Esteri

Macron fa tappa in Africa. Focus su Jihad, grano e clima

27
Luglio 2022
Di Giampiero Cinelli

Emannuel Macron sta affrontando il suo viaggio diplomatico in Africa subsahariana tra Camerun, Benin e Guinea-Bissau, paesi tradizionalmente molto legati alla Francia, che non a caso usano la “versione africana” del franco, il Franco CFA. Il presidente francese è partito il 25 luglio e tornerà il 28. I temi principali che dovrà affrontare sono l’emergenza terroristica, la crisi del grano e il cambiamento climatico. Ma è abbastanza plausibile che si discuta anche dei rapporti tra la Francia e questi paesi, con i quali tre anni fa era stato firmato un accordo per cambiare il Franco CFA in una nuova valuta ancorata all’euro dal nome Eco. Inoltre, le tappe del padrone dell’Eliseo sono in concomitanza con quelle del ministro degli esteri russo Sergei Lavrov in Egitto, Etiopia, Uganda e Congo-Brazzaville. A ben vedere entrambi stanno cercando di influenzare geopoliticamente il continente, specie in questa fase dove imperversa il conflitto bellico in Ucraina. E pare che il comparto militare privato russo denominato “Wagner” sia presente in 20 Paesi africani. Se da una parte Mosca vuole accreditarsi e negare le responsabilità sulla scarsità di cibo a causa dei blocchi delle navi container, dall’altra la visita di Macron è in vista del vertice fra Ue e Unione africana prevista a febbraio 2023.

L’Ucraina fornisce mediamente all’Africa il 40% del fabbisogno di grano, con picchi in alcune regioni. Nella tappa di ieri in Camerun, Macron ha affrontato la crisi alimentare e le strategie per bilanciare la perdita di forniture dall’Ucraina. In attesa degli effetti dell’accordo fra Mosca e Kiev, il Camerun ha bruciato una quota di forniture che supera il 40% del totale, aggravando la crisi di un’economia. La metà della popolazione versa in condizioni di insicurezza alimentare. E in genere si tratta di territori molto instabili.

Il Camerun è travolto dalla guerra civile fra i separatisti anglofoni della regione occidentale e le forze armate nazionali, una ribellione soffocata nel sangue dal presidente al potere dal 40 anni, Paul Biya. In Benin, oggi, Macron parlerà di terrorismo. La repubblica sta subendo molti attacchi e si teme un’espansione della presenza jihadista che tiene già in ostaggio Burkina Faso, Niger e Mali. L’ultima tappa domani in Guinea-Bissau, dove il presidente discuterà dei piani per l’inaugurazione di una scuola francese in un contesto di forti tensioni interne.

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