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Focus sulla riforma fiscale, l’intervento di Gusmeroli: ecco cosa (e come) cambia

21
Aprile 2023
Di Massimo Gentile

Il presidente della commissione Attività produttive della Camera, Alberto Gusmeroli, ha spiegato e motivato ieri i punti cardine della riforma fiscale “Pagare le tasse deve diventare più conveniente che evaderle”. Questa la ratio. Ecco come il governo intende riuscirci. Di seguito la sintesi dell’intervento di Gusmeroli.

IL FISCO COME FORZA DELLO STATO
Il fisco deve servire a sostenere non solo il mantenimento dello stato e dei servizi, con attenzione soprattutto alle fasce più deboli della popolazione, ma anche la crescita, il progresso, lo sviluppo del paese. Nella fiscalità cittadini, famiglie e imprese devono poter vedere non solo un prelievo, pur necessario per provvedere alla res publica, ma anche uno strumento per determinare condizioni di maggior benessere presente e futuro: in termini di opportunità, tanto per i singoli quanto per la comunità tutta. Ce lo insegna la storia, lo dicevano già i latini, con cicerone che sosteneva come il fisco sia la forza dello stato.

L’EVOLUZIONE DELLA NORMATIVA FISCALE
Era il 1973/1974 quando fu varata dopo uno studio durato oltre un decennio l’ultima vera riforma fiscale. L’Iva sostituì l’Ige, nacquero l’Irpef, l’Ilor e l’Irpeg, l’imposta comunale sull’incremento di valore degli immobili, l’imposta di registro, le imposte ipotecarie e catastali, l’imposta sulle successioni, il bollo, l’imposta comunale sulla pubblicità. L’imposta sugli spettacoli e le concessioni governative. La dichiarazione dei redditi per massima parte era fatta a mano, si presentava entro il 31 maggio all’ufficio imposte e in comune: poche pagine, sia di dichiarazione sia di istruzioni. Già dopo dodici anni, tuttavia, emerse la necessità di semplificare. Da allora si è succeduto qualche restyling: la cosiddetta “Visentini bis” del 1985, il Testo Unico D.P.R. 917/1986. La famigerata IRAP, la cosiddetta “tassa sulle perdite ” del ministro Vincenzo Visco (chiamata così perché si calcola, incredibilmente, anche se un ’azienda chiude il bilancio in perdita) nonché tanti tentativi per contrastare l’evasione fiscale. Tentativi che produssero delusione e, in generale, economia sommersa. Dal 1973 a oggi si è succeduta una serie di condoni a volte “tombali”, a volte parziali, e sanatorie che accomunano quasi tutte le forze politiche dell’arco parlamentare. Non sono da ascrivere a condoni le rottamazioni delle cartelle o la rateizzazione delle imposte, in quanto non può essere una colpa dichiarare le imposte e non riuscire a pagarle per problemi temporanei poi risolti (si pensi per esempio alle conseguenze e agli strascichi determinati dalla recente crisi pandemica) e comunque dove non vi sia uno sconto sull ‘imposta originariamente dovuta.

LA “STRATEGIA” DELLA RIFORMA
Con la delega fiscale del centrodestra si volta finalmente pagina. Queste sono le sue direttrici di intervento principali. Una delega che ha una visione chiara del fisco come meccanismo di rilancio dell’Economia. Una delega frutto di una compagine coesa, che sul fisco la pensa allo stesso modo: meno tasse e più semplicità, con tantissimi progetti di legge della Lega che entrano in delega a pieno titolo. Una delega che consta di parti generali, di principio, ma anche di parti molto puntuali e particolareggiate, tanto da limitare fortemente gli spazi di intervento dei decreti attuativi. Una delega che troverà le coperture nei decreti attuativi, a differenza di quella Draghi. Se c’è una parola che più efficacemente riassume e trasmette il significato profondo e lo spirito di questa delega per la riforma fiscale, la parola è strategia. Strategia che significa visione del futuro, in un orizzonte temporale di medio-lungo corso, che dia “tempo al tempo”, per fare in modo che effetti benefici e ricadute virtuose abbiano modo di radicarsi e concretizzarsi. Per troppo tempo, infatti, per troppi anni, si è proceduto con logiche dimentiche del domani, concentrate sul “qui e ora”, prive di profondità strategica sugli obiettivi che si intende raggiungere e le cui fondamenta devono evidentemente essere gettate con lungimiranza nel presente. Si tratta di un vero e proprio cambio di passo perché, per la prima volta dagli anni ’70, ci si muove nell’ottica di un sistema semplice e, gradualmente, a più bassa tassazione, in grado di correggere le spesso quasi ”aberrazioni” nel rapporto fra cittadini, famiglie e imprese da una parte, e il fisco dall’altra. Si vuole infatti procedere nell’ottica di un fisco che non sia più “nemico” del cittadino e che non soffochi la crescita e la competitività delle aziende.

LA CONVENIENZA DI PAGARE LE TASSE
Il punto cruciale è quello di rendere il fisco “conveniente” rispetto all’evasione, innestando il concetto che sistemi semplici a bassa tassazione rendano preferibile essere in regola piuttosto che nel rischio del sommerso. Del resto, la parola fisco deriva dal latino “fìscus”, ovvero cesta: a ricordare come le casse pubbliche siano un paniere, anzi il paniere, di tutti, dove si raccolgono le risorse necessarie per far funzionare il nostro paese. secondo i principi di progressività sanciti dalla Costituzione. Ecco, questa delega interviene efficacemente, capillarmente, strategicamente a favore di tutti, specie di quelle persone che più necessitano di supporto. Da sempre infatti sosteniamo che. per far correre il Paese, serva liberarlo da farraginosità e pressione fiscale eccessiva. Ora la sfida sarà quella della semplificazione.

LE LINEE GUIDA
Nel testo vengono riprese e implementate numerose proposte di legge della Lega, a cominciare dati eliminazione delle microtasse i cui costi di gestione sono paradossalmente più alti rispetto all introito che generano per lo stato. Come già anticipato, c’è poi il tema dello Statuto del contribuente, una delle leggi finora più calpestate e neglette: in questa delega rientra dunque la richiesta di valorizzazione del principio di legittimo affidamento del Contribuente. Viene introdotto altresì il graduale perseguimento dell’ equità orizzontale, con no-tax area uguale per tutti, iniziando da dipendenti e pensionati. Ci sono inoltre la riduzione delle aliquote Irpef da quattro a tre mettendo a chiare lettere che dovrà diminuire la tassazione come realizzato quando si è passati da cinque a quattro aliquote con l’obiettivo di tendere alla fiat tax, la fiat tax sugli incrementi di reddito estesa ai dipendenti, compliance preventiva per due anni, nessun condono ma accordi preventivi sulla base di stime realizzate dall’Agenzia delle Entrate per dare tranquillità al sistema fiscale, al cittadino che deve poter occuparsi maggiormente de! core-business e non della burocrazia fiscale. In delega entra inoltre l’abolizione dell Irap, sicuramente quella su società di persone, studi associati e STP come sovrimposta sull’Ires per le società di capitali. E una grande semplificazione, in quanto ora abbiamo calcoli per l ‘Ires diversi dai calcoli delFIrap: in questo modo si abolisce quasi metà della dichiarazione dei redditi. Il reddito civile deve avvicinarsi al reddito fiscale: basta calcoli astrusi.

LA MINI FLAT TAX
Significativo è il riferimento alla possibilità anche per i dipendenti di dedurre le spese per la produzione del reddito: si tratta di un provvedimento importantissimo, volto a diminuire la differenziazione rispetto alla categoria dei lavoratori autonomi. Nell’ ambito della semplificazione, è confermata inoltre la tutela della casa, con il no a qualunque forma di patrimoniale e alla riforma del catasto, estendendo invece la cedolare secca agli affitti commerciali. Nella delega per la riforma fiscale finalmente si parla di riduzione della ritenuta d acconto per i professionisti che sono strutturalmente a credito. Ricordo come l’Istat, a seguito di quesito, abbia dichiarato che la proposta di rateizzazione dell’acconto di novembre non determina copertura se diviso in sei rate uguali da gennaio a giugno dell ‘anno successivo. Aggiungere alla già possibile rateizzazione del saldo e acconto di giugno delle imposte Irpef quella di novembre permetterebbe di avvicinare ancora di più il pagamento delle imposte dei dipendenti a quello dei lavoratori autonomi e rappresenterebbe un evento storico e di cambiamento: in quanto, dal 2024 e per la prima volta in cinquant anni, le tasse si potrebbero pagare per metà non più in anticipo ma a consuntivo e ad anno ultimato, evitando anche in questo caso di finire a credito del fisco. Questa delega dà finalmente una strategia diversa al paese con cui, insieme ai controlli, sconfìggere il sommerso con sistemi semplici a bassa tassazione. Un altro esempio è quello della mini flat tax, fortemente voluta dalla Lega, per fatturati sino a 85.000 euro ma con fuoriuscita a 100.000 euro, con un’aliquota unica al 5% per i primi cinque anni e al 15% per i successivi. In sostanza, se il ifsco è ragionevole e semplice, non ha senso evadere! Questa è una delega che può togliere “cibo” all’evasione.

In questo scenario questo paese ha oggi un’occasione straordinaria per sterzare la propsia economia, favorendo di concerto anche le politiche per la natalità, recuperando il gap con altri paesi europei con sistemi di incentivo e/o detrazioni. Serve riformare, semplificare e sburocratizzare perché, se liberato da freni e complicazioni, il nostro paese può davvero eccellere ed essere primo al mondo in tutti i campi.