvegese, è, sulla carta, l’ultimo a sua firma. A luglio, al Vertice di Washington, che celebrerà i 75 anni dell’Alleanza, i leader dei 32 Paesi Nato dovrebbero formalizzare la nomina del suo successore – in pole position c’è il premier olandese uscente Mark Rutte, liberale, 57 anni. Stoltenberg, laburista, 65 anni, il primo ottobre dovrebbe assumere il ruolo di governatore della Norges Bank, la Banca di Norvegia – incarico che gli è già destinato dall’anno scorso, prima della sua ultima ‘prorogatio’ al vertice della Nato causa guerra -.

Rapporto Nato Stoltenberg: il voto in Russia né libero né giusto
La presentazione del rapporto annuale, che di solito ha un impatto mediatico modesto, trae forza, quest’anno, dal perdurare dello stato di guerra in Ucraina e dalla coincidenza con l’avvio del voto per le presidenziali in Russia: le elezioni andranno avanti fino a domenica sera nell’immenso Paese dai nove fusi orari. Gli interrogativi non riguardano il vincitore – Putin otterrà un quinto mandato e guiderà il Paese almeno fino al 2030, potenzialmente fino al 2036 -, ma piuttosto la partecipazione al voto e il livello del consenso. Indici che, se affidabili, potrebbero offrire una misura del sostegno di cui ancora gode il leader russo, dopo due anni di guerra, che hanno imposto al popolo russo sofferenze e sacrifici. Un recente sondaggio dice che l’86% dei russi approva quella che il Cremlino ancora chiama l’“operazione militare speciale”, cioè l’invasione dell’Ucraina, e che solo l’11% la disapprova.

Al voto in atto, partecipano per la prima volta anche i territori dell’Ucraina annessi, con referendum non riconosciuti dalla comunità internazionale, nel settembre 2022. Lì, rivela un’inchiesta della Ap, Mosca ha ormai imposto i suoi passaporti a praticamente tutta la popolazione, rendendo di fatto impossibile sopravvivere senza – l’avere un passaporto russo comporta, tra l’altro, il rischio d’essere arruolati nelle forze armate russe e mandati a combattere contro l’esercito ucraino -. Stoltenberg bolla come “totalmente illegale” il voto presidenziale in quelle regioni.

“Le elezioni libere – dice il segretario generale – sono il cuore di ogni democrazia, ma in Russia non saranno né libere né giuste. Perché siano così servono diversi candidati e una stampa libera, mentre in Russia, Putin è al potere da decenni, gli oppositori sono in prigione e nessuno si aspetta dal voto cambiamenti al Cremlino”.

Rapporto Nato Stoltenberg: gli europei spendono di più per la difesa
Non guardando alle situazioni esterne all’Alleanza atlantica, ma agli sviluppi interni, Stoltenberg, nel suo rapporto, cerca di stemperare l’impressione, alimentata da Trump negli Usa, che gli europei facciano poco per la difesa. Il rapporto osserva che “il 2023 è stato il nono anno consecutivo in cui gli investimenti nella difesa in Europa e Canada sono aumentati. La spesa per la difesa è cresciuta dell’11%, un dato senza precedenti. Nel 2024, gli alleati della Nato in Europa investiranno un totale di 470 miliardi di dollari nella sicurezza: per la prima volta raggiungeranno il 2% del Pil combinato … Quest’anno, due terzi degli alleati raggiungeranno l’obiettivo del 2% rispetto ai soli tre del 2014, quando concordammo l’impegno di investimento nella difesa”.

Il rapporto annuale contiene le stime di spesa per ogni alleato: talora, sono riferite al 2023; talora, sono proiettate al 2024. La Norvegia, ad esempio, ha annunciato che raggiungerà l’obiettivo di spesa entro l’anno, prima del previsto, andando ad aumentare il numero di alleati a posto coi conti. Se si guarda, però, ai dati del 2023, vi sono Paesi, tra cui l’Italia, che appaiono in ritardo: il Lussemburgo è all’1% del Pil, il Belgio all’1,22%, la Spagna all’1,24%, il Canada all’1,33% e l’Italia all’1,46%.

Rapporto Nato Stoltenberg: un’Alleanza popolare, anche negli Stati Uniti
Presentando i dati d’un recente sondaggio, Stoltenberg dice: “Il mondo è diventato più pericoloso, ma la Nato è diventata più forte”. Il sostegno del pubblico all’Alleanza risulta estremamente forte, su entrambe le sponde dell’Atlantico. “Se si votasse oggi, la stragrande maggioranza dei cittadini dei Paesi alleati voterebbe a favore della Nato. Negli Stati Uniti solo il 13% voterebbe contro”. L’ultimo dato cozza contro l’apparente favore con cui sono accolti negli Usa i messaggi anti–Nato dell’ex presidente Trump.

Il sondaggio è stato condotto a fine 2023 in tutti i Paesi alleati, compresa la Svezia, che ha appena formalizzato la sua adesione. In Italia il 69% dei cittadini si dice a favore della Nato e solo il 14% sarebbe favorevole a un’uscita dall’Alleanza. In Francia, invece, solo il 57% è pro Nato: il 12% è contro, quasi un terzo non si esprime. “Oltre l’80% dei cittadini – sintetizza Stoltenberg – ritiene che il Nord America e l’Europa debbano continuare a lavorare insieme per la nostra sicurezza comune: in tutta l’Alleanza, il sostegno alla Nato rimane solido”.

Sulle iniziative dell’Ue per dotarsi di una politica di difesa in ambito industriale e, in prospettiva, per creare un’Unione della Difesa, il giudizio è cauto: “La Nato chiede da anni agli alleati europei d’aumentare gli investimenti nella difesa e ora vediamo che le cose vanno nella direzione giusta. Siamo in stretto contatto con l’Ue e diamo il benvenuto agli sforzi per superare la frammentazione del settore della difesa … Ciò che è importante è che la Nato deve stabilire gli obiettivi di capacità e gli standard: non si possono avere due sistemi diversi, in conflitto”.

Quanto all’Ucraina, l’appello di Stoltenberg è generale, ma sembra soprattutto rivolto a Washington, dove gli aiuti a Kiev sono bloccati da beghe politiche, mentre Bruxelles sta facendo quel che può: “A Kiev – dice il segretario generale – non manca il coraggio, ma mancano le munizioni”: “Insieme, come alleati, abbiamo la capacità di dare agli ucraini ciò di cui hanno bisogno … Dobbiamo trovare la volontà politica di farlo: ogni giorno di ritardo ha conseguenze sul campo”. Stoltenberg avverte: “È un momento critico e sarebbe un errore storico lasciar vincere Putin”.