Economia

Meloni ai commercialisti: “Il fisco deve aiutare, non opprimere”

10
Giugno 2025
Di Ilaria Donatio

«Il fisco deve aiutare, non opprimere». Giorgia Meloni affida al palco degli Stati Generali dei commercialisti 2025 un messaggio politico chiaro, che suona come una promessa: alleggerire il peso normativo e fiscale sulle imprese e restituire centralità al ruolo dei professionisti. Per la presidente del Consiglio, i commercialisti sono «essenziali per il funzionamento del sistema» e non vanno considerati meri intermediari fiscali. Anzi, sottolinea, meritano rispetto e considerazione, perché «rappresentano un presidio di legalità, razionalità e competitività economica».

Meloni ribadisce la volontà del governo di semplificare il sistema tributario, ma la sua è anche una dichiarazione d’intenti culturale: superare la «logica del sospetto» che per decenni ha associato impresa e professione all’elusione. «Noi non vi vediamo come un problema da contenere, ma come un alleato da sostenere», dice rivolgendosi direttamente alla platea di addetti ai lavori. «Un fisco equo e sostenibile è il miglior alleato della crescita».

Sulla stessa linea il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, che rilancia: «Serve una rivoluzione burocratica, non solo fiscale». E aggiunge: «Non possiamo mortificare i nostri professionisti con una burocrazia che rallenta tutto. Se la macchina amministrativa funziona, cresce l’economia. Se si impantana nei timbri, blocca le imprese e voi, che dovreste invece aiutare a fare business». Tajani riconosce nei commercialisti un ruolo strategico per rendere l’Italia più attrattiva, anche nel supporto agli investitori stranieri: «Le imprese hanno bisogno di voi per competere e crescere anche all’estero». E rivendica di aver bloccato l’ingresso di figure esterne ai collegi sindacali: «Ho molta stima per la categoria e lo dimostro con i fatti».

Anche il ministro della Giustizia Carlo Nordio, intervenendo agli Stati Generali, annuncia novità concrete: «Siamo orientati alla creazione, presso il ministero, di una direzione generale dedicata alle libere professioni. Consentirà un’interlocuzione diretta con i vertici del ministero, non solo per i commercialisti ma anche per avvocati e notai». Un segnale di apertura istituzionale, che si accompagna all’impegno a costruire le riforme ordinistiche attraverso «una profonda riflessione comune». La cabina di regia per le professioni economico-giuridiche, osserva Nordio, va in questa direzione: rendere i professionisti parte del processo decisionale.

Dai principali vertici di governo arriva quindi un messaggio condiviso: non si cresce senza semplificazione, non si attrae innovazione senza fiducia nei corpi intermedi. E le libere professioni – a partire da quelle economico-giuridiche – vengono riconosciute come infrastrutture portanti dello sviluppo nazionale.

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