Economia

Federmanager: “Pronti a ragionare su Stato nell’ex Ilva, servono 8-10 miliardi per l’industria”

29
Ottobre 2025
Di Ilaria Donatio

Un’industria più forte, un fisco più equo e uno Stato capace di tornare protagonista nei settori strategici. È la visione rilanciata da Federmanager in occasione dell’assemblea per gli 80 anni dell’associazione, dove il presidente Valter Quercioli ha indicato le priorità per il rilancio del sistema produttivo italiano.

“Serve un programma pluriennale di politica industriale che punti a orizzonti di crescita e managerializzazione, con una visione di lungo respiro e risorse concrete: quegli 8-10 miliardi di euro che servono davvero per potenziare il motore industriale del Paese”, ha affermato Quercioli.
Non misure episodiche, ma “una strategia che integri industria, lavoro, fiscalità e welfare”, capace di liberare “le energie più produttive del Paese a favore di tutti i cittadini”.

Tra le priorità indicate: una rete digitale all’altezza, una nuova prospettiva per il Mezzogiorno e un sistema fiscale “più equo, che valorizzi il merito e non penalizzi chi crea valore”. “La progressività è un principio giusto – ha detto – ma non può diventare esponenzialità irragionevole. Quando il 5% dei contribuenti paga il 43% dell’Irpef, non siamo più in un sistema progressivo ma in uno sbilanciato”.

Quercioli ha riconosciuto che “il Ddl di Bilancio 2026 mostra i primi passi nella direzione giusta”, ma ha invitato il governo a “fare molto di più”.

Sul fronte industriale, Federmanager ha aperto il dibattito sul futuro di Acciaierie d’Italia, invitando a valutare “a mente fredda” un possibile ruolo dello Stato nella governance e nella proprietà dell’ex Ilva. “Ci sono imprese che hanno bisogno d’aiuto in una transizione durissima – ha spiegato – e le competenze tecnologiche e industriali di Taranto meritano ben altri sbocchi che lo spezzatino o la chiusura”.

Quercioli ha ricordato come anche “gli Stati Uniti, patria della concezione minimalista del ruolo dello Stato nell’economia, stiano assumendo una postura più interventista nei settori strategici”. Per questo, ha concluso, “non dobbiamo vergognarci di immaginare uno Stato più presente: non è lo status giuridico della proprietà a definire le sorti di un’azienda, ma la qualità del suo management. E da questo punto di vista, l’Italia non difetta certo di talento né di competenze”.

All’assemblea è arrivato anche un messaggio della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ha definito Federmanager “uno dei pilastri dell’economia reale della Nazione”. “Senza la vostra laboriosità e intraprendenza – ha scritto – l’Italia non sarebbe la grande potenza economica, industriale e culturale che è oggi”.
Meloni ha ribadito che “il capitale umano è il patrimonio più prezioso che abbiamo”, sottolineando l’importanza di “investire nelle competenze lungo tutto l’arco della vita e garantire una vera staffetta generazionale”.
Nel messaggio, la premier ha anche richiamato le misure previste dalla legge di bilancio 2026, dalla ZES Unica al rifinanziamento della Nuova Sabatini, fino alla reintroduzione del super e iper ammortamento, come strumenti per sostenere innovazione e crescita: “C’è ancora tanto lavoro da fare, ma sappiamo di poter contare sul vostro contributo per il futuro dell’Italia”.