Cultura

Normandia: 80 anni dopo, il ricordo del giorno più lungo “un’alba eterna”

06
Giugno 2024
Di Giampiero Gramaglia

“In un giorno senza fine, un’alba eterna” – sono parole del presidente francese Emmanuel Macron -, gli alleati che nella Seconda Guerra Mondiale sconfissero il nazismo e il fascismo celebrano l’80° anniversario dello Sbarco in Normandia, la più grande operazione militare di tutti i tempi: il D-Day, il giorno più lungo.
Ci sono tutti, o quasi, i vincitori della Seconda Guerra Mondiale e di quella battaglia: americani e britannici, canadesi e australiani e neo-zelandesi, i maquisards francesi che, la notte del 1° giugno, fremettero quando Radio Londra trasmise “Les sanglots long des violons de l’automne”, il codice – un verso di Paul Verlaine – che voleva dire che l’operazione Overlord stava per scattare.
Ci sono i reduci, sempre di meno, anno dopo anno, i più giovani ormai centenari. E c’è Tom Hanks, che lo sbarco in Normandia l’ha fatto in ‘Salvate il soldato Ryan’ di Steven Spielberg, e oggi dice: “Non deve succedere mai più”. E ci sono molti leader, pure il presidente della Repubblica italiano Sergio Mattarella, anche se l’Italia, quel giorno, ebbe poca o nulla parte; e il cancelliere tedesco Olaf Scholz, cui i veterani stringono la mano.
Manca – segno dei tempi – il presidente russo Vladimir Putin. Eppure, senza la Russia, il nazismo, forse, non sarebbe stato sconfitto. C’è il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, il cui Paese, invaso dai nazisti, offrì militari in armi al Terzo Reich, come fecero tutti i Paesi occupati. Nel 2014, dieci anni or sono, l’incontro qui tra Putin e l’allora presidente ucraino Petro Poroshenko, mediato dall’allora presidente francese François Hollande e dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, segnò un passo verso gli accordi di Minsk e accese una speranza di composizione pacifica delle tensioni fra Russia e Ucraina. Ma le cose non sono poi andate per il verso giusto e l’invasione russa, quasi 28 mesi fa, ha aperto la guerra più sanguinosa in Europa dalla WW2.
Le spiagge scure e larghe, quando la marea è bassa, di Gold, Juno e Sword, di Utah e Omaha hanno ancora i segni dello sbarco. E tutta la regione costiera ne conserva ricordi epici e tragici, costellata di cimiteri di guerra che sono un monito, anzi ciascuno migliaia di moniti: solo a Colleville-su-mer, ci sono quasi 10 mila croci e stelle di Davide bianche di soldati americani.
Lì, oggi, il presidente Usa Joe Biden ha incontrato con Macron diversi veterani e loro familiari Poi, ha salutato gli altri leader, ha incontrato Zelensky, che rivedrà anche la prossima settimana in Italia, al Vertice del G7 in Puglia. Nel week-end, il presidente Biden farà una visita di Stato in Francia, sarà ricevuto all’Eliseo e avrà un lungo colloquio con Macron.
La folla che assiste riserva un’ovazione a Zelensky, applaude leader e reduci, ascolta Macron: “Siamo tutti figli” di quel giorno, abbiamo tutti un debito di riconoscenza verso quei caduti.
La stampa Usa ha gli occhi puntati sull’anziano presidente, 81 anni e mezzo, specie dopo l’articolo al curaro del Wall Street Journal, secondo cui Biden, in alcuni incontri a porte chiuse, mostra i segni della sua età: chiude gli occhi a lungo, fa delle pause. L’articolo è basato sulla testimonianza, certo non benevola, dell’ex speaker della Camera Kevin McCarthy, ‘trumpiano’ scaricato, alla ricerca d’una riabilitazione: “Lo incontravo quand’era vice-presidente… Ora non è più la stessa persona”. Del resto, sono passati quasi dieci anni.
Il giornale scrive di avere sentito 45 persone, anche persone che lavorano con lui, dei democratici: Biden “ha buoni e cattivi momenti”. Le fonti della Casa Bianca smentiscono: “Deputati e senatori, leader stranieri. esperti della Sicurezza nazionale dicono che il presidente è un leader efficace”, e osservano che i repubblicani fanno affermazioni false su Biden come tattica politica.
Sia come sia, il presidente è un sorvegliato speciale, in questa missione europea lunga e faticosa. Impressionanti, oggi, le misure di sicurezza: la strada che da Caen conduce alle spiagge era chiusa al traffico e riservata ai cortei delle autorità e ai veicoli di reduci e giornalisti. Il giorno dello sbarco, i soldati protagonisti dell’operazione Overlord furono circa 160 mila; oggi, erano 43 mila i militari, gendarmi e poliziotti mobilitati, per la sicurezza di leader e reduci e contro le minacce terroristiche.
Il dramma, in queste occasioni, è sempre immanente: un veterano di 102 anni, Robert Persichitti, marine di evidenti origini italiane, è morto a bordo della nave che lo riportava là dov’era sbarcato ragazzo. Insegnante in pensione, Persichetti era partito entusiasta: tornava ogni anno a raccontarlo nelle scuole di Rochester (NY) e anche lui, come Tom Hanks, pensava che “Non deve succedere mai più”.
Sulle spiagge sorvolate dalle frecce tricolori francesi e britanniche, la colonna sonora è stata tedesca ed europea: l’Inno alla Gioia, i versi di Schiller, la musica di Beethoven, l’inno ufficioso dell’Unione europea, potente segnale di riconciliazione e integrazione nel segno d’una cultura che ha radici e tratti comuni da oltre Atlantico agli Urali.

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