Economia

Tlc, il paradosso italiano: prezzi bassi, investimenti in affanno

18
Novembre 2025
Di Ilaria Donatio

Al Forum nazionale delle Telecomunicazioni di Asstel, alla Luiss, il presidente di Asstel e ad di Tim, Pietro Labriola, ha parlato senza giri di parole di un “paradosso” che attraversa il settore: percepito come ricco, in realtà affronta una crisi strutturale che dura da anni. L’Italia ha i prezzi più bassi al mondo, ha ricordato, ma i costi energetici più alti e le frequenze 5G più care d’Europa.

Negli ultimi dieci anni i ricavi sono scesi mentre gli investimenti sono rimasti elevati e il costo del capitale è salito dall’7,3% all’8,1%, erodendo la capacità di generare cassa. Eppure il settore ha garantito allo Stato oltre 135 miliardi di euro dal 2007 al 2024.

Da qui le sei leve indicate da Asstel: regole chiare, condizioni favorevoli allo sviluppo infrastrutturale, revisione dell’assegnazione delle frequenze, riconoscimento del ruolo energivoro delle tlc, trasformazione dei call center e politiche industriali orientate alla formazione continua.

Il rinnovo del contratto nazionale, ha aggiunto, è “un contratto di trasformazione”: un patto di sistema per accompagnare la transizione digitale. A margine, ha definito Poste Italiane un partner naturale per eventuali operazioni di cross selling.

Urso: “Il consolidamento è necessario. Bruxelles sia più consapevole”
Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha ribadito la necessità del consolidamento nel mercato italiano ed europeo, frenato – ha detto – dalla “severità” della Commissione. Un settore frammentato, ha avvertito, rischia di perdere competitività proprio nel momento in cui servono investimenti e massa critica per sostenere l’evoluzione tecnologica.

Durigon: “Via lacci e lacciuoli, la contrattazione resta centrale”
Dal ministero del Lavoro è arrivato il sostegno del sottosegretario Claudio Durigon, che ha riconosciuto le difficoltà del settore e ha invitato a “dare risposte importanti” rimuovendo “lacci e lacciuoli” che frenano lo sviluppo. Durigon ha ringraziato le imprese per il mantenimento dei livelli occupazionali e ha sottolineato il valore del rinnovo contrattuale: “Occorre dare più forza alla contrattazione collettiva, la legge di bilancio va esattamente in questa direzione”.

Butti: “Il satellite sarà indispensabile. Sul 5G niente approccio di cassa”
Sul fronte dell’innovazione, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alessio Butti ha ribadito che il satellite sarà una componente essenziale del futuro delle reti: “Non c’è bisogno di sperimentare ancora, va accolto nella grande famiglia delle tecnologie”.

Butti ha rivendicato gli sforzi sulle semplificazioni – protocolli già firmati con i Comuni – e soprattutto ha indicato la linea del Governo sul rinnovo delle frequenze: niente automatismi, ma nemmeno nuove aste “di cassa”. L’impegno richiesto agli operatori, ha precisato, dovrà però essere “scritto col sangue sulla pietra”. E ha definito “disastrosa” l’asta del 2018, che avrebbe ridotto la capacità di investimento degli operatori.

Renna: “Le telco giocano con regole diverse rispetto agli OTT”
Al Forum è tornato anche il tema delle asimmetrie regolatorie. Walter Renna, CeO di Fastweb + Vodafone, ha sottolineato come l’85% del traffico di picco sia generato dagli OTT, mentre le telco affrontano costi crescenti per energia, manutenzione e nuove installazioni (3.000-4.000 siti mobili all’anno).
“Giochiamo la stessa partita con regole diverse”, ha detto, esprimendo apprezzamento per la recente delibera Agcom che riconosce le CDN come vere e proprie reti soggette ad autorizzazione.

La ricerca Luiss-Asstel su regole e competitività
Uno sguardo di ampio respiro è stato offerto dalla Luiss, che ha annunciato “Network Europe”, un nuovo progetto di ricerca realizzato con Asstel per analizzare la regolamentazione del settore e proporre un aggiornamento delle politiche europee. A marzo arriverà un position paper dedicato alle nuove dinamiche competitive, in un contesto dominato da piattaforme globali integrate verticalmente.