Economia

Saie 2023, la direttiva Ue su “case green” richiede un ritmo serrato

01
Marzo 2023
Di Giuliana Mastri

A ottobre è in programma a Bari “Saie 2023“, la Fiera delle costruzioni, della progettazione, dell’edilizia e degli impianti. La nuova edizione è stata presentata in una conferenza a Milano, con a tema il New Deal europeo del 2050, riflettendo su come questo stimoli un’edilizia sostenibile, che sarà la nuova cifra di domani. A organizzare l’evento il Gruppo Tecniche Nuove e Senaf, presieduto da Ivo Nardella, il quale ha sottolineato il grande apporto delle costruzioni alla ripresa economica, ricordando come questo comparto sarà strategico nella transizione del modello di sviluppo.

La direttiva sulle case green

La nuova proposta di direttiva Ue sulle “case green”, che ambisce a rendere il patrimonio immobiliare europeo totalmente a emissioni zero entro il 2050, prevede una timeline serrata da qui al 2033 con un notevole impatto sul settore delle costruzioni. Secondo i dati Ance, raggiungere il primo step della direttiva Ue significherebbe intervenire su 1,8 milioni di edifici che in 10 anni dovranno migliorare la prestazione energetica, per un totale di circa 180.000 interventi l’anno con un investimento di circa 59 miliardi di euro tra la riqualificazione degli immobili residenziali e strumentali. Un impegno importante per una filiera che ha tanta voglia di innovazione e che, come registra Federcostruzioni, nel 2022 ha visto crescere del +12,8% il valore degli investimenti secondo i dati Istat e del 5,3% del valore della produzione (dati Ance). Un numero generale che indica alcuni comparti ancora in crescita, come per le imprese di costruzione, meccanica, legno, distribuzione materiali edili e componenti idrosanitari e altri in contrazione, come la ceramica, i laterizi, siderurgia, calcestruzzo e vetro. Di questo e non solo si è discusso durante la conferenza.

«La nostra associazione quest’anno – ha dichiarato Enzo Parietti, presidente Conpaviper – festeggia i 20 anni di costituzione e sarà un piacere poterlo festeggiare nel corso del Saie 2023 di Bari. Inizio da poche settimane il mio mandato di presidente e al centro del programma che ho presentato in Assemblea vi è la valorizzazione della specializzazione di chi opera nel settore, che passa attraverso il riconoscimento delle società e degli addetti. In tal senso abbiamo in questi anni perseguito l’obiettivo di predisporre della documentazione a supporto di questo percorso e ora dedicheremo grande attenzione alla fase di certificazione attraverso il cosiddetto patentino. Per portare avanti il percorso contiamo di avviare una collaborazione con le scuole edili. Fondamentale per quest’azione di diffusione e formazione è la collaborazione con il Saie e a Bari, dove ci presenteremo con un programma di conversazioni tecniche e un’area dimostrativa. Parteciperemo anche al Saie Lab ad Erba in cui si parla di edilizia industriale».

Ci vuole anche la finanza

Oltre al Pnrr e ai fondi strutturali europei, anche il mondo della finanza guarda con grandissimo interesse alla congiuntura dell’edilizia. Ne ha parlato Lorenzo Orsenigo, presidente Ais (Associazione infrastrutture sostenibili). Secondo lui «i criteri con cui vengono decisi i finanziamenti non possono che essere improntati su una verifica dei livelli di sostenibilità sin dalla fase progettuale. Il riferimento oggi imprescindibile è agli Esg. Diventa, allora, essenziale – ha aggiunto – dotarsi di strumenti in grado di misurare questa sostenibilità nelle sue tre declinazioni: ambientale, sociale ed economica. Per questo come Ais promuoviamo il ricorso a protocolli di sostenibilità e a schemi trasparenti e indipendenti di valutazione, contribuendo anche con proposte originali attraverso documenti di orientamento metodologico, destinati alle stazioni appaltanti, alle società di progettazione e alle imprese e società di servizi».

Il patrimonio immobiliare italiano

Il nostro patrimonio immobiliare è particolarmente energivoro. Lo testimoniano i dati Enea, da cui emerge che il 60% degli edifici italiani è ricompreso nelle due classi peggiori (F e G). Al di là delle diverse metodologie di classificazione, parliamo di un dato molto più alto rispetto a Francia (17%) e Germania (6%). Secondo l’analisi di Ance, portare a termine l’ambizioso piano Ue richiederà un ritmo degli interventi così elevato che potrà essere concretizzato solo grazie all’ausilio di incentivi. Basti pensare che prima dell’entrata in vigore del Superbonus 110% e della cessione crediti, gli interventi su edifici interi toccavano numeri pressoché insignificanti: 2.900 in media l’anno tra il 2018 e il 2020, mentre nel 2021 sono stati 100.000 e nel 2022 260.000. Tornando ai ritmi pre-Superbonus e cessione crediti ci vorranno ben 3.800 anni per centrare il target, 630 se ci atteniamo alla soglia del 15% degli edifici. Occorre quindi un piano di azione fatto da investimenti pubblici e finanziamenti accessibili alle famiglie. Il parco immobiliare è responsabile del 40% delle emissioni di CO2. Gli investimenti hanno già dimostrato la loro utilità: nel 2022 le costruzioni hanno determinato 1/3 della crescita del pil italiano (+3,9%), con un aumento sia degli investimenti (+12,8%, dati Istat), sia del valore della produzione (+5,3%, dati Ance).

Le opere d’arte

Walter Salvatore, presidente Consorzio Fabre, ha commentato: «Gli investimenti in corso e previsti per i prossimi anni per la sicurezza delle opere d’arte sono un’occasione unica per lo sviluppo infrastrutturale del Paese. Tali investimenti, unitamente all’impegno degli enti preposti, ministero, consiglio superiore, Ansfisa, che hanno proposto e stanno producendo un pacchetto di normative e linee guida moderne e all’avanguardia a livello internazionale, consentono un’analisi dello stato di salute ed efficienza delle infrastrutture affidabile e omogenea sull’intero territorio nazionale e quindi una pianificazione e prioritizzazione efficace degli interventi necessari e producono, al contempo, lo sviluppo di competenze specifiche e di soluzioni innovative che accrescono la competitività del settore, a livello sia tecnico-scientifico sia gestionale-realizzativo». Il Consorzio Fabre – ha ricordato Salvatore – che riunisce 24 tra università ed enti di ricerca su tutto il territorio nazionale, ha sviluppato e sta sviluppando notevoli esperienze riguardo l’ispezione, la classificazione, la valutazione, la sorveglianza ed il monitoraggio di ponti, viadotti e gallerie esistenti».

L’impatto dei bonus

Secondo rilevazioni Nomisma, con i bonus è stato generato un impatto economico per 195,2 miliardi. Il settore delle costruzioni è buona salute, ancora lontana dai valori del 2008 ma comunque in continua crescita. Dei 195 miliardi, 87,7 miliardi come effetto diretto, 39,6 miliardi come effetto indiretto e 67,8 miliardi come indotto. Ammontano, invece a 19 miliardi i crediti incagliati, un fattore che mette a rischio fallimento 32.300 imprese, 171.000 occupati e 114.000 interventi. Presentando lo scenario del settore, la presidente di Federcostruzioni, Paola Marone, ha sottolineato come il dato eclatante sia quello emerso dal rapporto Nomisma, ossia che il superbonus 110%.

Ance ci crede

La direttiva europea è stata reputata condivisibile da Regina De Albertis, Presidente Assimpredil Ance. «La sostenibilità è di centrale importanza. Come Assimpredil Ance è ormai da tempo che siamo impegnati per portarla avanti con i nostri associati. La sfida che arriva dall’Europa, soprattutto considerando le peculiarità del patrimonio immobiliare italiano, è importante e un grande piano europeo per la neutralità e l’indipendenza energetica deve essere necessariamente sostenuto da politiche di investimento comunitarie in grado di garantire risorse per gli investimenti richiesti, sotto forma di trasferimenti e prestiti per le famiglie sottoposte agli obblighi di riqualificazione», ha affermato.