Cultura

Intervista con Lobbystagram. Alfabeto del lobbista perfetto

25
Dicembre 2022
Di Alessandro Caruso

Questa è la classica intervista che non capiranno tutti. Chi è “del mestiere” la divorerà. Chi non lo è passerà il tempo a googlare per scoprire chi sono nomi, luoghi e fatti. Negli ultimi giorni si è fatto un gran parlare di lobbisti, molto spesso si è dovuto chiarire l'”ABC” della professione ai molti che ne fraintendevano le fondamenta. E allora chi è il lobbista? Lo chiediamo a Instagram. Più precisamente a Lobbystagram, la pagina nata da pochi mesi che ha spopolato nella “bubble istituzionale” e tra i suoi protagonisti, intrattenendoli con battute, storie e post esilaranti, che funzionano molto bene proprio perché intercettano la dialettica e le attudini del lobbista. Ovviamente, per lo stesso motivo, al di fuori della bubble non fanno ridere nessuno.
P.S: ve lo diciamo subito, in questo articolo non scoprirete la loro identità. Il mistero continua…

Come è nata l’idea di questa pagina?
«Innanzitutto buon Natale The Watcher Post, e grazie per darci l’opportunità di raccontare. L’idea è nata quasi per caso in uno dei tanti gruppi di scambio doc. uno di quelli cui tutti dicono di non far parte ma in realtà ci stanno. In questi gruppi non esistono rivalità ma solo consorterie tenute celate ai “capi della bubble” dove vige una sola regola quella del “passare tutto”. Si tratta di una sorta di codice segreto e di precisa lealtà tra lobbisti “te lo giro ma non mi mandare bevuto”. Oltre a questo siamo anche simpatici per cui oltre ai documenti di particolare interesse, girava anche qualche meme… e da lì tutto questo».

Come potete immaginare, tra gli addetti ai lavori è scattata subito la psicosi “chi c’è dietro questo gruppo”. Lo dichiarerete mai?
«L’abbiamo intuito quando ad uno degli eventi settimanali frequentati dalla crème della bolla politica uno dei nostri in fila per prendere da bere ha sentito un personaggio, noto ai più per il suo lavoro da assistente parlamentare, dire “pensa che lobbystagram potrebbe essere qui”… una delle menti di questo progetto era dietro di lui. Detto ciò, alcuni penseranno che l’anonimato dietro cui ci nascondiamo è supponenza, grandeur o vanità: vogliamo rassicurarli, nulla di tutto ciò, serve solo a salvaguardare la nostra voglia di essere liberi nella creatività». 

Nelle ultime settimane ci avete intrattenuti con le storie dedicate alla Legge di bilancio. Quali sono state le più apprezzate?
«In realtà pensiamo che la più apprezzata di sempre sia la meme del treno che investe scuolabus. Solo che quando l’abbiamo fatta avevamo veramente tre gatti di follower e infatti ha pochi like, però nei giorni della legge di bilancio è stata rilanciata: descrive una realtà, i pareri del MEF arrivano e sono inesorabili, pensiamo che questi giorni ce lo abbiano dimostrato… Ah volevamo svelare una cosa a tutti: i SUPERSEGNALATI sono come BABBO NATALE non esistono! So che molti piangeranno, valuta tu se inserirla».

L’abbiamo inserita, ormai siete cresciuti, è il tempo di sapere. Si continua…

Lo “sdoganamento” concettuale del lobbista si deve anche a operazioni di comunicazione tipo questa. Avete avuto anche qualche feedback da non addetti ai lavori? E di che tipo?
«Guarda se vuoi proprio saperlo i primi messaggi ci hanno chiesto se volevamo uscire a prendere un drink, oltre a questo ci chiedevano…vabbè lasciamo perdere. Detto ciò il nostro mito Claudione Velardi (all’inizio volevamo chiamarla “le bimbe di Velardi” ma temevamo di offendere la sua sensibilità e ce ne scusiamo pubblicamente se magari lo abbiamo fatto con altri meme), insomma il Guru di molti lobbisti ci ha mandato qualche reaction ogni tanto. Comunque da proprio non addetti ai lavori difficile, diciamo comunque persone varie del quadrato politico: assistenti parlamentari, comunicatori, giornalisti anche qualche deputato».

Qualcuno teme che dopo la legge di bilancio vi terminerà la fantasia. Vogliamo tranquillizzarli?
«Dopo una legge di bilancio, come sanno bene tutti i nostri colleghi, c’è sempre un Milleproroghe». 

Sapete qual è stata una storia che ha circolato tantissimo? La classifica delle società di lobbying che avete pubblicato qualche settimana fa. Lì avete rischiato di farvi riconoscere…
«In che senso? Siamo primi in quella classifica».

Certo, sul Qatar nemmeno una story. Come mai?
«Lo confessiamo Eva Kaili e Antonio Panzeri sono admin della pagina e tutto questo progetto è stato possibile grazie ai soldi qatarioti. Ovviamente scherziamo, ci manca solo l’avviso di garanzia per una pagina instagram. Comunque non volevamo entrare in questa narrativa, abbiamo fatto una stories su Panzeri ma non ha avuto molto successo, lasciamo il campo su questi temi a persone molto più in vista di noi: Fabio Bistoncini, Francesco Delzio, Gianluca Comin, Ernesto Di Giovanni, Giusi Gallotto, Claudio Velardi e altri hanno dato una voce in questi giorni a cosa vuol dire fare il lobbista sulla carta stampata o in tv, da noi la gente vuole ridere, ridere! (Qualcuno cerca anche da noi notizie sui provvedimenti)».

Facciamo un profilo del lobbista: che posti frequenta dopo il lavoro?
«I soliti noti: Piazza di Pietra (ci si becca in PdP), via della Scrofa molto di moda da quando c’è la sede del primo partito, Uffici del Vicario, Piazza Firenze, San Lorenzo in Lucina, un passaggio in zona Largo Chigi per incontrare l’amico del Governo, ora sotto Natale qualche vasca a Piazza Navona. Molti pranzi o cene da Maxelà o da Settimio all’Arancio. La partita del caffè si gioca tra la Caffettiera, Giolitti, Sant’Eustachio/Ginger».

Se è uomo, come si veste?
«Cerca sempre occasioni in quei sette negozi tutti uguali di moda classica per uomo. La marca è nota, la proprietà pure, non saremo noi a fare il nome. Marinella, Talarico, Missoni come cravatte e un paio Velasca ai piedi».

E se è donna?
«Le nostre quote rosa ci dicono che gradirebbero andare a lavoro con le Louboutin, se qualcuno potesse accontentarle. Di solito comunque il “sempre verde” è la borsetta di tela di tiger (o del cliente/evento seguito) dove dentro ci sta tutto dalle preziose moleskine ai fascicoli degli emendamenti stampati, come una volta».

Cosa legge?
«Io sono il Potere, Vent’anni da sporco Lobbista, Il mestiere del potere, Il Principe di Machiavelli».

Che beve?
«Nell’ordine Negroni, Gin Tonic, Moscow Mule… lo spritz è come l’acqua».

Ma quando si incontra con gli amici non lobbisti, di cosa parla?
«C’è un meme anche su questo, “quando devi spiegare ai tuoi amici il tuo lavoro…”. È sempre un dramma, ora poi».

Dove va in vacanza?
«Dovunque basta che prenda il 5G per ricevere i documenti e gli insights».

Cosa guida per muoversi in città?
«Per sua stessa ammissione il lobbista medio alla fine gira in taxi. Conduce perennemente battaglie per i principali competitor dei tassisti, ma poi cede al fascino dell’auto bianca, non avendo ancora quella blu».

Quale sarebbe l’emendamento giusto per Lobbystagram?
«Dopo l’art. XX aggiungere il seguente: Art. XXX-bis (Bonus Meme).
1. Al fine di garantire la corretta conoscenza e la cultura della professione lobbistica alla pagina instagram “Lobbystagram” a decorrere dal 2023 è concesso per ogni meme l’importo pari a € 500.

2. All’onere di cui al comma 1, pari a 400 milioni, si provvede mediante corrisponde riduzione del fondo di cui al comma 3 dell’art. 152 della presente legge».

Per chiudere, che ne pensate del locale nuovo di Piazza di Pietra, quello della mortadella?
«Ci dicono essere la nuova attività di Tardelli e della Merlino».