Economia

Clima e mercato immobiliare, secondo Banca d’Italia c’è una relazione e un po’ preoccupa

31
Luglio 2023
Di Giampiero Cinelli

Il clima influenza il mercato immobiliare. Hanno provato a dimostrarlo Michele Cascarano e Filippo Natoli in uno studio pubblicato da Banca D’Italia, in cui sono stati raccolti circa due milioni di annunci, sia online che offline sul territorio italiano tra il 2016 e il 2019, mettendoli in rapporto con le dinamiche delle temperature e il meteo. La raccolta dei dati meteorologici è stata giornaliera. Ebbene, le alte temperature facevano calare le domande di abitazioni, spostando la preferenza verso strutture con migliori standard termici, inoltre si allungavano i tempi tecnici delle transazioni, oltre a registrarsi ritardi in pratiche già avviate. La ricerca diventava prevalentemente digitale invece che fisica nei periodi di eccessivo caldo o freddo.

Un effetto è stato anche rilevato sui prezzi degli immobili in vendita, che in alcuni casi non riuscivano a recuperare competitività. Specie le case meno attrezzate da in punto di vista del controllo della temperatura,. Nelle case meno resilienti si vede che la linea che determina il livello dei prezzi scende vistosamente, mentre nelle case più attrezzate la flessione è più contenuta.

Come notano i ricercatori, «l’aumento del numero di giorni con temperature medie superiori a 25◦C
entro un mese riduce la ricerca di alloggi, sia online che fisici. Il numero di clic sugli annunci online e il numero di richieste di contatto ricevute dai venditori è generalizzato. Su un arco di 12 mesi, la tendenza a cliccare sugli annunci e ad accordare un appuntamento sono calate in modo più o meno parallelo al variare delle temperature».

Si legge nel report: «Per quantificare tali effetti si consideri che nel campione in esame la media il numero di giorni con temperature superiori a 25°C è 3,3 (quindi la media del nostro regressore è 4,3): se questo parametro aumenta di un solo giorno, gli appuntamenti presi con acquirenti e venditori in quel
mese e città sono entrambi ridotti di circa il 2%. Alla luce della crescente volatilità in temperature dovute ai cambiamenti climatici, questi effetti possono diventare sempre più gravi tempo».

Nell’arco di un mese, e su un periodo di un anno, un effetto similare in termini di riduzione di click sugli annunci e richieste di contatto, al superare dei 25°, è stato rilevato anche per quanto riguarda gli appartamenti in affitto.

Gli studiosi scrivono nelle conclusioni: «Troviamo che un aumento nell’incidenza delle temperature calde influisce in modo significativo sulla ricerca di alloggi, sia online che fisica, aumentando il tempo sul mercato degli annunci immobiliari. Questo a sua volta riduce transazioni immobiliari e prezzi, dove quest’ultimo effetto proviene da case che non sono percepite come strutturalmente sicure per il clima, cioè resilienti ai futuri rischi climatici. Concentrandosi sul mercato immobiliare, questo documento fa luce sugli effetti del cambiamento climatico sulle attività di ricerca e sottolinea il ruolo della temperatura come driver dei prezzi delle case. Studiare come cambia il clima influisce su altri tipi di attività di ricerca o altera la connessione tra ricerca online e fisica può essere una strada promettente per gli studi futuri».

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