Ambiente

“Un voto per il clima”, la Scienza alza la voce

11
Agosto 2022
Di Daniele Bernardi

Rigassificatore sì o rigassificatore no, agenda Draghi o agenda Greta, nucleare sì o nucleare no? Da settimane il dibattito pubblico e politico sull’ambiente si sta concentrando attorno a queste tematiche (o sarebbe meglio dire attorno a questi slogan). Mancano idee concrete, l’ambiente viene sempre più usato dai partiti come un colore, talvolta un aggettivo, che ripulisce la coscienza, porta consensi facili.

Ultimamente abbiamo visto qualcosa del genere con la parola “Italia”, da alcuni decenni abusata nelle denominazioni dei partiti, nei discorsi dei leader e dei politici in generale. Il problema è che quando si ripete troppo a lungo una parola, decontestualizzandola, se ne perde facilmente il senso e a beneficiare non sono di sicuro gli italiani. Lo stesso potrebbe avvenire con l’ambiente, con un’aggravante: non abbiamo quasi più tempo per intervenire.

Mentre in campagna elettorale si discute di quelle tematiche, nel “paese reale” continua il caldo estremo e una conseguente tremenda siccità. Basti pensare che al nord per ben nove volte la temperatura ha registrato valori superiori ai 35 gradi, solitamente i giorni all’anno con temperature simili non sono più di 3. In tutto l’anno nelle regioni settentrionali ha piovuto solamente per venti giorni e attualmente in alcuni comuni della Valle d’Aosta, del Veneto e del Trentino manca del tutto l’acqua. Purtroppo, anche quando piove, è sempre più intenso il fenomeno delle alluvioni, che a loro volta causano frane, smottamenti e disastri naturali.

Un problema, c’è da dire, non solo italiano: le temperature registrate nel mare di Malta sono da record e lo stesso vale nei laghi e nei fiumi della Svizzera che con una temperatura superiore ai 24 gradi diventano letali per alcune forme della fauna acquatica ivi residente.

Per tutte queste ragioni, gli scienziati del gruppo Società italiane per le scienze e per il clima (SISC) hanno lanciato una petizione, da subito raccolta dalla sezione Green&Blue de la Repubblica, per chiedere che nella prossima legislatura le cose cambino: che non ci si occupi più dell’ambiente attraverso frasi, slogan, piccole iniziative ma che si ascolti la Scienza (quella con la S maiuscola), che il problema dei cambiamenti climatici venga posto in cima all’agenda politica, inderogabile, e che si attuino quelle azioni di adattamento e contrasto ai cambiamenti climatici che a lungo sono state richieste. Non c’è più tempo, ma in compenso il PNRR e i fondi europei forniscono un’occasione unica per investire in progetti di decarbonizzazione, economica circolare e proiettare l’Italia in una vera e propria transizione ecologica.

Già poco meno di due giorni dopo il lancio, la petizione aveva raggiunto le sedicimila firme: dall’atleta delle piste da scii Federica Brignone al rettore del Politecnico di Torino Guido Saracco.

All’appello degli scienziati si è unita anche l’associazione dei giovani ambientalisti, Fridays for Future, che attraverso un video ha rilanciato la petizione sui social media. “Siamo in piena crisi climatica e le scelte del prossimo governo saranno probabilmente le più decisive della storia politica. Da anni chiediamo di ascoltare la scienza, facciamo in modo che in queste elezioni nessuno possa ignorarla”.

Al momento in cui scrivo questo articolo, la petizione ha già raggiunto le 123.000 firme, l’obiettivo per il momento è arrivare a 150.000 (Chissà che per quando leggerete questo articolo non l’avrà già fatto). Ma non c’è un vero e proprio limite.

L’iniziativa è stata lodata anche dal premio Nobel Giorgio Parisi. “I prossimi anni saranno cruciali. Più si aspetta a prendere provvedimenti, più il riscaldamento continua e diventerà difficile tornare indietro. Si potrebbe arrivare a una situazione capace di innescare enormi incendi, per esempio nelle foreste artiche del Canada o della Siberia, o in quella pluviale dell’Amazzonia, e a quel punto le emissioni di CO2 sarebbero enormi, con conseguenze che i modelli matematici attuali non sono nemmeno in grado di prevedere” ha affermato lo scienziato intervistato sempre da la Repubblica.

Se anche tu sei interessato e vuoi che la prima questione all’ordine del giorno della prossima legislatura riguardi la gestione e il contrasto ai cambiamenti climatici, allora firma anche tu la petizione cliccando qui.