Ambiente

The Ocean Race per la salute degli oceani

13
Gennaio 2023
Di Daniele Bernardi

Sta per partire la nuova edizione (la 50esima) di The Ocean Race, la competizione sportiva velistica che vede circa una decina di equipaggi spingersi oltre ogni limite, circumnavigando il globo con le proprie imbarcazioni per dimostrare di essere i migliori. Ma questa volta c’è qualcosa di diverso: gli equipaggi, infatti, prima di partire dal porto di Alicante, in Spagna, il prossimo 15 gennaio, hanno sottoscritto il proprio impegno a compiere azioni in favore della tutela della salute degli Oceani.

Proprio così, le undici squadre che salperanno domenica hanno tutte siglato la Carta della Sostenibilità dei team della regata. L’accordo prevede che si operi in quattro settori specifici:

  • Attività di advocacy, gli equipaggi infatti sostengono pubblicamente l’iniziativa One Blue Voice che si batte perché venga prodotta e approvata una Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Oceano.
  • Rilevazioni scientifiche, prodotte mediante apparecchiature tecniche di cui saranno dotate tutte le imbarcazioni: sensori e molto altro che serviranno a raccogliere dati per tutta la durata della competizione, alcune brache porteranno l’OceanPack per prelevare campioni d’acqua e misurarne i livelli di ossigeno, salinità e temperatura, altre ancora rileveranno i livelli di microplastiche, dati meteorologici e finanche la biodiversità oceanica.
  • Attività didattiche per istruire le future generazioni sull’importanza degli Oceani e degli enormi rischi che essi corrono a causa dell’attività dell’uomo, una serie di incontri che non vuole rimanere solo teorica e fine a sé stessa: i ragazzi i verranno infatti portati a bordo delle imbarcazioni così da toccare con mano la vita di mare.
  • Attività operative di vario tipo, dall’utilizzo di energie rinnovabili al divieto di plastiche monouso a bordo.

“I velisti hanno visto più oceano più della maggior parte delle persone sul pianeta, il che li rende gli ambasciatori migliori. È fantastico vedere che i team pongono la sostenibilità e la protezione degli oceani al centro delle loro attività. Pur essendo concorrenti in mare, la Carta li unisce in una visione comune per un pianeta blu sano. Non possiamo vincere la gara per l’oceano da soli, ma unendoci come flotta per proteggere i mari possiamo parlare come una sola persona, con una voce molto più potente”ha dichiarato la consulente per la sostenibilità dell’evento, Meegan Jones.

Ma i partecipanti a The Ocean Race non hanno solo sottoscritto la Carta di Sostenibilità dei Team, si sono impegnati anche come singoli individui, firmando ognuno una Promessa Personale, nella quale si impegnano in azioni individuali di tutela dell’ambiente. A tal proposito, Benjamin Dutreux, skipper di GUYOT environnement – Team Europe ha spiegato che “All’interno del team abbiamo intrapreso molte azioni per proteggere l’oceano. Sono sicuro che il mio gruppo e tutti i suoi membri saranno un buon esempio per le prossime generazioni. Sono davvero felice di vedere The Ocean Race e i suoi partner partecipare alla tutela dei diritti dell’oceano. Penso che sia molto importante per il futuro”.

L’iniziativa è poi anche impegnata nel progetto “Racing with Purpose”: quest’edizione mira ad essere infatti quella con meno emissioni nella storia della competizione, la regata 2022-2023 dovrebbe ridurre fino a circa il 75% delle emissioni di anidride carbonica rispetto alla precedente del biennio 2017-2018. “Ogni elemento dell’evento velico intorno al mondo è stato esaminato per comprendere i suoi impatti sui gas serra e come possono essere ridotti” scrivono sul sito di 11th Hour Racing, partner principale dell’evento e sponsor del progetto “The Race mira a ridurre le emissioni attraverso una serie di misure, tra cui l’utilizzo di un numero significativamente inferiore di container utilizzati per consegnare l’evento globale, la riduzione del numero di personale che viaggia a livello internazionale, un’attenta gestione delle risorse, nonché con l’obiettivo di alimentare i siti degli eventi con il 100% di energia rinnovabile”.

Siete impressionati? Beh, l’impegno di The Ocean Race per l’ambiente non finisce qui, la competizione è infatti anche una dei firmatari delle iniziative Race to Zero e Sports for Climate Action delle Nazioni Unite. Tutte queste attività rientrano inoltre nel cosiddetto Decennio delle Nazioni Unite per la Scienza degli Oceani: un’iniziativa dell’organizzazioni internazionale alla ricerca di un oceano più pulito, sano, produttivo, sicuro e accessibile. Ci spiega Véronique Garçon, scienziata del Centre National de la Recherche Scientifique in Francia: “Il programma scientifico di The Ocean Race è fondamentale per la comunità scientifica e per il suo lavoro a sostegno del Decennio delle Nazioni Unite per la scienza degli oceani. I dati raccolti dalle imbarcazioni in zone remote del mondo, nelle quali le informazioni sono scarse, sono particolarmente preziosi. In parole povere, più dati abbiamo, più accuratamente possiamo capire la capacità dell’oceano di far fronte ai cambiamenti climatici e prevedere cosa accadrà al clima in futuro”.

Prima tappa Capo Verde, l’ultima…Genova. Si parte. Vedremo chi arriverà per primo al traguardo, ma nel frattempo un vincitore lo abbiamo già: la salute dei nostri oceani.

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