Cultura
Banco Bpm e Il Foglio: quando l’agricoltura reale entra finalmente in scena
Di Ilaria Donatio
Da anni raccontiamo l’agricoltura come se fosse un paesaggio da cartolina. Campi perfetti, frutteti eternamente in fiore, contadini sorridenti come in una pubblicità di altri tempi. Un immaginario che consola, ma che tradisce. Perché la realtà è un’altra: fatta di fatica, stagioni imprevedibili, prezzi altalenanti, scarsa conoscenza pubblica dei meccanismi che governano la “macchina agricola”. Lo ricorda il Foglio nella premessa che ha dato il tono alla mattinata ospitata nella sede di Banco Bpm, a Milano, dove si è tenuto il convegno “Tante cose agricole spiegate veramente bene”.
L’obiettivo dichiarato era proprio questo: smontare il mito dell’agricoltura ideale per restituire voce a quella reale. Parlare di colture, tecnologie possibili e impossibili, rischi, mercati e soluzioni senza indulgere nelle semplificazioni che alimentano la distanza tra il dibattito pubblico e la vita vera degli agricoltori.
In questo quadro si inserisce l’intervento di Domenico De Angelis, Condirettore Generale con responsabilità sull’area Corporate Banking di Banco Bpm, che ha messo in guardia dall’euforia incontrollata intorno all’ospitalità rurale. Il connubio tra “agricoltura e turismo funziona”, ha detto, “ma va tenuto in equilibrio”: il rischio è che l’esplosione dei prezzi finisca per renderlo insostenibile, tradendo proprio quella autenticità che dovrebbe rappresentarne la forza. Anche perché molte attività agricole non possono contare su tecnologie sostitutive del lavoro manuale. Rimangono lavori che richiedono presenza costante, conoscenza del territorio e un impegno fisico che non può essere romanticizzato.
De Angelis ha poi ricordato che “il sistema bancario non sta arretrando di fronte alle difficoltà del settore”. Al contrario, il dialogo con aziende e filiere agricole sta crescendo, e i dati lo confermano. Il vino, ad esempio, vive da anni una stagione positiva, pur in un contesto segnato da prezzi anomali e non sostenibili. Alcune produzioni specialistiche tengono, ma restano vulnerabili a shock meteorologici sempre più frequenti. Le grandinate e le barriere incontrate quest’anno sul territorio, ha spiegato, hanno ridotto la produzione fino al 50 per cento.
Numeri e avvertimenti che restituiscono un quadro chiaro: per capire davvero l’agricoltura serve abbandonare la retorica del paradiso bucolico. Solo così si possono vedere i limiti, le potenzialità e i punti in cui intervenire. Ed è forse questo il merito più grande della giornata: riportare il dibattito sulla terra, finalmente, in tutti i sensi.





