Economia

Consulenza finanziaria tra crescita e ricambio generazionale

08
Febbraio 2024
Di Massimiliano Mellone

Nel corso del 2023, l’andamento dell’economia globale ha mostrato segni di indebolimento, con gli Stati Uniti e l’Europa alle prese con gli impatti avversi dell’inflazione e delle politiche monetarie restrittive. Nei Paesi Emergenti, invece, la dinamica economica è stata influenzata negativamente dalle difficoltà che sta attraversando l’economia cinese. A complicare ulteriormente il quadro, si sono aggiunte le incertezze generate dalle tensioni geopolitiche e dai conflitti in diverse regioni del mondo.

Eppure le Reti di consulenza finanziaria hanno chiuso il 2023 con la migliore raccolta mensile dell’anno nel comparto del risparmio gestito. A dicembre, i dati rilevati da Assoreti – l’Associazione delle società per la consulenza agli investimenti – hanno evidenziato investimenti netti su fondi comuni, gestioni individuali e prodotti assicurativi/previdenziali per 2 miliardi di euro. Il risultato, insieme alla raccolta netta complessiva realizzata sui titoli amministrati, pari a 2,4 miliardi, ed ai flussi di liquidità per 1,4 miliardi, ha determinato volumi netti complessivi per 5,7 miliardi di euro, più del doppio rispetto a novembre e valore in crescita del 7,2% sull’anno precedente. Il bilancio complessivo del 2023 si è chiuso, pertanto, con la terza migliore raccolta annuale di sempre, pari a 43,9 miliardi di euro. E a fine anno sono 4,852 milioni i clienti primi intestatari delle Reti di consulenza, con una crescita annuale quantificabile in 150 mila unità.

Ma chi è il consulente finanziario oggi? A tracciarne un identikit sono i risultati dell’indagine semestrale del Centro Studi & Ricerche Anasf, l’Associazione rappresentativa dei consulenti finanziari autorizzati all’offerta fuori sede, attraverso 550 risposte degli associati. In media ha 56 anni, risiede nel Nord Italia (il 55% del campione) ed è uomo (85% del campione). Dati che confermano la necessità di favorire un ricambio generazionale e un maggior coinvolgimento delle donne nella professione.

Per quanto riguarda l’istruzione, gli operatori della consulenza finanziaria che possiedono un diploma si confermano essere i più numerosi (53%), seguiti da coloro che hanno conseguito una laurea magistrale o a ciclo unico (35%). La maggioranza del campione (52%) è in possesso di una certificazione professionale, che sottolinea l’attenzione rivolta dai consulenti finanziari alla propria formazione e aggiornamento professionale.

Il consulente finanziario gestisce mediamente 220 clienti. Questi hanno un patrimonio medio che si colloca nella fascia tra gli 80mila e i 120mila euro. Risulta evidente come le risparmiatrici rappresentino una potenziale clientela da raggiungere: circa la metà del campione (47%) dichiara che la percentuale media delle donne prime intestatarie è inferiore ad un terzo del totale dei clienti serviti.

La maggioranza dei consulenti finanziari (61%) ha un portafoglio medio complessivo inferiore ai 30 milioni di euro, mentre solo nel 2% dei casi supera i 100 milioni. Rispetto alla composizione dei portafogli si conferma la predilezione dei consulenti finanziari per il risparmio gestito (in media, quasi la metà dell’allocazione), seguito dall’asset class assicurativo-previdenziale, dalla liquidità e dal risparmio amministrato. In crescita rispetto a un anno fa la quota di portafoglio rappresentata da prodotti sostenibili, segno dell’impegno dei consulenti nel promuovere questi prodotti.

Infine, in merito alla comunicazione con gli investitori, i consulenti finanziari mostrano una chiara preferenza per il contatto diretto nonostante l’ampia diffusione delle tecnologie digitali: oltre il 91% dei consulenti dichiara di incontrare fisicamente i propri clienti per la maggior parte del tempo, mentre meno del 10% preferisce l’utilizzo dei canali digitali per la comunicazione.

In questo contesto, la consulenza finanziaria emerge come un elemento cruciale per gli investitori, consentendo anche ai meno esperti di gestire il proprio patrimonio con lo scopo di ottenere rendimenti positivi nel lungo periodo attraverso portafogli personalizzati. Un’interazione diretta rafforza la fiducia tra investitore e consulente, elemento fondamentale per comprendere appieno le esigenze del cliente. Inoltre, promuovere un ricambio generazionale e coinvolgere più donne nella professione di consulente finanziario arricchisce la diversità e favorisce una consulenza più inclusiva, adattata alle varie sfaccettature della clientela contemporanea.