Economia

Negozi, in dieci anni ne abbiamo persi 111.000

08
Febbraio 2024
Di Giampiero Cinelli

Una distesa di serrande chiuse. Non è difficile vederlo con i nostri occhi, se magari abitiamo in centri storici o piccole città. Ora questo fenomeno è stato messo in numeri da Confcommercio e quel che ne viene fuori non è rassicurante.

Tra il 2012 e il 2023, in Italia, si sono chiusi oltre un negozio su cinque: 111.000 i punti vendita al dettaglio cessati e che non sono stati sostituiti e 24.000 le attività di commercio ambulante perdute. Sono invece aumentate le attività di alloggio e ristorazione (+9.800).

Che tipo di attività in particolare fanno registrare la contrazione? I distributori di carburanti (-40,7% dal 2012), i negozi di libri e giocattoli (-35,8%), di mobili e ferramenta (-33,9%), di abbigliamento -25,5%) e sempre più servizi e tecnologia.

Mentre troviamo in tendenza positiva le farmacie,+12,4%, computer e telefonia, +11,8%, le attività di alloggio (+42%) e quelle di ristorazione (+2,3%). A tale crescita numerica non corrisponde un’analoga crescita qualitativa dell’offerta di queste attività, con il proliferare di B&B e bar-ristoranti.

Inoltre, aumentano le imprese straniere nel commercio, negli alberghi e nei pubblici esercizi (+30,1% tra il 2012 e il 2023) e si riducono quelle con titolare italiano (-8,4%). E metà della nuova occupazione straniera nell’intera economia è proprio in questi settori (+120mila).

Sono questi i dati principali dell’analisi “Demografia d’impresa nelle città italiane”, realizzata dall’Ufficio Studi di Confcommercio con il centro studi Guglielmo Tagliacarne, che registra una «sempre più preoccupante» desertificazione commerciale delle nostre città. La riduzione di attività commerciali è più accentuata nei centri storici che nelle periferie. 

«Prosegue la desertificazione commerciale delle nostre città, un fenomeno che riguarda soprattutto i centri storici dove la riduzione dei livelli di servizio è acuita anche dalla perdita di commercio ambulante. Il commercio rimane comunque vitale e reattivo e soprattutto mantiene il suo valore sociale». Così il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, commentando l’analisi sulla demografia di impresa nelle città italiane. Sangalli ha rimarcato: «Contrastare la desertificazione commerciale con progetti di riqualificazione urbana per mantenere servizi, vivibilità, sicurezza e attrattività delle nostre città. In questa direzione vanno il progetto Cities di Confcommercio e la rinnovata collaborazione con l’Anci a conferma del nostro impegno per favorire uno sviluppo urbano sostenibile e valorizzare il ruolo sociale ed economico delle attività di prossimità nelle città».