Cultura

Festival Nazionale delle Università: Italia del futuro, Paese per giovani

24
Giugno 2024
Di Ilaria Donatio

Dal 19 al 20 giugno 2024, l’Università degli Studi Link ha ospitato a Roma la terza edizione del Festival Nazionale delle Università, appuntamento annuale dedicato a tutti gli Atenei italiani per condividere il patrimonio accademico di conoscenza e ricerca del nostro Paese.

Con il patrocinio del Comune di Roma, della Regione Lazio, dell’Agenzia Italiana per la Gioventù e del Consiglio Nazionale dei Giovani, con la partecipazione di ITA Airways e BPER Banca, questa edizione  – dal titolo “Futuro Italia: un paese per giovani” – ha approfondito il tema delle generazioni a confronto e delle relative implicazioni in diversi ambiti come quello della conoscenza, della salute e del welfare.

In una società che vede allungarsi le aspettative di vita, con un calo costante di natalità e diverse disponibilità economiche e propensione ai consumi, si fa forte l’esigenza di ridisegnare politiche che diano equità anche alle nuove generazioni che si affacciano allo studio e al lavoro.

“Questo Festival è una grande opportunità che ha un’ambizione ancora più grande: individuare le strategie per trasformare il nostro Paese, che dà troppo poco spazio ai giovani”. A parlare Valentina Aprea, responsabile nazionale scuola di Forza Italia. “Bisognerebbe, invece, scommettere sulle loro competenze e sulla loro passione. I ragazzi che sono intervenuti ci hanno detto, chiaramente, che vorrebbero andare all’estero per lavorare o studiare. Dobbiamo lanciare un appello affinché ci sia una preparazione internazionale trasversale, con conoscenza delle lingue, della tecnologia e della geopolitica. Solo così i giovani potranno aiutarci a far tornare il nostro Paese tra le potenze mondiali”.

In Italia, oggi, gli over 50 rappresentano il 46,7% della popolazione mentre la generazione Z – nata tra la metà degli anni 90 e nei primi dieci anni del 2000 – è quella che vive costantemente connessa, che richiede esperienze altamente soddisfacenti e personalizzate, anche durante gli acquisti, con una forte attenzione per le questioni che riguardano la sostenibilità ambientale. 

“Se la maggioranza dei ragazzi pensa di andare all’estero, evidentemente le prospettive di futuro in Italia non sono buone”, ha riflettuto Ubaldo Livolsi – Livolsi&Partner – intervenuto nel panel “Pensione Millennials”. E ha rilanciato: “Dobbiamo puntare sulle nuove generazioni per far crescere il nostro Paese, e la responsabilità della classe dirigente deve essere questa: programmare in grande il futuro”.

“Lo sport come unione tra generazioni e tra culture” è stato il titolo del panel al quale hanno presto parte Giovanni Malagò, Presidente del Coni, e Vittorio Brumotti, conduttore televisivo e Campione di Bike-Trial.

Per Malagò “gli atleti sono un esempio per i giovani, degli eroi moderni. Pensiamo solo che gli atleti, anche nel post carriera, sono testimonial di molti brand e i giovani, di conseguenza, si rivedono in loro. Questo fa capire quanto possa essere vincente la loro immagine, anche in senso di emulazione”. Il Presidente del Coni ha poi sottolineato come tanti giovani vadano all’estero e che questa rappresenti un po’ “una sconfitta per il nostro Paese”: “lo sport potrebbe essere un argine per tutto ciò, creando un modello che consenta di avere opportunità lavorative”.

Infine, un’esperienza diretta raccontata da Marco Scioli, Fondatore e Presidente di Starting Finance: “Tre anni fa ero studente”, ha raccontato Scioli, “ora è un orgoglio essere dalla parte dei relatori e raccontare come persone che sono partite dal periodo universitario abbiano potuto sviluppare delle start-up proprie, senza passare per un lavoro subordinato in azienda. Eventi come questi sono ben visti dagli studenti, perché li mettono in diretto contatto con la società”.

Carlo Alberto Giusti, Rettore dell’Università degli Studi Link, ha chiosato: “Nella terza edizione del festival, abbiamo raccolto ancora una volta grande entusiasmo da parte dei giovani. È per questo che dobbiamo essere a loro disposizione e ascoltarli deve essere un dovere per le istituzioni e, in particolar modo, per il sistema universitario italiano. Dopo la pandemia, con ancora maggior forza, i ragazzi hanno urlato di voler essere ascoltati ed eventi come questo li rendono protagonisti per potersi esprimere”.

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