Economia

Riaperture in sicurezza: dove, come e quando

09
Aprile 2021
Di Redazione

di Paolo Bozzacchi 

 

La pazienza ha un limite. Le tasche sono sempre più vuote, è oltre un anno che alcune realtà economiche e sociali sono chiuse. Pensiamo ai cinema, ai teatri, alle palestre. Altre realtà sono ormai vaccinate, sì, ma all’apri-chiudi continuo: alberghi, ristoranti, bar, centri sportivi. Tutti luoghi di creazione di ricchezza e socialità imprescindibili per un Paese come l’Italia, che dall’antichità ad oggi ha fatto della piccola impresa, dell’ospitalità, della socialità conviviale e dello sport degli asset di bellezza, natura stessa del Bel Paese.

 

Ad oggi ci sono 8,3 milioni di italiani che hanno ricevuto la prima dose di vaccino, 3,7 milioni sono già completamente immuni grazie alla seconda dose. Altri 3 milioni tra dimessi e guariti. Questi milioni di persone sono pronte per il new normal: uscire in sicurezza, lavorare, spendere, viaggiare. Rappresentano un mercato di tutto rispetto sia numericamente che a livello di imprese. 

 

La curva dei contagi è in discesa grazie al lockdown di marzo, e a rigor di logica continuerà a scendere nelle prossime settimane. Le Istituzioni, a cominciare dal Premier Draghi in persona, sono convinti che “bisogna riaprire in sicurezza”. Ha ragione da vendere il leader della Lega, Matteo Salvini, quando dice che queste categorie “vogliono solo tornare a lavorare”. Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha promesso: “Nelle prossime settimane si possono creare le condizioni per un percorso graduale, cauto che in sicurezza ci porti a una stagione diversa da quella passata”. 

 

Ma riaprire non è un clic. Bisogna riaccendere la luce affinché possa rimanere accesa a lungo. Bisogna ridare speranza e fiducia agli imprenditori, ai liberi professionisti, ai commercianti, ai taxisti. In modo che non possano solamente a breve rimettere il pane a tavola nelle loro famiglie, ma riacquistare la fiducia necessaria per investire, assumere, credere non solo nella ripartenza di questo Paese, ma nel suo sviluppo futuro. 

 

“L’ottimismo viene dalla forza della ragione”, ha dichiarato il Ministro del Turismo, Massimo Garavaglia. “Biden e Macron riapriranno in coincidenza con le loro feste nazionali: il 4 e il 14 luglio. La nostra festa nazionale è il 2 giugno”. 

 

“Il tempo è finito” ha ammonito il cantante Max Gazzé chiedendo a gran voce una “road map per per tornare ai concerti live, agli spettacoli dal vivo e anche agli eventi sportivi in sicurezza”. Un’altra cantante, Alessandra Amoroso, ha organizzato un suo concerto drive-in per spettatori chiusi in macchina che l'hanno applaudita suonando i clacson delle loro auto. Un semplice esempio di ripartenza.

 

Il 2 giugno è comunque lontano. Si riparta gradualmente dalle 6 regioni già meritevoli del colore giallo: Veneto, Trentino, Alto Adige, Umbria, Marche e Abruzzo. Lo si faccia già ad aprile, perché è possibile, sicuro, doveroso. Le altre regioni seguiranno, saranno stimolate ad accelerare sui vaccini e a daranno il meglio che possono.

Da qualche parte bisogna ricominciare.

 

 

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