Economia
Eni, utile sopra le attese e buyback da 2 miliardi: Descalzi parla di “risultati eccellenti”
Di Ilaria Donatio
Eni chiude il terzo trimestre del 2025 con numeri che battono le previsioni e un messaggio chiaro al mercato: il gruppo è solido e intende continuare a remunerare gli azionisti. L’utile netto adjusted, cioè rettificato dalle componenti straordinarie, è salito a circa 1,25 miliardi di euro, contro attese intorno a 1 miliardo, mentre la produzione di idrocarburi è cresciuta del 6 per cento, raggiungendo 1,76 milioni di barili equivalenti al giorno.
Il titolo ha reagito positivamente in Borsa, sostenuto anche dall’annuncio di un rafforzamento del piano di riacquisto di azioni proprie, che passa da 1,1 a 2 miliardi di euro complessivi per il 2025. Il riacquisto di azioni proprie – il cosiddetto buyback – è uno strumento con cui la società utilizza parte della propria liquidità per ricomprare titoli sul mercato, riducendo così il numero di azioni in circolazione e accrescendo il valore per gli azionisti.
L’amministratore delegato Claudio Descalzi ha definito i risultati “eccellenti”, sottolineando come Eni stia “realizzando performance robuste in tutti i business”, nonostante un contesto caratterizzato da prezzi dell’energia altalenanti e condizioni geopolitiche complesse. Il gruppo beneficia del buon andamento dell’upstream e della solidità di Enilive e Plenitude, mentre prosegue la riduzione dell’indebitamento e la generazione di cassa resta forte. Anche la posizione finanziaria netta si mantiene sotto controllo, consentendo margini per il buyback e per nuovi investimenti.
Nel dettaglio, il trimestre ha mostrato margini in lieve flessione rispetto allo stesso periodo del 2024, ma superiori alle aspettative di mercato. Il risultato operativo adjusted del comparto E&P rimane il principale motore dei conti, sostenuto dall’aumento della produzione e dall’efficienza dei costi. Buone indicazioni arrivano anche dal gas e dalle rinnovabili, con Eni che conferma la propria strategia di transizione energetica bilanciata tra sostenibilità e redditività.
Il rafforzamento del piano di riacquisto viene letto dagli analisti come un segnale di fiducia nella capacità dell’azienda di generare valore, ma anche come una mossa per sostenere il titolo in una fase di volatilità dei mercati energetici. Il contesto resta infatti incerto: il calo dei prezzi del greggio rispetto ai picchi del 2022 e l’andamento altalenante del gas impongono prudenza, così come la competizione internazionale e gli investimenti necessari per la decarbonizzazione.
Descalzi, nel commentare i conti, ha ribadito che la strategia di Eni “unisce disciplina finanziaria e crescita sostenibile”, e che il gruppo è “ben posizionato per affrontare le sfide del settore e cogliere le opportunità legate alla transizione energetica”. L’obiettivo, ha aggiunto, è “continuare a creare valore per gli azionisti, per il Paese e per i partner nei progetti internazionali”.





