Ambiente

Clima, emissioni, c’è un nuovo accordo UE

06
Novembre 2025
Di Ludovico Berna

Dopo ventiquattr’ore di confronto serrato, i ministri dell’Ambiente dei Ventisette Paesi dell’Unione europea sono riusciti a trovare un’intesa sulla revisione della legge europea sul clima. L’accordo introduce un obiettivo vincolante per il 2040: ridurre del 90 per cento le emissioni nette di gas serra rispetto ai livelli del 1990. Bruxelles considera questo traguardo un passo decisivo per consolidare il percorso verso la neutralità climatica entro metà secolo.

Per raggiungere il compromesso, la proposta iniziale della Commissione europea, presentata a luglio, è stata ampiamente modificata per venire incontro alle diverse posizioni nazionali e ottenere la maggioranza qualificata, pari ad almeno quindici Stati membri rappresentanti il 65 per cento della popolazione dell’Ue. Alla fine hanno detto sì ventuno Paesi, mentre Ungheria, Polonia, Slovacchia e Repubblica Ceca si sono opposti, e Belgio e Bulgaria si sono astenuti, scelta che equivale a un voto contrario.

L’Italia ha accolto con favore l’intesa. Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, l’ha definita «un buon accordo» e ha sottolineato come molte richieste italiane siano state recepite. «Abbiamo approvato sia la legge clima sia l’Ndc per la Cop30. È stata una trattativa intensa e la Commissione ha riconosciuto che le distanze che portavamo avanti come Italia – e come gruppo di Paesi uniti all’Italia – erano rilevanti ed equilibrate», ha spiegato. Tra le istanze accolte figurano il rinvio di un anno dell’Ets2, il riconoscimento dei biocarburanti, l’aumento dal 3 al 5 per cento della quota di crediti internazionali di carbonio e la possibilità, nella fase di revisione, di un ulteriore margine del 5 per cento. «Si è dunque trovato un compromesso buono», ha aggiunto.

L’accordo del Consiglio non chiude però il processo legislativo. Il testo dovrà ora essere negoziato con il Parlamento europeo nel cosiddetto trilogo. La presidenza danese è pronta ad avviare le trattative, mentre il Parlamento voterà la propria posizione il 10 novembre in commissione Ambiente e successivamente in plenaria, tra il 13 e il 27 novembre.

Il Consiglio ha confermato la riduzione del 90 per cento delle emissioni entro il 2040 proposta dalla Commissione, ma ha introdotto modifiche per tenere conto delle esigenze di competitività, della giustizia sociale della transizione, delle incertezze sugli assorbimenti naturali e delle differenze nazionali tra gli Stati membri. Tali modifiche rispecchiano le linee guida definite dai leader europei nelle conclusioni del Consiglio europeo del 23 ottobre 2025.

È stata ampliata la flessibilità prevista nella proposta originaria della Commissione, soprattutto sull’uso dei crediti internazionali, sulla loro data di avvio, sul rinvio dell’Ets2 e sul riconoscimento del ruolo dei biocarburanti e degli assorbimenti naturali di carbonio. La quota di crediti internazionali di alta qualità che gli Stati potranno utilizzare per il raggiungimento degli obiettivi è stata innalzata dal 3 al 5 per cento delle emissioni nette dell’Ue del 1990, con un periodo pilota tra il 2031 e il 2035. La Commissione dovrà inoltre chiarire gli aspetti tecnici e finanziari di tali crediti.

Il testo riconosce anche «il contributo realistico degli assorbimenti di carbonio allo sforzo complessivo di riduzione delle emissioni», precisando che eventuali cali nella capacità naturale di assorbimento non dovranno penalizzare altri settori economici. È stato inoltre introdotto un meccanismo di salvaguardia che permetterà alla Commissione di rivedere la normativa qualora la capacità di assorbimento dovesse diminuire.

L’intesa prevede che la Commissione effettui una valutazione ogni due anni sui progressi compiuti verso gli obiettivi intermedi, tenendo conto delle più recenti evidenze scientifiche, delle innovazioni tecnologiche e dell’evoluzione della competitività globale. Ogni cinque anni sarà invece prevista una revisione più ampia, che considererà anche l’impatto delle politiche sulle imprese europee, in particolare su quelle ad alta intensità energetica e sulle piccole e medie imprese. In tale sede, Bruxelles potrà eventualmente aggiornare l’obiettivo per il 2040 o introdurre misure aggiuntive di sostegno.

Su richiesta dell’Italia è stata inoltre inserita una clausola di flessibilità che consente agli Stati membri di utilizzare, su base volontaria, fino al 5 per cento di crediti internazionali di alta qualità per raggiungere i propri obiettivi post-2030.

Infine, i Paesi hanno aggiornato il contributo determinato a livello nazionale (Ndc) dell’Unione europea, che sarà presentato alla Cop30 di Belém, in Brasile. È stato confermato un taglio delle emissioni compreso tra il 66,25 e il 72,5 per cento entro il 2035. «Con l’adozione dell’Ndc dell’Ue inviamo un forte segnale in vista della Cop30: rimaniamo pienamente impegnati a mantenere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi. Questo ci consente di promuovere una maggiore azione globale per il clima, quando incontreremo il resto del mondo alla Cop30», ha dichiarato Lars Aagaard, ministro danese per il Clima, l’Energia e i Servizi pubblici, il cui Paese detiene la presidenza di turno del Consiglio dell’Ue.