Economia

Superbonus, altra tegola. Per l’Eurostat è debito

24
Gennaio 2023
Di Giuliana Mastri

Non bastava che la materia del superbonus fosse ancora avvolta in un groviglio burocratico che genera confusione, e che ha già determinato problemi per imprenditori e cittadini, molti dei quali si trovano momentaneamente impossibilitati a cedere o a riscuotere il loro credito. Adesso ci si mette anche Eurostat. L’istituto europeo di statistica sta valutando se cambiare alcune regole di qualificazione, nel caso andando a definire il superbonus (e gli altri bonus edilizi) come “credito pagabile“.

Cosa vuol dire? Si tratterebbe di crediti che lo Stato è tenuto a monetizzare. Dunque, andrebbero iscritti al lato delle spese. E per lo Stato significa debito pubblico. Chiaramente la classificazione dei bonus come debito certo, non invece come future minori entrate – è così che lo intendono i sostenitori della misura – costituisce un problema e rende ancora più difficile la strada dei crediti fiscali. Un percorso che, al netto degli episodi di frode, ha costituito, come attestano molte analisi dei dati, una spinta rilevante alla crescita del Pil negli ultimi due anni. Nonostante ciò, lo strumento non ha mai convinto Mario Draghi, il quale ha operato per limitare al massimo la cessione dei crediti, ossia la caratteristica di circolabilità. E proprio l’attuale ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti, recentemente aveva ammonito sulla tendenza a interpretare i crediti come una moneta alternativa.

L’interrogazione parlamentare e la posizione di Eurostat

Il 18 gennaio la sottosegretaria al Ministero dell’Economia e delle finanze Lucia Albano, ha partecipato a un question time in Commissione Finanze della Camera, rispondendo anche a un’interrogazione relativa alla contabilizzazione della cessione dei crediti, avente primo firmatario Francesco Maria Rubano di Forza Italia. Albano ha chiaro che «attualmente sono in corso delle interlocuzioni tra l’Istat, il Dipartimento della ragioneria generale dello Stato ed Eurostat. L’attenzione è posta, in particolare, sulla contabilizzazione dei bonus edilizi che attualmente vengono classificati come crediti «non pagabili» e quindi portati a riduzione delle entrate. Nei prossimi giorni sono previsti ulteriori incontri». Il sottosegretario ha specificato: «Come accennato dagli stessi interroganti, il 10 giugno 2021 Eurostat si è pronunciata in merito al trattamento contabile del cosiddetto Superbonus (e della misura Transizione 4.0), assentendo solo provvisoriamente la classificazione del credito Superbonus comenon pagabile”», in attesa di approfondimenti metodologici, in particolare sugli aspetti della cedibilità». Lucia Albano ha fatto poi riferimento alle nuove linee guida sui crediti fiscali e il deficit, che Eurostat ha racchiuso in un testo già approvato. Sottolineando: «Il nuovo testo considera tre criteri per identificare i crediti pagabili: cedibilità, differibilità dell’utilizzo ad anni successivi, possibilità di compensare i crediti con qualunque tipo di imposta o contributo sociale. Tali caratteristiche del credito, aumentando la probabilità di effettivo utilizzo del beneficio fiscale, determinano la sua classificazione come pagabile». Concludendo: «Una volta acquisito il parere delle autorità statistiche sulla natura del credito e sulle conseguenti modalità di registrazione, saranno valutati gli eventuali interventi normativi, da adottare alla luce del quadro di finanza pubblica».

A giudicare da questo intervento, le prospettive sono tutt’altro che rosee. Anche perché il sottosegretario ci ha tenuto a dire che anche i recenti interventi (risalenti al precedente governo), fatti per sbloccare l’utilizzo dei crediti, come quello sulla responsabilità solidale, sono oggetto di valutazione macroeconomica. Albano infatti ha dichiarato: «In merito al quesito concernente l’adozione di eventuali misure volte a favorire la cessione dei bonus edilizi, con particolare riferimento all’adozione di norme con una diversa perimetrazione della responsabilità solidale, si fa presente che anche tali interventi volti a rimuovere gli ostacoli alla circolazione dei bonus edilizi, sono suscettibili di determinare impatti di finanza pubblica». E poi specificamente sul numero di cessioni: «La precisa delimitazione del perimetro soggettivo di applicazione delle deroghe, attualmente consentite, alla previsione del divieto di cessioni successive alla prima costituisce un elemento essenziale al fine di contrastare gli illeciti e di tutelare la certezza del credito».