Ambiente

Una Banca d’Italia sempre più green

08
Febbraio 2023
Di Daniele Bernardi

L’impegno di Banca d’Italia per l’ambiente ha radici lontane. Fin dal 2004, infatti, la Banca possiede la certificazione ambientale ai sensi della norma ISO 14001 per il processo di progettazione e stampa delle banconote. Nel 2008, poi, l’allora governatore Mario Draghi approvò il documento di Politica ambientale, uno scritto programmatico con tutti gli obiettivi che la Banca si è prefissa in materia di ambiente e sostenibilità ambientale.

Il documento venne aggiornato nel 2015, inserendo i seguenti traguardi:

  • Uso sostenibile delle risorse. Dall’efficienza energetica di impianti tecnologici e attrezzature informatiche, all’uso di fonti di energia rinnovabili, la riduzione del consumo di carta e una maggiore consapevolezza nell’uso delle risorse idriche.
  • Ottimizzazione nella gestione dei rifiuti. Meno rifiuti e recupero di quelli prodotti (banconote incluse).
  • Mobilità sostenibile. Promozione, tanto negli spostamenti casa-ufficio quanto nei viaggi di lavoro, di trasporto a minore impatto ambientale e, laddove non fosse possibile, la promozione di un maggiore ricorso al lavoro a distanza.
  • Acquisti green. A parità di funzionalità, Banca d’Italia si impegna a preferire l’acquisto di beni di consumo con un minor impatto sull’ecosistema.
  • Promozione della cultura ambientale. Formazione e sensibilizzazione sulla questione climatico-ambientale del personale e, perfino, dei partner esterni con cui la Banca interagisce, cooperando poi, qualora necessario, con le istituzioni.

Tutti questi obiettivi vengono raggiunti mediante un programma di azioni periodicamente redatto, ma anche grazie all’adozione di volta in volta di soluzioni e tecniche da parte dei singoli reparti e, soprattutto, per effetto di una maggiore trasparenza che permetta di segnalare quanto prima eventuali sgarri.

A questi documenti, dal 2010, si è aggiunto il Rapporto ambientale, un documento con cadenza annuale che raccoglie le principali iniziative introdotte da Banca d’Italia e rilascia un’istantanea dell’impatto dell’istituto finanziario sull’ambiente.

Nell’ultimo Rapporto Ambientale (2022), Banca d’Italia si è impegnata a fare la propria parte nella lotta ai cambiamenti climatici e nella tutela dell’ambiente, seguendo le direttive dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, dell’Accordo sul clima di Parigi e delle numerose strategie europee, come già ribadito in occasione della COP26 lo scorso anno.

Ma veniamo a noi… Nel Rapporto Ambientale del 2022 esce fuori che circa il 60% dell’energia proveniente da fonti rinnovabili ha origine eolica, 25% fotovoltaica e il restante 15% idroelettrica. Nella sede centrale di Palazzo Koch (e nelle altre filiali) è stata rinnovata la centrale termica, è stato poi ottimizzato il sistema di illuminazione delle sale che ospitano i centri di elaborazione dati. A tal proposito, Banca d’Italia ha aderito lo scorso 11 marzo all’iniziativa “M’illumino di meno”, spegnendo le luci esterni degli edifici, e il 26 dello stesso mese si è unita alla BCE nella mobilitazione globale “Earth Hour” del WWF. Complessivamente, questo sforzo ha permesso di diminuire dell’1,1% il consumo di energia rispetto al 2019. Non è molto, sì, ma comunque meglio di niente.

Anche il consumo d’acqua è diminuito rispetto ai livelli pre-pandemia (ben il 14% in meno), attribuibile, secondo l’Istituto, al minor numero di dipendenti presenti in sede. Non è stata ininfluente però anche la sostituzione degli impianti idrici in alcune filiali (da Reggio Calabria ad Arezzo) che hanno consentito di utilizzare acqua non potabile (invece che potabile) per irrigare le aree verdi degli edifici.

Il consumo di carta è diminuito addirittura del 59%. Ad aiutare è sicuramente la progressiva digitalizzazione dei processi interni a Banca d’Italia, come in altre aziende italiane. Dallo scorso ottobre, in particolare, è entrata in funzione una direttiva che consentirà di risparmiare addirittura circa cinque milioni di fogli all’anno. Per la carta utilizzata, comunque, non bisogna disperare: per la carta bianca (non riciclata), questa è provvista di marchio Ecolabel UE, sinonimo di qualità ecologica; accanto ad essa, viene utilizzata carta riciclata secondo standard europeo EMAS, anch’essa recante l’Ecolabel UE.

Il consumo, laddove non può essere ancor più limitato, non costituisce comunque necessariamente un rifiuto: solo nel 2021 sono stati oltre 1.400 i pasti non consumati nelle mense della Banca che sono stati donati a organizzazioni di beneficienza; agli alimenti si aggiungono poi i beni: in alcune sedi del Lazio sono stati raccolti circa un centinaio di occhiali e cellulari usati che sono poi stati donati alle associazioni, lo stesso vale per gli arredi, i computer e molto altro.

Per quanto riguarda la mobilità, il successo delle modalità di smartworking e tele-lavoro ha permesso di ridurre dell’85% gli spostamenti, con conseguente abbattimento delle emissioni. Nelle strutture di Roma e Frascati, inoltre, sono state rilasciate 15 nuove autovetture elettriche e a Roma anche 10 biciclette a pedalata assistita per gli spostamenti tra le sedi.   

Ad essere spesso messo sotto accusa, quando si parla di Banche e impegno ambientale, non è tanto il loro impatto diretto sull’ambiente quanto piuttosto quello indiretto dei finanziamenti ad attività che sfruttano il territorio e fonti non rinnovabili. A tal proposito, dal 2019 Banca d’Italia valuta i propri investimenti anche sul profilo della sostenibilità ambientale, sociale e di governance (ESG). Nel 2021, inoltre, ha pubblicato la Carta degli investimenti sostenibili, un documento contenente i principi per la gestione sostenibile dei finanziamenti: incoraggiare la diffusione di informazione sugli ESG, integrare i principi ESG nelle politiche di gestione degli investimenti e comunicare periodicamente i risultati raggiunti.

Come ci ricorda il Vicedirettore di Banca d’Italia Piero Cipollone: «L’urgenza di affrontare le questioni climatiche è sempre più avvertita dalle istituzioni finanziarie, dagli investitori, dai governi, che hanno la responsabilità primaria di guidare il cambiamento, e dalle nuove generazioni. Le banche centrali sono già impegnate a fornire il loro contributo e innoveranno ulteriormente le loro linee di azione. La Banca d’Italia continuerà a lavorare per raggiungere questi scopi non solo nelle sue tradizionali funzioni istituzionali ma anche nel campo dell’educazione finanziaria».