Esteri

Il gran ballo d’Europa sul nucleare

28
Settembre 2022
Di Paolo Bozzacchi

Balliamo sul mondo. In senso letterale. Mentre è ancora in corso a Vienna, fino a venerdì, la riunione annuale numero 66 della IAEA (International Atomic Energy Agency), che accoglie 175 Paesi membri, le notizie sull’energia nucleare si moltiplicano. Soprattutto in Europa. E fanno da rumore di sottofondo al tema della Conferenza Generale IAEA: la “Global Cooperation in the Nuclear Field”. 

Il rischio dell’equivoco c’è. Ma non travisate. Al centro dell’interesse contingente di IAEA non c’è la sicurezza nucleare a tutto tondo, ma in particolare l’accumulo di scorte di uranio altamente arricchito da parte dell’Iran e la costante minaccia dell’utilizzo di armi nucleari da parte della Russia. 

La nomina italiana

Bella sorpresa iniziale per l’Italia. Nella sessione plenaria della Conferenza Generale IAEA, Alessandro Cortese è stato eletto Presidente della Conferenza stessa. Cortese dal novembre del 2019 è Rappresentante permanente del nostro paese presso le organizzazioni internazionali a Vienna.    

Il bello del nucleare

“L’IAEA sta affrontando alcune delle maggiori sfide che il mondo deve affrontare oggi”, ha puntualizzato il Direttore Generale IAEA Rafael Mariano Grossi. Che ha poi tratteggiato tutti i vantaggi del nucleare: “Migliore preparazione alle epidemie di malattie zoonotiche, riduzione emissioni gas serra, attenuazione cambiamenti climatici, miglioramento sicurezza alimentare e idrica, cura del cancro e bonifica degli oceani. Oltre alla soddisfazione del fabbisogno energetico dei Paesi e ai progressi nella lotta ai cambiamenti climatici”. Al tempo stesso Grossi ha sottolineato: “Come dimostra la minaccia della centrale di Zaporizhzhya, la sicurezza nucleare può essere molto vulnerabile”. Ed è per questo che è in corso una missione IAEA a Zaporizhzhya in Ucraina per assicurare la struttura.  

Berlino rimanda lo stop

Marcia indietro a tutta sul nucleare. In Germania due centrali nucleari delle tre ancora attive resteranno in funzione anche dopo il 31 dicembre, oltre il termine fissato per l’uscita definitiva di Berlino dall’energia atomica. Lo ha reso noto il Ministro dell’Economia tedesco, il verde Robert Habeck

Parigi: da gran patron a malato elettrico

Dalle stelle alle stalle. In un solo anno la Francia è passata da grande esportatore di energia elettrica a basso costo grazie proprio al suo nucleare, a Paese bisognoso di importare energia (anche dall’Italia). Come è stato possibile? La spiegazione è semplice: le centrali nucleari non stanno producendo a dovere. Nonostante la capacità totale teorica di oltre 60 GW, la produzione degli ultimi mesi è assestata sotto i 25 GW. Le ragioni sulla carta sono: manutenzioni ordinarie degli impianti (attività estiva), manutenzioni straordinarie dovute all’età media degli impianti e anche risparmio di acqua dovuto alla siccità estrema.

Se quello europeo sul nucleare fosse un ballo sarebbe una mazurka.

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