Economia

Bitcoin sale ancora e i suoi Etf raccolgono 3 miliardi in un mese

15
Febbraio 2024
Di Giampiero Cinelli

Gli addetti ai lavori se lo aspettavano ed è successo. Dopo l’approvazione del primo Etf (prodotto finanziario molto diffuso, adatto ai risparmiatori, che replica l’andamento degli indici borsistici) legato al valore del Bitcoin, la criptovaluta è salita oltre i 52.000 dollari per un +22% nel 2024. Il massimo storico raggiunto dal bitcoin è quota 69.000 dollari a novembre 2021.

Per quanto riguarda gli Etf, le 11 società autorizzate dalla Sec a quotare il proprio prodotto agganciato al prezzo Bitcoin, hanno raccolto complessivamente 3 miliardi. Le prime due in termini di raccolta sono BlackRock e Fidelity. Dato che si tratta di “Etf fisici” gli emittenti devono detenere il collaterale a garanzia. Di conseguenza un aumento dei flussi verso questi Etf si traduce in automatico in un aumento della domanda di Bitcoin da reperire. Un risultato straordinario, visto che, per intenderci, gli Etf sull’oro fisico (lanciati nel 2004) hanno impiegato due anni per ricevere lo stesso ammontare.

Ma attorno agli Etf bitcoin stanno beneficiando anche altri prodotti finanziari del mondo cripto. Le azioni di Coinbase, una delle più importanti piattaforme di scambio, sono salite del 10% nell’ultima seduta e del 120% da novembre. Stesso ragionamento per le azioni MicroStrategy, azienda tecnologica guidata da Michael Saylor, da molti considerata ormai una sorta di ulteriore Etf su Bitcoin. Mentre il presidente esecutivo dell’azienda stessa ha avviato un piano di accumulo che ha portato nei giorni scorsi MicroStrategy a detenere la quantità record di 190mila Bitcoin per un controvalore al prezzo di ieri di quasi 10 miliardi di dollari.

Per adesso gli Etf di bitcoin non sono disponibili sul mercato europeo per il cliente retail, ma non è da ciò che potrebbero provenire futuri problemi, bensì dal cosiddetto “dimezzamento” (halving nel gergo). In che senso? Forse non tutti sanno che l’obiettivo di chi si occupa di bitcoin e criptovalute è far sì che queste risorse diventino scarse e quindi preziose, un po’ come l’oro, per incarnare perfettamente un bene rifugio e un asset su cui puntare lauti guadagni. Questo implica che ogni quattro anni la quantità di bitcoin emessa venga molto ridotta. La previsione è che ad aprile si passerà da 900 bitcoin emessi quotidianamente a 450. Se al momento, come suggerisce una regola consolidata dell’economia, la progressiva scarsità di una risorsa associata a un’alta domanda sta spingendo verso l’alto il valore di mercato, a lungo andare tale effetto rischia di affievolirsi e le aziende coinvolte dovranno fare i conti con una limitata possibilità di transazioni, andando incontro a profitti minori. Gli esperti però già lo sanno e si dicono preparati. Gli analisti aspettano di vedere come si comporterà il settore.

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