Economia
Mercati, Italia solida. “Fate Presto” ora si dice a Parigi
Di Giampiero Cinelli
Nelle ultime settimane di agosto i mercati hanno sancito un cambio d’epoca: lo spread tra Italia e Francia è crollato a circa quattordici punti base. Un divario quasi azzerato, che non si vedeva dal 2007, e che colloca i BTP italiani ormai sullo stesso piano di affidabilità dei titoli francesi.
Per l’Italia è una rivincita: dopo anni da sorvegliato speciale, ora il Paese gode di maggiore stabilità politica, di conti pubblici più sotto controllo e di una crescita che, nel 2024, ha superato la media dell’eurozona.
Anche rispetto alla Germania i segnali sono chiari: lo spread con i titoli tedeschi è sceso sotto i cento punti base, il livello più basso dall’epoca pre-crisi.
La percezione sembra quindi essere cambiata: l’Italia non è più soltanto il Paese del debito alto e della vulnerabilità, ma un attore credibile agli occhi dei mercati internazionali. Un cambiamento tale da ridisegnare gli equilibri all’interno dell’eurozona.
La ritrovata fiducia sull’Italia è dunque anche il riflesso della crisi dei due Paesi trainanti dell’Unione Europea, specie la Francia il cui governo è in bilico e potrebbe cadere sulla manovra di bilancio nei prossimi giorni. A Largo Chigi, il format curato da The Watcher Post, in onda su Urania Tv, Francesco Maselli (L’Opinion) ha sottolineato l’alta spesa pubblica francese. Parigi sostanzialmente da anni non opera in avanzo primario, ovvero non programma attivi di bilancio pubblico al netto del pagamento degli interessi sul debito pubblico, inoltre il sistema previdenziale pesa molto e permette l’uscita pensionistica a 62 anni, per l’Italia è ormai un ricordo, il welfare è molto fitto e gli sgravi fiscali sono stati generosi negli ultimi anni. Una situazione che in fasi di scarsa crescita e export insoddisfacente diventa un problema e pone la nazione transalpina in una condizione analoga a quella che ha vissuto il nostro Paese.
Va sottolineato che comunque il rating finanziario dell’Italia è rimasto alla tripla B, mentre quello della Francia è rimasto al livello A. Probabilmente per via del suo maggiore reddito pro capite con una popolazione più ampia della nostra, un tasso di natalità superiore a quello italiano sebbene non ottimale (1,7) e una Borsa più attrattiva. A settembre però si attende il giudizio di Fitch e non è detto che il rating resterà agli attuali livelli.
Stefano Maullu, Deputato di FdI e componente della Commissione Affari Esteri, a Largo Chigi ha criticato la postura spigolosa dell’attuale Premier Bayrou nei confronti dell’Italia, ribadendo la necessità di mantenere rapporti costruttivi, anche sulla scorta del recente trattato tra Italia e Francia, in Italia denominato Trattato del Quirinale. Se l’Italia continua così potrebbe uscire in anticipo dalla procedura d’infrazione per debito eccessivo. A Bruxelles si sta valutando. Per Maullu è un ottimo auspicio e un sarebbe molto utile ai fini della stabilità finanziaria globale e della politica della Bce sugli interessi. Il Deputato ha poi sottolineato positivamente l’equilibrio in politica estera e la proiezione con il Piano Mattei che per l’Italia è un «tradizionale bacino. In Europa ora siamo baricentrici. Un merito. Ed accade perché la Premier gira tutto il mondo».
La Germania? Nonostante la fatica della locomotiva tedesca in studio gli ospiti hanno concordato che essa resta il fulcro dell’Europa e che la predominanza economica all’interno del Continente non verrà persa in poco tempo. Secondo Roberto Giovannini, Vicedirettore di Huffington Post, la riconversione industriale tedesca sarà di successo e anche l’Automotive della Germania può trovare nuove chiavi per la crescita.
La puntata integrale di Largo Chigi





