Esteri
Non solo Africa, le monarchie del Golfo attente al Piano Mattei
Di Giuliana Mastri
Il Piano Mattei ha attirato «un grosso interesse, negli ultimi 12 mesi, dalle monarchie del Golfo, che ci chiedono di triangolare progetti, in primis gli Emirati, l’Arabia Saudita, il Qatar e il Bahrein». Lo ha dichiarato l’ambasciatore Fabrizio Saggio, coordinatore della Struttura di Missione per l’attuazione del Piano Mattei, durante un’audizione dinanzi alle Commissioni Esteri riunite di Senato e Camera sulla relazione aggiornata al 30 giugno 2025. «La Struttura di missione ha costantemente lavorato per iniziative con questi Paesi in progetti comuni e tutto ciò si è concretamente tramutato in intese nel corso delle due visite in Arabia Saudita di gennaio e della visita di Stato dell’Emiro degli Emirati Arabi Uniti in Italia a febbraio, con la firma di intese e progetti concreti comuni in Africa».
Il percorso fino a oggi
Negli ultimi dodici mesi, la strategia italiana per l’Africa ha infatti trovato terreno fertile nelle capitali del Golfo Persico, dando vita a una serie di accordi economici e politici che integrano le ambizioni di sviluppo del Piano Mattei con le agende geopolitiche delle monarchie arabe. Gli Emirati Arabi Uniti, in particolare, si sono dimostrati interlocutori prioritari. La visita ufficiale a Roma dell’Emiro Mohamed bin Zayed Al Nahyan ha sancito un’intesa di portata storica, con la firma di oltre 40 memorandum d’intesa tra imprese italiane e partner emiratini. Si tratta di progetti con un valore stimato intorno ai 40 miliardi di dollari, incentrati su infrastrutture energetiche, digitali e scientifiche con ricadute dirette nei Paesi africani individuati come prioritari dalla strategia italiana.
Riad ci crede
Anche l’Arabia Saudita ha intensificato il dialogo con l’Italia. Nel corso della missione istituzionale del gennaio 2025, guidata dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, sono stati formalizzati accordi del valore complessivo di circa 10 miliardi di euro. Le aree di collaborazione spaziano dalla difesa all’energia rinnovabile, fino alla sicurezza alimentare. Leonardo, Fincantieri, Elettronica e Sace sono tra i principali protagonisti industriali coinvolti, mentre la Cassa Depositi e Prestiti ha siglato intese con il Saudi Fund for Development e con la Banca Islamica di Sviluppo, con l’obiettivo di mobilitare risorse congiunte verso progetti infrastrutturali e sociali nel continente africano. L’Arabia Saudita, impegnata a realizzare la propria Vision 2030, trova nella piattaforma del Piano Mattei una cornice funzionale alla sua espansione diplomatica e industriale verso l’Africa.
L’attenzione del Qatar
Parallelamente, il Qatar ha mostrato una crescente attenzione al Piano Mattei. Dopo l’intensificazione delle relazioni bilaterali culminata nella visita a Roma dell’Emiro Tamim bin Hamad Al Thani, Doha ha aperto un canale diretto di collaborazione con la Struttura di Missione italiana. Nel luglio 2025, l’ambasciatore italiano a Doha, Paolo Toschi, ha avviato una serie di incontri con esponenti del Qatar Investment Authority e del Qatar Fund for Development, in vista di una partecipazione qatariota al Piano Mattei su progetti mirati nei settori dell’energia sostenibile, dell’agricoltura di precisione e della formazione tecnico-militare. Anche in questo caso, la logica è quella di una triangolazione virtuosa: capitale arabo, tecnologia e know-how italiano, bisogni e potenzialità africane.
Questa dinamica ha trasformato il Piano Mattei in un vero e proprio strumento di politica estera multilivello, capace di attrarre l’interesse strategico delle petromonarchie del Golfo e di proporre l’Italia come ponte operativo tra Europa, mondo arabo e Africa. L’impostazione multilaterale del Piano, ribadita anche in sede G7 e nelle più recenti conferenze internazionali sullo sviluppo, ha rafforzato il ruolo dell’Italia come attore mediatore e facilitatore di investimenti in ambiti chiave come energia, digitalizzazione, gestione idrica, formazione e sicurezza.





