Cultura

Educazione finanziaria: l’Italia avanza, ma la sufficienza resta lontana

06
Novembre 2025
Di Elisa Tortorolo

Nonostante segnali di miglioramento, l’Italia resta in ritardo sul fronte dell’educazione finanziaria e assicurativa. I risultati dell’Edufin Index 2025, pubblicati in queste ore, restituiscono l’immagine di un Paese che inizia lentamente a prendere coscienza dell’importanza della cultura economica di base, ma che non riesce ancora a tradurla in comportamenti diffusi e sistematici.

Il rapporto, promosso da Alleanza Assicurazioni (Gruppo Generali) con il supporto della Fondazione Mario Gasbarri e la collaborazione scientifica della SDA Bocconi, misura il livello medio di competenze finanziarie e assicurative degli italiani in 56 punti su 100, ancora quattro al di sotto della soglia di sufficienza, fissata a 60. 

L’indagine ha introdotto quest’anno un focus inedito sull’impatto dell’allungamento della vita e sulle nuove sfide previdenziali, temi destinati a pesare sempre di più sul futuro economico del Paese. Secondo gli autori, comunque, il dato grezzo non racconta tutto. Il vero problema non risiede tanto nella mancanza di conoscenze teoriche, quanto nella difficoltà di trasformare la consapevolezza in azione concreta. Solo il 40% degli italiani dichiara di gestire in modo attivo e consapevole le proprie finanze, pianificando risparmi, investimenti o coperture assicurative. È un segnale di quanto la cultura economica sia ancora percepita come un ambito specialistico, riservato agli esperti, e non come una competenza di cittadinanza.

In questo quadro, emergono però anche elementi incoraggianti. La quota di “analfabeti finanziari e assicurativi” puri scende al 10%, due punti in meno rispetto al 2024. Si tratta di una riduzione modesta ma significativa, che mostra come gli sforzi di divulgazione stiano lentamente producendo risultati. Anche sul fronte dei divari strutturali si registrano piccoli ma costanti passi avanti: il gender gap si stabilizza a 5 punti (59 per gli uomini, 54 per le donne), mentre i residenti del Sud e delle Isole migliorano di un punto, da 53 a 54. Un progresso analogo si osserva tra i giovani under 34, che passano da 54 a 55, segnale di una crescente sensibilità generazionale verso la pianificazione economica e previdenziale.

Secondo gli esperti, la maggiore attenzione dei più giovani potrebbe essere legata anche alla diffusione di strumenti digitali e contenuti divulgativi online, che negli ultimi anni hanno reso più accessibili i concetti base di finanza personale. Tuttavia, resta il rischio che l’informazione resti superficiale, confinata ai social o a canali non sempre affidabili. 

A confermare l’importanza di un approccio sistemico è Giancarlo Fancel, Country Manager e CEO di Generali Italia, secondo cui “l’educazione finanziaria è una competenza fondamentale per costruire una società più equa e consapevole”. Il gruppo assicurativo ha investito su questa direzione attraverso il Programma Nazionale di Educazione Finanziaria e Assicurativa, che punta a diffondere competenze di base non solo tra adulti e famiglie, ma anche tra studenti, lavoratori e pensionati, in un’ottica di formazione permanente.

In un Paese in cui l’invecchiamento della popolazione e la trasformazione del mercato del lavoro rendono sempre più necessario pianificare il futuro previdenziale, l’alfabetizzazione finanziaria diventa uno strumento cruciale: la sfida per i prossimi anni sarà quella di trasformare la conoscenza in pratica quotidiana.