Economia

Assemblea Confcommercio, occupazione e consumi le sfide attuali

11
Giugno 2025
Di Giuliana Mastri

Nel 2025, i comparti del commercio, della ristorazione e dell’ospitalità affronteranno una carenza di circa 260.000 lavoratori. Questo è quanto emerge dalle analisi condotte dall’Ufficio studi di Confcommercio, rese note durante l’assemblea dell’associazione. Si tratta di un incremento del 4% rispetto all’anno precedente, una dinamica che desta preoccupazione per i potenziali effetti negativi sulla crescita economica dei settori coinvolti e, più in generale, sul PIL nazionale. Le professioni con maggiore difficoltà di reperimento includono commessi specializzati, addetti al banco carni e gastronomia, camerieri di sala, barman, cuochi e pizzaioli, gelatai, personale addetto alla pulizia e riordino delle camere.

In un videomessaggio rivolto ai partecipanti dell’assemblea di Confcommercio, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha ribadito l’impegno dell’esecutivo: «Continueremo su questa strada per rafforzare l’andamento positivo dell’economia, sostenere la domanda interna e proseguire nella riduzione del carico fiscale, con particolare attenzione al ceto medio». Ha poi aggiunto: «Questi sono i nostri obiettivi, che so essere anche i vostri: obiettivi di chi ama l’Italia e lavora ogni giorno con la volontà di renderla più forte, più grande e più rispettata. So di poter contare su di voi, così come voi potete contare su di me».

Secondo le previsioni dell’Ufficio studi di Confcommercio, nel 2025 il prodotto interno lordo crescerà dello 0,8%, mentre nel 2026 l’aumento previsto sarà dello 0,9%, a patto che non si verifichino nuovi shock legati a dazi o al costo dell’energia. Le stime si basano su diversi indicatori: i fondamentali dell’economia italiana, almeno nel breve periodo, restano solidi nonostante le incertezze internazionali. I redditi reali sono in aumento – anche per effetto dei recenti rinnovi contrattuali – con un incremento dell’1,3% nel reddito disponibile nel 2024 rispetto al 2023 e una crescita dei consumi dello 0,4%.

Nei mesi di marzo e aprile 2025 si è registrato un record storico per l’occupazione, con 24,2 milioni di lavoratori, pari a un aumento di oltre 2,1 milioni rispetto a gennaio 2021. In particolare, i dipendenti a tempo indeterminato sono cresciuti di quasi 1,9 milioni, rappresentando il 90% della variazione complessiva. La disoccupazione ha raggiunto i minimi storici, passando da 2,5 milioni a 1,5 milioni di persone. L’inflazione, in assenza di nuovi fattori critici, rimane sotto controllo: a maggio si attesta allo 0% su base mensile e all’1,7% su base annua. A sostenere ulteriormente l’economia contribuisce anche il “Sense of Italy”, ovvero la fascia premium del Made in Italy, il turismo e i servizi di mercato, settori che generano valore aggiunto e un saldo positivo della bilancia dei pagamenti in fase di espansione globale e che si riducono moderatamente in caso di rallentamento.

Un ulteriore elemento favorevole è rappresentato dall’atteggiamento accomodante della Banca Centrale Europea, che ha riportato i tassi di interesse di riferimento ai livelli di fine 2022.

L’Ufficio studi di Confcommercio ritiene ancora raggiungibile l’obiettivo di una crescita dei consumi reali pari all’1% sia nel 2025 che nel 2026. Tale previsione combina la solidità dei fondamentali economici con un contesto complesso, caratterizzato da una diminuzione della fiducia ma da un aumento nelle intenzioni di spesa dichiarate. Nell’arco dei prossimi 12 mesi, si prevede un avvicinamento ai livelli massimi di consumo pro capite reali del 2007. L’aumento della spesa, osservato su una scala storica di lungo periodo, è principalmente trainato dai servizi. Le famiglie mostrano una preferenza crescente per soluzioni, competenze e tempo altrui, piuttosto che per il possesso di oggetti materiali. Questo orientamento si inserisce in una visione del benessere legata alla qualità del tempo libero e alla riduzione dello stress e degli impegni quotidiani. Per il 2024, si stima un consumo pro capite di 21.500 euro – 452 euro in meno rispetto al 2007 – suddiviso in 10.300 euro per beni (-1.115 euro rispetto al 2007) e 11.200 euro per servizi (+657 euro rispetto allo stesso anno).