Economia
Caro Natale, quanto ci costi?
Di Marta Calderini
A Natale siamo tutti più buoni, ma anche più poveri e stanchi. Da un lato c’è chi parla di “ripresa dei consumi”: Unimpresa stima una spesa media familiare in crescita di circa il 5% rispetto allo scorso anno, intorno ai 964 euro tra regali, cenone e piccola fuga natalizia. Una cifra che però va letta insieme al contesto, perché se i prezzi del carrello alimentare negli ultimi anni sono saliti in modo sensibile – e secondo Istat tra 2021 e 2025 l’aumento sui beni alimentari vale circa un quarto, con rincari ancora più marcati su alcune categorie come latte, formaggi e uova e anche su pane e cereali – allora quel “+5%” non suona come benessere, ma come sforzo.
Dall’altra c’è la fotografia più vera, quella di un Paese costretto a fare i conti con portafogli sempre meno pieni: Altroconsumo racconta che più di un terzo degli italiani vive l’acquisto dei doni come tensione e quasi uno su due ammette che finisce per spendere più del previsto. In parallelo, l’indagine Emg Different per Facile.it descrive un Natale che prova a tirare il freno: 204 euro pro capite di spesa per regali, 8,7 miliardi complessivi, quasi il 20% in meno dell’anno precedente, con un dettaglio che è tutto fuorché secondario: una parte dei pacchetti sotto l’albero non è “pagata”, è “spalmata”, perché circa il 18% dei regali passa da prestiti o Buy Now Pay Later. Sembra un tecnicismo, ma uno studio di mUp Research per Facile.it evidenzia che circa 800 mila italiani hanno già fatto ricorso al credito al consumo o a un prestito personale per comprare i regali, e molti si sono mossi con largo anticipo per inseguire sconti, iniziando un mese prima non solo con i doni ma anche con la spesa alimentare, pur di non arrivare a mani vuote e di non farsi travolgere dai prezzi sotto data. Un conto a cui si deve aggiungere, per esempio, il costo di uno spostamento per i fuori sede. Un’indagine Altroconsumo ha calcolato che quest’anno il prezzo dei voli aerei è aumentato fino al 700% su alcune tratte e dei treni ha raggiunto quasi il 200% in più.
Eppure far quadrare i conti non è nemmeno l’unica preoccupazione: le feste somigliano sempre meno a una pausa e sempre più a un secondo lavoro, tra regali da incastrare con ufficio e corriere, recite e calendari da coordinare, menu da pianificare, casa da tenere in piedi, aspettative da non deludere, con l’ansia dell’“organizzare tutto bene” che diventa la parte dominante. I numeri lo confermano: per l’Osservatorio IT Sanpellegrino le criticità più citate durante le festività sono incombenze domestiche (64%), stress per regali e preparativi (63%), impegni lavorativi che non mollano (54%) e stanchezza generale (52%). E quel carico, quasi sempre, non pesa uguale: tende a schiacciarsi sulle donne, che in Italia guadagnano in media il 5,6% in meno degli uomini (dato Istat 2022) eppure, secondo le stime, per le feste spenderanno circa il 4% in più.
Un bilancio difficile da digerire, ma come ogni anno basta un amaro, un po’ di crema al mascarpone e si manda giù tutto.





