Cultura

In viaggio nelle coste sud ovest della Turchia, alla scoperta del silenzio

28
Agosto 2023
Di Alessandro Caruso

C’è qualcosa di magico che aleggia per le coste sud-occidentali della Turchia, nel distretto di Marmaris, nella provincia di Muğla. Sarà per il mare caldo e placido, per il vento silenzioso o per quella lentezza che accompagna ogni suono, dall’intercalare della gente fino all’ondeggiare dei caicchi, che solcano numerosi tutte le rotte tra le affascinanti calette dell’area. Calette dove è possibile concentrarsi sulla natura incontaminata, vera peculiarità della zona, e sui tramonti maestosi, dove la terra sembra quasi più vicina al sole infuocato. Un connubio tra acqua, terra e fuoco, condito sempre dal silenzio, talvolta interrotto dal fluttuare delle tartarughe o dagli zoccoli delle capre che scalano le rocce. Un panorama insolito per le aree ad alta densità turistica, ma qui reso possibile dalla scarsissima antropizzazione della regione. Chilometri di costa da percorrere in barca senza incontrare mai un insediamento dell’uomo, a parte i rari attracchi e qualche piccolo centro abitato nelle strette baie tra le radure. E ovviamente gli yacht e i caicchi, unico mezzo per esplorare i promontori e le insenature di questa terra così particolare. La navigazione è una tradizione antica da queste parti e resta ancora oggi il mezzo di spostamento prevalente. Nella baia di Bozburun, come in quelle vicine, infatti, non c’è hotel o club che non abbia il suo molo per l’attracco di tender e gommoni.

LA GENTE
Scendere a terra è un’occasione per sperimentare il contatto con la popolazione locale. Schivi e guardinghi, tuttavia generosi e prodighi nei confronti dei turisti (dalla Turchia, tanti, e dalla Russia. Pochi europei e, stranamente, pochissimi italiani). Ma l’internazionalità di Istanbul e la frenesia della non distante Bodrum da queste parti sembrano lontanissime, perché qui il tempo sembra essersi fermato a molti anni fa. Le contraddizioni non mancano, come tipico di tutti i territori alle prese con una crescita rapida e scoordinata. Ai piccoli suk improvvisati e alle vecchie e rumorose automobili si affiancano club esclusivi e bar di tendenza. Tuttavia l’accoglienza, anche in questi posti, è poco formale, poco raffinata e influenzata dalle abitudini occidentali, ma autentica e locale, schietta e talvolta anche un po’ rude, complicata, in parte, dalla quasi inesistente conoscenza dell’inglese. Complicata, è vero, ma in fondo anche più sincera, quando per intendersi, in fondo, basta un sorriso, e, per accordarsi, una stretta di mano.

LA MOVIDA
Tuttavia il silenzio resta in rada se si decide di trascorrere una serata a terra. Tra i tanti ristoranti e club ne spiccano decisamente alcuni più esclusivi e ricercati, dove è possibile degustare le prelibatezze dei sapori mediterranei o dove ci si può intrattenere con coinvolgenti djset, oppure con gruppi di musica dal vivo tradizionali. La costante è sempre la stessa: quando il ritmo sale di volume, non c’è compostezza che tenga, ci si scatena, si libera il folklore.

SI TORNA IN RADA
Ma è tornando in rada che si apprezza la verità di questi posti, quando si tocca con mano l’effetto del silenzio. E del buio. Per capirlo basta alzare lo sguardo e perdersi nel cielo trafficato di stelle. Sono tante, sono brillanti, sono ipnotiche. La Turchia è celebre per questi scorci che regala. Per capirlo bisogna vederlo.

Questo è un luogo che lascia la nostalgia del ritorno. Non a caso nel ristorante greco nella baia di DMaris quando si aprono le danze e si sale sui tavoli per ballare vengono consegnati dei piatti. Bisogna scriverci un desiderio e poi scaraventarli a terra affinché questo si avveri… Il desiderio più frequente, che si legge tra i cocci, in tutte le lingue, è sempre lo stesso: tornare!

Specialmente se la compagnia di viaggio è stata quella più entusiasmante che si potesse desiderare.

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