Ambiente

Case Green, l’Italia finisce in infrazione

02
Dicembre 2025
Di Ilaria Donatio

L’Italia rischia una procedura d’infrazione sulla direttiva Case green. La Commissione europea ha inviato una lettera a Roma contestando il mancato recepimento dell’obbligo di vietare, dal gennaio 2025, gli incentivi per le caldaie stand alone a metano. È il primo passaggio formale che apre la strada a una possibile infrazione legata all’applicazione della Epbd, la Energy performance of buildings directive.

Il divieto di incentivare le caldaie autonome è infatti il primo obbligo temporale previsto dalla direttiva. Sul fronte fiscale, l’Italia si è mossa: sia l’ecobonus sia il bonus ristrutturazioni escludono, da gennaio, le caldaie tradizionali, con l’unica eccezione degli apparecchi ibridi collegati alle pompe di calore. Su questo punto Roma ha già notificato le modifiche a Bruxelles.

A restare scoperti, però, sono altri due elementi. Il primo è il Conto termico 2.0, ancora attivo in attesa del nuovo Conto termico 3.0 previsto a fine anno: lo strumento ammette ancora incentivi per caldaie a condensazione nelle pubbliche amministrazioni. Il secondo è l’assenza di una norma quadro che definisca in modo chiaro e univoco l’elenco di tutti gli incentivi da eliminare. Per la Commissione non è possibile capire se le detrazioni fiscali siano davvero l’unica forma di sostegno rimasta.

La lettera di contestazione è stata inviata anche a Estonia e Ungheria. Ora i tre Paesi hanno due mesi per rispondere; in caso di chiarimenti insufficienti, la procedura proseguirà.

Nel frattempo si avvicinano le altre scadenze della direttiva Case green. Entro la fine del 2025 l’Italia dovrà inviare a Bruxelles la bozza del piano nazionale di ristrutturazione, spiegando come intende raggiungere gli obiettivi Ue. La Commissione esprimerà le sue osservazioni, per arrivare alla versione definitiva entro il 2026. Al momento, però, la bozza non risulta ancora trasmessa. Entro il 29 maggio 2026, inoltre, l’Italia dovrà completare il recepimento della direttiva: un passaggio che, per ora, non è stato programmato nella legge europea di quest’anno