Ambiente
Assistal, uno sguardo dall’interno: le interviste che raccontano la transizione energetica
Di Ilaria Donatio
La transizione energetica non è più un capitolo del futuro: è una trasformazione industriale già in corso, che ridisegna il modo in cui il Paese produce, consuma e amministra l’energia. In Europa, il Green Deal e il nuovo target di riduzione del 90% delle emissioni al 2040 indicano una traiettoria ambiziosa ma inevitabile, mentre in Italia il percorso passa dalla capacità di rafforzare le filiere, semplificare le regole e investire in competenze. È in questo contesto che si inserisce Forum Energy, il convegno organizzato da Assistal per raccogliere la voce delle sue imprese e dei principali attori istituzionali e politici: una giornata di lavori dedicati al ruolo delle ESCo, alla digitalizzazione e alle nuove regole della filiera, dentro la cornice del Green Deal europeo e delle scelte che l’Italia dovrà compiere nei prossimi anni.
L’apertura del presidente Roberto Rossi, che guida una delle associazioni più rappresentative della filiera impiantistica e dei servizi energetici, ha subito messo a fuoco il punto: senza una visione stabile e una governance chiara, la transizione rischia di rallentare proprio dove avrebbe più bisogno di accelerare.
Il Green Deal e la traiettoria italiana: ambizione e pragmatismo
Il quadro europeo è cambiato rapidamente. L’introduzione del nuovo obiettivo climatico al 2040, accompagnato da margini di flessibilità per gli Stati membri, offre all’Italia un’opportunità: coniugare la spinta decarbonizzante con la sostenibilità industriale, valorizzando le filiere nazionali e le competenze già presenti nel Paese.
Negli ultimi anni, gli interventi di riqualificazione hanno permesso di ridurre la quota di edifici in classe energetica F e G sotto il 50%, mentre il risparmio energetico prodotto nel solo 2023 ha superato le 3,6 Mtep, un dato che mostra quanto l’efficienza sia già oggi la prima fonte rinnovabile d’Europa.
Nel dibattito è intervenuto Paolo Arrigoni, presidente del GSE, che ha richiamato la necessità di strumenti stabili e spiegato il ruolo del Gestore a supporto di Pubblica Amministrazione e imprese.
Dalla prospettiva delle imprese, Lara Ponti, vicepresidente di Confindustria per la Transizione Ambientale, ha sottolineato la centralità del settore impiantistico e dei servizi energetici come motore di competitività e innovazione.
Il confronto politico ha visto posizioni diverse ma una consapevolezza condivisa: la transizione non può prescindere da una cornice normativa chiara. Il Sen. Maurizio Gasparri (FI) ha richiamato il tema dell’equilibrio tra protezione ambientale e tutela della crescita industriale.
Anche il territorio è stato rappresentato: l’Assessora Sabrina Alfonsi (PD) ha portato la voce di Roma, città impegnata nei grandi processi di efficientamento e nell’innovazione dei servizi ambientali.
ESCo: la spina dorsale operativa della transizione
Nel cuore del convegno, il ruolo delle ESCo: un comparto in cui le imprese aderenti ad Assistal rappresentano circa il 75% del mercato nazionale dell’efficienza.
Attraverso modelli come l’Energy Performance Contract, le ESCo permettono interventi di riqualificazione senza investimenti iniziali per il cliente, generando benefici economici concreti e misurabili.
Il Sen. Antonio Trevisi (FI) ha riportato l’urgenza di un quadro di incentivi stabile e di strumenti finanziari di lungo periodo, necessari per sostenere sia le imprese che i settori energivori.
Sul fronte della regolazione e dei contratti pubblici, Giuseppe Busia, presidente ANAC, ha richiamato il tema della qualificazione delle imprese e della necessità di garantire una concorrenza basata sulla qualità e sulle competenze: la semplificazione delle procedure dovuta alla digitalizzazione deve necessariamente accompagnarsi alla chiarezza.
Digitalizzazione e AI: la nuova infrastruttura della transizione
Dai materiali del convegno emerge un messaggio molto chiaro: la digitalizzazione non è un accessorio della transizione energetica, ma la sua infrastruttura portante. Sensori, manutenzione predittiva, smart metering, piattaforme per la gestione intelligente degli edifici, fino ai modelli di AI per l’ottimizzazione dei consumi: senza questi strumenti, gli obiettivi climatici diventano irraggiungibili.
Il Vicepresidente della Commissione Ambiente, On. Agostino Santillo (M5S), ha posto l’accento sulla necessità di un quadro di regole coerente con il futuro AI Act, capace di garantire sicurezza e innovazione allo stesso tempo.
Appalti pubblici: un nuovo codice che deve diventare industria
Uno dei passaggi più importanti della giornata è stato dedicato al nuovo Codice degli Appalti, che rappresenta la vera leva per mettere a terra investimenti e progetti. La riforma introduce un cambio di paradigma: dal codice degli adempimenti al codice dei risultati, con maggiore attenzione alla qualificazione delle stazioni appaltanti, alla digitalizzazione del ciclo di vita del contratto e alla valorizzazione del costo del ciclo di vita come criterio di gara.
L’On. Massimo Milani (FdI) ha evidenziato il nuovo approccio del Codice Appalti e la necessità di agire sul fronte della qualificazione delle imprese.
L’On. Patty L’Abbate (M5S) ha richiamato la necessità di ascoltare e sostenere le imprese per permettere loro di fare innovazione e scaricare i costi energetici.
Dal fronte delle Commissioni parlamentari, è emersa la richiesta trasversale di garantire stabilità normativa e continuità delle risorse, per evitare discontinuità che frenano la programmazione.
Il keynote di Paolo Crepet ha allargato lo sguardo: ogni innovazione porta con sé un cambiamento culturale e organizzativo che il Paese deve saper governare.
Una transizione che chiede visione, continuità e competenze
La sensazione finale del convegno è chiara: la transizione energetica italiana esiste già, ed è fatta di imprese, tecnici, regolatori, professioni e territori che ogni giorno la rendono concreta. Ma per accelerare serve una direzione stabile, una governance trasparente e una politica industriale capace di valorizzare la filiera.
Le video-interviste raccolte nel corso della giornata raccontano esattamente questo: un settore che non chiede scorciatoie, ma regole chiare, qualità, stabilità e fiducia. La transizione non sarà solo un obiettivo climatico: sarà – e deve essere – un grande progetto di modernizzazione industriale del Paese.
Riprese e montaggio a cura di Simone Zivillica




