Economia
Bce, tassi giù al 2%: inflazione nel target, bene per i mutui variabili
Di Giampiero Cinelli
La Bce Centrale ha annunciato una riduzione dei suoi tassi di interesse chiave di 25 punti base, portando il tasso di deposito al 2,00%, il tasso di rifinanziamento principale al 2,15% e il tasso di rifinanziamento marginale al 2,40%. Questa decisione, la ottava consecutiva da giugno 2024, riflette un contesto economico complesso, con inflazione che si sta stabilizzando intorno al target del 2% e sfide strutturali persistenti.
I nuovi tassi entreranno in vigore l’11 giugno 2025. Il tasso di deposito al 2% è il chiaro segno di un ulteriore allentamento della politica monetaria rispetto al 2,25% precedente.
L’istituto di Francoforte ha motivato la decisione sulla base delle proiezioni sull’aumento generale dei prezzi europei: 2,0% per il 2025, 1,6% per il 2026 e 2,0% per il 2027. L’inflazione core (il parametro che esclude energia e alimentari, anche detto inflazione di fondo) è prevista al 2,4% nel 2025 e al 1,9% nei due anni successivi. Fattori come prezzi energetici più bassi, un euro più forte e una moderazione della crescita salariale hanno contribuito, come evidenziato nel comunicato. Inoltre, la Bce ha rivisto al ribasso le previsioni inflazionistiche di 0,3 punti percentuali per il 2025 e il 2026, riflettendo un miglioramento delle dinamiche sottostanti.
I mercati hanno reagito con un moderato ottimismo. Secondo CNBC, lo Stoxx 600 è salito dello 0,1%, il CAC 40 dello 0,1%, mentre il FTSE britannico ha aperto a 8.802 (+4 punti), il DAX a 24.276 (+22 punti) e il FTSE MIB italiano a 40.123 (+46 punti). Notably, le azioni di Wise sono aumentate dell’8,4% dopo aver superato le aspettative sui profitti. Tuttavia, Reuters segnala che gli investitori stanno già scontando una pausa nei tagli per luglio, suggerendo che questa potrebbe essere l’ultima riduzione per il momento .
La crescita del PIL eurozona è prevista al 0,9% nel 2025, l’1,1% nel 2026 e l’1,3% nel 2027, secondo la BCE. Tuttavia, sfide strutturali persistono. Reuters evidenzia che le tensioni commerciali con gli Stati Uniti stanno danneggiando l’attività economica, con effetti duraturi sulla fiducia e sugli investimenti. Inoltre, un workforce in riduzione a causa dell’invecchiamento della popolazione potrebbe mantenere elevate le pressioni salariali, mentre aumenti della spesa per la difesa europea e i costi della transizione verde potrebbero alimentare l’inflazione futura. La BCE adotterà un approccio “dato per dato”, senza pre-commitment, come dichiarato. Alcuni analisti, come riportato da Reuters, ipotizzano che la BCE potrebbe considerare aumenti dei tassi alla fine del 2026, qualora le previsioni inflazionistiche del 2027 dovessero spingere a farlo.
Gli effetti sui mutui in Italia
La decisione porta un sollievo economico diretto per le famiglie italiane, con un impatto significativo sui mutui a tasso variabile. Secondo le stime del Codacons, questa misura consente un risparmio mensile compreso tra 13 e 30 euro sulle rate, in base all’importo e alla durata del mutuo. Per un mutuo ventennale di importo tra 100mila e 200mila euro, contratto per l’acquisto della prima casa, la rata mensile si riduce di un valore tra 13 e 27 euro, traducendosi in un risparmio annuo che va da 156 a 324 euro. Per i mutui trentennali, il beneficio è ancora più marcato, con una diminuzione della rata mensile tra 15 e 30 euro, equivalente a un risparmio annuo tra 180 e 360 euro.
Tuttavia, il Codacons invita alla cautela, sottolineando che i dazi commerciali rappresentano un rischio per la stabilità del mercato dei mutui. Un loro eventuale aumento potrebbe spingere i tassi di interesse verso l’alto, con conseguenze significative per i bilanci delle famiglie italiane.
