Ambiente

La “scienza del dove” alla Conferenza Esri Italia: il digital twin di AUBAC e il cane robot “Spot” 

15
Maggio 2025
Di Ilaria Donatio

In un mondo in costante evoluzione, la geografia si fa scienza viva. Una scienza che osserva, analizza, connette, prevede. Una scienza che guida decisioni consapevoli e azioni responsabili. Questo è il cuore della Conferenza Esri Italia 2025, l’appuntamento annuale più atteso per chi lavora con i Sistemi Informativi Geografici (GIS). Due giorni per scoprire, condividere e costruire il futuro attraverso The Science of Where.

Esri racconta il presente e anticipa il futuro
Il titolo scelto per l’edizione 2025 – “GIS-Uniting Our World” – è una vera e propria dichiarazione d’intenti: il GIS come linguaggio comune tra scienza, tecnologia, governance, impresa e cittadinanza. Un evento gratuito, aperto a tutti i professionisti e appassionati del settore, con un’agenda ricca di interventi istituzionali, casi d’uso, approfondimenti tecnici, tavole rotonde e momenti ispirazionali.
Con decine di sessioni, speaker e organizzazioni coinvolte, la Conferenza Esri Italia si propone come il punto di riferimento nazionale per l’intera community GIS: un luogo dove innovazione, sostenibilità e trasformazione digitale si incontrano concretamente.


La Plenaria d’apertura di mercoledì 14 maggio è stata guidata dal divulgatore scientifico Davide Coero Borga: “La scienza dei dati geografici è il ponte tra ciò che siamo e ciò che vogliamo diventare. È tecnologia con uno scopo, visione con responsabilità” – ha spiegato Coero Borga in un passaggio del video ufficiale della Conferenza.
Sul palco, relatori d’eccezione hanno portato testimonianze da ambiti strategici: urbanistica, ambiente, spazio, infrastrutture, innovazione sociale. Tra gli ospiti, Annalisa Barla, MalGa Center, Università di Genova e Marco Casini, Direttore Generale AUBAC, Autorità di bacino dell’Appennino centrale.

L’importanza di AUBAC per promuovere difesa del suolo e gestione delle risorse idriche
Le Autorità di bacino distrettuali rivestono, oggi più che mai, un ruolo di importanza centrale per promuovere la difesa e la valorizzazione del suolo e una efficiente gestione delle risorse idriche.
E i Piani di bacino elaborati dalle Autorità costituiscono, infatti, uno strumento indispensabile per individuare e programmare le misure per la salvaguardia del territorio e il suo conseguente sviluppo ambientale, economico e culturale.

Un digital twin del sistema idrico dell’Appennino centrale
È stata appena presentata la nuova piattaforma digitale per il monitoraggio dei consumi idrici civili e irrigui, sviluppata dall’Autorità del Bacino Idrico dell’Appennino Centrale (AUBAC) in collaborazione con gestori idrici e consorzi di bonifica. Un progetto nato per rispondere con strumenti digitali e innovativi alla crescente emergenza siccità e alle sfide poste dai cambiamenti climatici.

“La nostra piattaforma rappresenta un vero e proprio digital twin del sistema idrico dell’Appennino centrale, una replica digitale in continua evoluzione che restituisce in tempo reale lo stato delle risorse e delle infrastrutture,” ha dichiarato Marco Casini, Segretario Generale di AUBAC.


“Questo sistema”, ha proseguito, “segna un punto di svolta nella governance della risorsa idrica, perché permette finalmente di unire il dato tecnico con la visione strategica. In un contesto segnato dall’alternanza tra siccità estrema ed eventi alluvionali violenti, come quelli che hanno colpito l’Emilia Romagna e le Marche, avere strumenti avanzati di monitoraggio e previsione è cruciale per tutelare cittadini, agricoltura e ambiente. Ora è fondamentale che tutti gli attori coinvolti – dai gestori ai consorzi – continuino a contribuire attivamente alimentando il sistema con dati precisi: solo così potremo mantenerlo aggiornato e realmente utile per affrontare in modo strategico la crisi idrica.”

La piattaforma consente di tracciare in tempo reale prelievi, concessioni e restituzioni, integrando non solo i dati meteoclimatici e idrologici raccolti dall’Autorità, ma anche quelli ottenuti grazie a strumenti tecnologici all’avanguardia come il cane robot Spot che consente di mappare anche le aree più difficili da raggiungere. Questo permette di disporre di un bilancio idrico dinamico, individuare le criticità emergenti e simulare scenari futuri per una pianificazione più efficace e tempestiva.

Nello stand di AUBAC, ad attrarre l’attenzione di tutti c’era Spot, il cane robot che si è esibito dimostrando le sue straordinarie capacità al servizio della difesa del territorio. Si tratta di un’innovazione unica nella gestione delle risorse idriche e nella prevenzione dei rischi ambientali: grazie all’integrazione con strumenti Lidar e Laser Scanner e sistemi di Intelligenza Artificiale, Spot fornisce un supporto essenziale per monitorare il territorio, individuare criticità e intervenire tempestivamente contro eventi meteorologici estremi. 

Spot è in grado dunque di mappare il territorio mentre cammina, trasferendo i dati sul Digital Twin distrettuale dell’Autorità, fornire informazioni cruciali sullo stato dei percorsi, di argini e ponti, simulare percorsi idraulici dei corsi d’acqua e dei fenomeni franosi e ottimizzare l’acquisizione di dati per la pianificazione contro il rischio idrogeologico.
 
Il nuovo scenario climatico richiede un profondo rinnovamento degli strumenti e dei metodi per l’acquisizione e l’analisi dei dati. Una sfida che AUBAC ha raccolto, avviando un percorso innovazione digitale e ricerca per garantire misure sempre più efficaci per la difesa del suolo.