Economia

Il nuovo volto del risparmio italiano: la fotografia del Report Acri – Ipsos 2025

29
Ottobre 2025
Di Elisa Tortorolo

L’Italia non smette di mettere soldi da parte, ma cambia il modo in cui lo fa. A ridosso della Giornata Mondiale del Risparmio (“patrimonio altamente prezioso delle nostre società”, per citare il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella), la 25esima edizione annuale dell’Indagine Acri-Ipsos 2025 pubblicata in questi giorni racconta un Paese che riorganizza le proprie strategie finanziarie all’insegna della cautela. La liquidità torna al centro, la prudenza si consolida come criterio guida, e la fiducia — pur rallentando — lascia spazio a una consapevolezza più matura del momento storico. Ed ecco che, per rispondere a un contesto economico che spinge più alla stabilità che all’espansione, il risparmio, da strumento di investimento e crescita, si trasforma in un presidio di sicurezza personale. 

La fotografia economica è chiara, e – va detto – non propriamente esaltante: il 36% degli italiani si dichiara poco o per nulla soddisfatto della propria situazione finanziaria, mentre quasi una famiglia su due (46% degli intervistati) segnala un peggioramento del tenore di vita negli ultimi anni. Solo il 32% è riuscito a mettere da parte una parte del reddito, mentre il 17% ha dovuto utilizzare i risparmi accumulati. Un dato rilevante riguarda la resilienza: il 64% del campione non sarebbe in grado di affrontare con risorse proprie una spesa imprevista di 10 mila euro.

In questo scenario, la preferenza per la liquidità si consolida come tratto culturale e comportamentale. Il 67% degli italiani preferisce mantenere i propri risparmi in forma liquida, segno di un approccio più prudente, che privilegia l’accessibilità e il controllo diretto delle risorse. Una scelta, comunque, non necessariamente di timore, poiché demarca una maggiore attenzione alla gestione quotidiana del reddito e alla sostenibilità personale.

Sul fronte degli investimenti, si nota un rinnovato interesse per il mattone: il 34% del campione considera l’immobiliare la forma di impiego del risparmio più affidabile. È una conferma di come il patrimonio reale continui a rappresentare per gli italiani una garanzia tangibile di sicurezza, più che una strategia speculativa. In generale, la propensione al rischio resta bassa e le decisioni d’investimento si orientano sempre più verso la protezione del capitale.

L’indagine registra anche un’evoluzione del rapporto con il contesto collettivo ed europeo. La fiducia verso il futuro economico dell’Unione Europea è in lieve calo: la quota di chi ritiene che un’uscita dall’Ue sarebbe un grave errore scende al 56%, mentre cresce al 24% la componente di chi ne vedrebbe dei vantaggi. Anche nei confronti dell’euro emergono percezioni più sfumate: il 65% si dichiara insoddisfatto, ma quasi la metà del campione continua a considerarlo un vantaggio nel lungo periodo.

Il quadro che esce dal Rapporto è quello di un Paese consapevole delle proprie vulnerabilità, ma non necessariamente rassegnato. Gli italiani continuano a considerare il risparmio una risorsa fondamentale per garantire stabilità, affrontare gli imprevisti e pianificare il futuro. L’orientamento verso la prudenza non esprime solamente sfiducia, ma anche un adattamento realistico e consapevole del contesto in trasformazione. Anche le abitudini di consumo degli italiani riflettono questo equilibrio: si riducono le spese non essenziali, come quelle per il tempo libero e la ristorazione, mentre restano stabili comparti legati all’auto, all’elettronica e alla telefonia. La tendenza è quella di una selettività maggiore, più che di una rinuncia generalizzata. 

In definitiva, il Report Acri-Ipsos mostra un’Italia che sta rivedendo il proprio rapporto con il denaro e con il rischio: la sfida, per le istituzioni economiche e finanziarie, sarà quella di accompagnare i cittadini verso una rinnovata fiducia. E sostenere il risparmio non solo come motore di sicurezza, ma di sviluppo.