Ambiente
Stati Generali dell’Energia 2025: transizione, nucleare e mercato unico al centro del dibattito
Di Giuliana Mastri
Nella Sala della Regina della Camera dei Deputati, si è svolta l’edizione 2025 degli Stati Generali dell’Energia, promossa da Forza Italia e coordinata dal responsabile Energia Luca Squeri. L’incontro ha riunito istituzioni, imprese e associazioni per discutere le sfide della transizione energetica.
Con le forniture russe ormai alle spalle, l’Italia guarda al gas africano (grazie al Piano Mattei e al ruolo di Eni) e al GNL statunitense, di cui importa fino a 5 miliardi di metri cubi l’anno. In attesa del ritorno del nucleare, saranno le rinnovabili a fare da perno al mix energetico, pur consapevoli che da sole non bastano a garantire autonomia e stabilità dei prezzi.
Pichetto allarga lo sguardo
«Il tema è strettamente connesso con le turbolenze internazionali – ha detto il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin –. Siamo un paese molto dipendente dal prezzo di gas e petrolio». E sulla tregua Israele-Iran: «Fortunatamente non si sono innescate grandi speculazioni. Escluso un breve periodo di rialzo, il prezzo si è ristabilizzato». Insieme a Pichetto Fratin, spiegano lo scenario il ministro degli Esteri Antonio Tajani, l’onorevole Luca Squeri, organizzatore dell’iniziativa, il senatore Maurizio Gasparri, l’onorevole Alessandro Cattaneo e l’onorevole Erica Mazzetti.
Infrastrutture e nucleare. Energia in trasformazione
Oltre al vicepremier Antonio Tajani, hanno preso parte ai lavori molti player strategici nella ricerca e nell’industria nucleare. Il tema è tornato in modo rilevante nell’agenda di governo e si stanno facendo passi avanti sul piano normativo e scientifico. L’atomo si candida a entrare nuovamente nella definizione del mix energetico utile all’Italia. Altrettanto importante è l’investimento sulle infrastrutture energetiche. Di questi temi parlano Giuseppe Moles (Acquirente Unico), Paolo Arrigoni (Gse), Paolo Gallo (Italgas), Gianluca Artizzu (Sogin), Daniela Gentile (Ansaldo Nucleare).
Le somme sono state tirate dai rappresentanti delle due big major energetiche nazionali, Eni ed Enel, rappresentate dai due Ad, Claudio Descalzi e Flavio Cattaneo. L’ad di Eni ha spiegato che «la neutralità tecnologica vuol dire tutto e niente. Neutralità tecnologica significa diversificazione delle fonti, utilizzando quelle che si hanno. Parliamo però di sostenibilità e neutralità tecnologica quando ci sono delle guerre e c’è una distrazione anche di fondi, perché quello che andava alla transizione energetica ora deve andare alla difesa, alle infrastrutture, alla rete. Bisogna capire allora quanti soldi abbiano prima di tutto e decidere le priorità. Sull’Automotive possiamo puntare sull’elettrico ma senza le regoli folli perché è fondamentale mantenere l’indotto e la catena del valore. Investiamo tanto sull’elettrico ma occorre investire anche sulla parte dei bio-carburanti, però in Europa non è accettato, non è nella tassonomia». Ne hanno parlato anche Giorgio Boneschi (Elettricità futura), Flavio Mamone Capria (Aero), Roberto Rossi (Assistal), Fabio Pressi (Motus E), Nicola Monti (Edison) e Luca Dal Fabbro (Iren).
