Esteri

Il Tic si presenta a Roma, Italia e USA sono ancora più vicini

21
Luglio 2022
Di Alessandro Caruso

Alla prima presentazione del Transatlantic Investment Committee, mercoledì pomeriggio alla Sala Consiliare del Senato, è arrivata appositamente da Washington anche l’ambasciatrice d’Italia negli USA Mariangela Zappia. Del resto l’occasione era di notevole importanza, perché con l’ufficializzazione del Tic si consolida un programma strategico per facilitare gli investimenti congiunti su industria, ricerca e capitale umano.

Il Transatlantic Investment Committee è un programma promosso da quattro realtà (l’Associazione Amerigo, American Chamber of Commerce in Italy, Centro studi americani e Federmanager) in stretto raccordo con le rappresentanze diplomatiche del nostro Paese negli Stati Uniti e americana in Italia. Inaugurato il 28 ottobre 2021, alla presenza del ministro degli Esteri e della Cooperazione internazionale, dell’ambasciatrice italiana negli Stati Uniti e del chargè d’affaires americano in Italia, il Tic ha come obiettivo quello di rafforzare i legami tra i due Paesi nel campo dei co-investimenti strategici previsti dall’Accordo per il commercio e le tecnologie (Trade and Technology Council – Ttc), siglato da Unione europea e Stati Uniti d’America nel settembre 2021. «La promozione degli investimenti tra Italia, Europa e Stati Uniti nei settori al centro del Trade and Technology Council tra Stati Uniti e Unione europea è un obiettivo da perseguire con massima convinzione» ha spiegato l’ambasciatrice. Del resto tra Italia e Stati Uniti esiste già da molto tempo un’intensa attività commerciale. Basti pensare che nel 2020, gli Stati Uniti sono stati tra i primi 10 investitori in Italia e rientrano tra i Paesi prioritari per le politiche di attrazione degli investimenti esteri in Italia, mentre sempre nel 2020 lo stock di IDE netti italiani negli USA era di circa 43 miliardi di euro.

Una straordinaria vitalità, che il TIC si propone di canalizzare e ottimizzare in un programma funzionale a rendere più fluide le relazioni tra player del mercato e soggetti istituzionali e per creare nuove occasioni di incontro e sviluppare nuove opportunità commerciali. Tra le iniziative, non a caso, c’è anche la nascita di un fondo di investimento transatlantico e di formazione di alto livello.

Il presidente di Amerigo, Andrea Gumina, ha spiegato come il Transatlantic Investment Committee rappresenti uno strumento utile ad accrescere la riconoscibilità dell’Italia a livello internazionale, come partner strategico degli Stati Uniti d’America e di un gruppo di Paesi like-minded. Per far questo, nei prossimi mesi, ha anticipato «ci porremo a fianco di istituzioni, think-tank, sistema produttivo e della ricerca, operatori della finanza, università, di entrambi i nostri Paesi, come pungolo per l’ideazione e la concreta realizzazione di soluzioni che accelerino i processi di co-investimento tra Stati Uniti e Italia, divenendo così un importante complemento per l’attuazione del Trade and Technology Council». Tra le prossime iniziative, tra l’altro, è prevista la presentazione del Tic a Bruxelles, il 28 settembre, e a Washington, il 28 ottobre.

Nei due panel che hanno animato il convegno sono stati chiamati a raccolta alcuni tra i protagonisti coinvolti a vario titolo in questa esperienza, tra cui Stefano Cuzzilla, presidente di Federmanager, Giordano Fatali, Founder di Ceo4Life, Giovanni Sabatini, Direttore generale dell’ABI, Giampiero Massolo, Presidente dell’Ispi e Adolfo Urso, Presidente del Copasir. Nel corso degli interventi è emersa la necessità di lavorare per lo sviluppo delle relazioni economico-commerciali tra i due Paesi in un’ottica bidirezionale, dando possibilità alle nostre imprese di cogliere opportunità di investimento sul mercato statunitense soprattutto nei settori a maggior valore aggiunto come il cleantech e la digitalizzazione, che rientrano nel Trade & Technology Council. E l’ambasciatrice Zappia ha tenuto a sottolineare un aspetto fondamentale, su cui l’Italia, rispetto agli USA, appare in ritardo: «Va promossa in maniera sistematica l’emersione delle componenti femminile e giovanile tra i ricercatori, gli startupper, gli investitori, i manager».

Fatalità ha voluto che l’incontro romano del Tic si sia svolto proprio nel giorno in cui finiva il governo Draghi. L’instabilità politica, come rilevato nel corso di alcuni interventi, può generare sfiducia da parte degli investitori. Anche se la storia sembrerebbe confermare il contrario, perché nonostante la tradizionale alternanza degli estabilishment italiani gli investitori americani da decenni scelgono il Belpaese. Tuttavia, Adolfo Urso, senatore di Fratelli d’Italia, intervenuto al convegno in ritardo proprio per seguire i lavori dell’Aula di palazzo Madama, ha annunciato: «Se andremo noi al governo, cosa molto probabile, sicuramente le relazioni bilaterali tra Italia e USA non ne risentiranno. Crediamo molto nell’amicizia tra i nostri paesi e quindi sicuramente agiremo nel segno della continuità».

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