Ambiente

Marocco e Italia rinnovano la propria collaborazione per tutelare l’ambiente

09
Dicembre 2022
Di Daniele Bernardi

Lo scorso 2 dicembre il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha firmato un nuovo Protocollo di Intesa ambientale assieme alla Ministra della Transizione Energetica e dello Sviluppo Sostenibile del Marocco, Leila Benali.

Il protocollo è stato firmato in occasione dell’ottava edizione dei Rome Med Dialogues 2022, evento che si è tenuto a Roma dal 1 al 3 dicembre. La conferenza è un’iniziativa promossa ogni anno dal Ministero degli Esteri italiano e dall’Istituto degli Studi Politici Internazionali (ISPI), l’obiettivo è ripensare di volta in volta la cooperazione attraverso il Mediterraneo per creare una “nuova positive agenda” (si legge sul sito) che risponda alle sfide del nostro tempo. Tra queste sfide, c’è ovviamente anche quella ambientale. 

Italia e Marocco non sono nuovi a collaborazioni in nome dell’ambiente: i primi protocolli tra i due paesi sono stati siglati nel 2002; nel 2012 è stato poi firmato un accordo con l’Agenzia Marocchina per l’Efficacia Energetica (AMEE); l’ultimo accordo tra i Ministeri dell’Ambiente delle due sponde del Mediterraneo risale al 2016, ma a luglio del 2021, il suddetto Memorandum tra i due paesi è terminato. Mediante il nuovo protocollo d’intesa, si intende riprendere (prorogando per altri 5 anni) e ampliare il grado di applicazione del Memorandum, perseguendo gli obiettivi previsti dalle Convenzioni di Rio e dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.

Il Memorandum del 2016-2021 intendeva intervenire per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici attuando misure di adattamento e monitoraggio, diffondere esperienze e conoscenze, rafforzare la politica nazionale sulla gestione delle zone costiere e l’educazione ambientale e sullo sviluppo sostenibile.

Un altro importante accordo di collaborazione sull’ambiente è stato firmato quest’anno, lo scorso 1° febbraio, tra l’Università La Sapienza e la Mohammed V di Rabat. L’intesa riguardava lo scambio di 300 studenti di ingegneria tra i due paesi per svolgere ricerche condivise sulle energie alternative, un’iniziativa promossa da Marita Group, holding marocchina del settore ambientale ed energetico (tra le altre cose), e il Gruppo Green Power Energy.  

Ma i rapporti tra Italia e Marocco, in fatto di ambiente, non sono sempre stati rosei. Tempo fa l’allora governo presieduto da Mustafa Khalfi decise di sospendere l’accordo tra i due paesi sullo stoccaggio di rifiuti dall’Italia. “Non siamo la pattumiera d’Europa” fu la risposta dei marocchini. Il governo italiano negò ogni responsabilità riguardo le oltre 2 mila 500 tonnellate di rifiuti tossici che dalla costa campana avevano raggiunto il Marocco. La questione si chiuse con un nulla di fatto: tra l’indignazione degli ambientalisti e la presa di distanza del Ministero dell’Ambiente italiano, ma i rapporti tra i due paesi rischiarono di inclinarsi precipitosamente.     

Come ricorda il Ministro Pichetto Fratin: «La regione del Nord Africa è colpita duramente dagli effetti del cambiamento climatico. In quest’area emergono pressanti esigenze di mitigazione e adattamento relative a questioni come la scarsità d’acqua e la siccità, l’aumento del livello del mare, il degrado e l’impoverimento delle terre e la desertificazione che riduce la produttività del terreno e la capacità di soddisfare il fabbisogno nutritivo per una popolazione in continua crescita. Grazie a questo protocollo potremmo quindi continuare la nostra cooperazione a tutela della biodiversità, nella lotta contro la desertificazione e per il ripristino del territorio e contribuire significativamente al processo di transizione energetica verso fonti verdi e rinnovabili nell’area del Mediterraneo».

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