Economia

Manovra, venerdì via alle danze. Metà risorse di sostegno al reddito

15
Ottobre 2025
Di Giampiero Cinelli

La manovra entra nel vivo. Dopo l’approvazione del Documento programmatico di bilancio, il testo completo dovrebbe arrivare in settimana. Il valore complessivo è di circa 16 miliardi di euro: dieci dai tagli di spesa, sei da nuove entrate.

Sul fronte fiscale spicca la riduzione dell’Irpef per il ceto medio, insieme a una rottamazione mirata delle cartelle. Per le imprese, conferma degli incentivi a chi assume e reinveste, aiuti contro il caro-bollette e sostegno alle piccole e medie aziende.

Tra i capitoli più delicati quello delle pensioni, con l’ipotesi di attenuare solo in parte l’aumento dell’età pensionabile. Per le famiglie previsti il rafforzamento dell’assegno unico, decontribuzioni per le mamme con tre figli e più tutele sul congedo parentale.

Una parte delle risorse arriverà anche dal settore bancario, con un contributo stimato tra i tre e i cinque miliardi. Prudenza nei conti e rispetto dei vincoli europei restano la linea guida, mentre si apre il confronto politico sulle priorità da difendere.

La manovra, dunque, prende forma tra vincoli di bilancio e promesse politiche. Una partita complessa, che nei prossimi giorni entrerà nel vivo del confronto parlamentare, con l’obiettivo di trovare un equilibrio tra rigore, crescita e risposte concrete a famiglie e imprese.

Sostegno ai cittadini e Zes Unica come auspicio
Per Saverio Congedo (FdI), membro della Commissione Finanze della Camera, intervenuto a Largo Chigi, format di Urania Tv, «una novità di questa finanziaria è il contributo dalle banche e assicurazioni, non in ottica punitiva, ma per mettere a disposizione risorse. Ancora non sappiamo nel dettaglio, ma possiamo desumere dalle dichiarazioni di Giorgetti e dal documento programmatico di finanza pubblica le linee della nuova legge di bilancio. La parte del leone è il taglio delle tasse, la riduzione della seconda aliquota Irpef dal 35% al 33%, la revisione del quoziente familiare e un diverso peso della prima casa all’interno dell’Isee. Inoltre gli aiuti alle ristrutturazioni immobiliari. Tutto questo per una cubatura di 7-8 miliardi, circa il 40% della manovra. E senza trascurare le imprese, perché sarà previsto un importante iper ammortamento e super ammortamento a beneficio delle società. Detto ciò, credo che per fare ancora meglio si debbano estendere i crediti d’imposta delle Zes, pensando all’idea di una Zes unica. E prenderemo in considerazione le proposte di rafforzamento del welfare aziendale per le Pmi».

Gli extraprofitti arriveranno
«La Lega cerca di portare avanti i bisogni del Paese reale. Ad esempio le agevolazioni alle aziende che investono, di cui si parla nella legge di Bilancio, sono una sorta di superbonus ma meglio di quello sulle case che alla fine dell’operazione costerà 210 miliardi allo Stato, di cui 40 miliardi per i prossimi due anni a pesare direttamente sui sui cittadini. Aiutare le imprese in questo modo genera invece valore aggiunto». Lo ha detto a Largo Chigi Nicola Ottaviani, deputato della Lega e segretario della Commissione Bilancio. Ottaviani ha aggiunto: «Il contributo dalle banche? Non vuol dire colpirle. Negli scorsi anni ci sono stati dei guadagni non prevedibili che hanno creato un gettito di 6,2 mld per gli istituti di credito. In quella fase si scelse di consolidare il sistema bancario, ma ora chi ha di più deve dare di più. Sarà un’azione consensuale, arrivando a una contribuzione volontaria attorno a 1,6 mld. Il resto della cifra degli extra-profitti sarà distribuito agli azionisti ma anche da questo con la tassazione si ricaverà indirettamente un contributo, per una cifra complessiva di quasi 4 mld. Gli investimenti delle imprese fanno bene anche ai bilanci dei bilanci degli enti locali che di conseguenza hanno meno richieste di prestazioni sociali, ma bisogna essere più lungimiranti sulle infrastrutture, che semplificano la vita alle imprese. Perché a volte si ottengono fondi ma non si hanno collegamenti. Noi siamo per la riperimetrazione della Zes. La disciplina comunitaria si riferisce alle zone, sbagliato dunque voler far coincidere le Zes con le regioni. Così facendo le aree più capaci prendono la maggior parte dei fondi».

La visione di Anpit
«Definirei la manovra conservativa, innanzitutto perché tende a conservare i conti rispetto ai vincoli esterni di Bruxelles, e poi perché mantiene la linea impostata da Giorgia Meloni fin dalla prima legge di bilancio, in un contesto di scarsità di risorse. Tuttavia occorrerebbe anche lavorare su Bruxelles, perché tutta l’Europa non cresce: serve intervenire sul Patto di stabilità», Ha detto Federico Iadicicco, presidente di ANPIT, intervenendo a Largo Chigi. «Nel merito – ha proseguito – sono sicuramente positivi gli interventi su famiglie e Irpef, perché vanno nella direzione dell’aumento del reddito disponibile del ceto medio, che serve, anche se di poco, ad accrescere i consumi. Per quanto riguarda le imprese, dalle ultime indiscrezioni emerge che una delle nostre proposte, quella di passare dal credito d’imposta alla deducibilità, sarebbe stata accolta: si tratta di un atto di semplificazione che agevola le aziende». Infine, Iadicicco ha ricordato la proposta di estendere il perimetro dell’Ires premiale: «Abbiamo suggerito di introdurre, in alternativa al criterio dell’occupazione, anche quello legato alla contrattazione aziendale, attraverso i contratti di secondo livello, che possano prevedere premi di produttività».

La puntata integrale di Largo Chigi