Ambiente

Ecco come cambia il mercato energetico in Europa

28
Febbraio 2023
Di Diana Adly

Sicurezza energetica, riforma del mercato dell’elettricità e competitività dell’industria dell’Unione europea. Questi i tre temi chiave discussi dai ministri dell’energia dei 27 Stati membri dell’Ue durante la riunione informale di martedì e mercoledì organizzata dalla Presidenza svedese del Consiglio a Stoccolma. 

Sicurezza energetica dell’Europa

«In questo breve lasso di tempo, il cambiamento a cui abbiamo assistito nel sistema energetico europeo è stato notevole» ha dichiarato la Commissaria europea all’Energia, Kadri Simson, che ha informato i ministri sui progressi compiuti per superare la crisi del gas e per eliminare gradualmente la dipendenza dai combustibili fossili russi.

Stando ai dati più recenti, la Russia non è più il primo fornitore di gas per l’Europa, sostituita da Stati Uniti e Norvegia. In particolare, come spiegato dalla Commissaria, «in dodici mesi, le forniture di gas russo via gasdotto sono scese da 155 m³ a 62 m³. Le importazioni di GNL dell’Ue, invece, sono aumentate da 80 m³ nel 2021 a 135 m³ nel 2022. Allo stesso tempo, gli Stati membri hanno ridotto la domanda di gas del 19% tra agosto e gennaio». L’Europa è quindi riuscita a ridurre il consumo di gas di 38 m³ e lo stoccaggio di gas rimane elevato, con oltre il 62% di riempimento.

Secondo la responsabile dell’energia della Commissione europea, queste cifre significano una sola cosa: “il ricatto energetico della Russia è fallito”. Tuttavia, nonostante l’Europa appaia sicura dal punto di vista energetico e meno dipendente dalla Russia, è ancora necessario lavorare sulla diversificazione, sulla diffusione delle energie rinnovabili, sulla riduzione della domanda di energia e sullo stoccaggio. L’Ue sembra essere sulla buona strada per raggiungere questo obiettivo, anche grazie all’accelerazione verso lo sviluppo di energia pulita. Significativi i dati del 2022, che mostrano che l’Europa ha installato quasi 50 gigawatt di nuova capacità di energia rinnovabile, soprattutto solare ed eolica.

Secondo undici Stati membri dell’Ue, il nucleare rappresenterebbe uno degli strumenti per raggiungere i target climatici. In questo contesto, a margine della riunione informale, i ministri e i rappresentanti ad alto livello di Bulgaria, Croazia, Francia, Ungheria, Finlandia, Paesi Bassi, Polonia, Repubblica ceca, Romania, Slovacchia e Slovenia, hanno ribadito congiuntamente il loro desiderio di rafforzare la cooperazione europea nel campo dell’energia nucleare. Gli undici hanno firmato una bozza di dichiarazione sull’alleanza sul nucleare proposta da Parigi, concordando nel promuovere una più stretta collaborazione tra i rispettivi settori nucleari nazionali, per garantire migliore cooperazione attraverso le catene di approvvigionamento e di esplorare programmi di formazione congiunti e progetti industriali, al fine di sostenere nuovi progetti, anche basati su tecnologie innovative, nonché lo sfruttamento delle centrali esistenti.

Riforma del mercato elettrico

L’incontro è stato anche un’occasione per fare il punto sull’attesissima riforma dell’assetto del mercato dell’energia elettrica dell’Ue, che la Commissione metterà in campo il prossimo mese. A seguito di una consultazione pubblica (che ha raccolto ben 1300 risposte degli attori coinvolti), il 16 marzo l’Esecutivo europeo presenterà la sua proposta di Regolamento volta a “fornire rapidamente valore aggiunto ai cittadini e alle imprese dell’Ue durante la crisi in corso e la stagione di riscaldamento 2023-2024”.

In particolare, la direzione principale della riforma sarà quella di ridurre la dipendenza delle bollette elettriche dal prezzo del gas e di rendere il nostro quadro elettrico adatto a un sistema energetico in cui nel 2030 il 70% dell’elettricità proverrà dalle rinnovabili. «Dobbiamo anche sbloccare le opportunità per le risorse distribuite, provenienti dalle comunità rinnovabili e dall’autoproduzione, e incentivare forme innovative di back up, come la riduzione della domanda e la flessibilità necessaria per bilanciare le rinnovabili variabili» ha spiegato la Commissaria Simson. La necessità di tale riforma deriva dalle lacune evidenti del funzionamento dell’attuale struttura del mercato dell’elettricità, che non ha consentito di proteggere i consumatori dagli effetti della crisi del mercato del gas.

Competitività dell’industria dell’Ue

La competitività dell’industria dell’Unione europea risulta sempre più al centro del dibattito europeo quando si discute di transizione green. Come emerso anche dalla riunione informale, se da un lato la transizione verso l’energia verde sta aprendo numerose opportunità commerciali per la produzione di tecnologie pulite, dall’altro, l’Unione europea rimane vulnerabile o esposta a rischi derivanti dalle lunghe catene di fornitura in molti settori. L’industria europea appare sotto pressione anche a causa degli alti prezzi dell’energia e delle politiche di offerte e incentivi in altri Paesi, come il recente Inflation Reduction Act statunitense. L’attenzione è stata rivolta alla recente proposta della Commissione europea, che mira a rafforzare la competitività dell’industria europea a zero emissioni nette e sostenere la rapida transizione verso la neutralità climatica (“Green Deal Industrial Plan”).

I ministri hanno infine ribadito la necessità di collegare le politiche legate alla transizione verde all’industria europea. In quest’ottica, l’attenzione all’implementazione delle iniziative del “Fit for 55” risulta chiave per raggiungere gli ambiziosi obiettivi climatici dell’Unione europea, e al contempo far sì che l’industria europea possa avere un ruolo di primo piano a livello globale.

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