Ambiente

Ambiente, nella giornata mondiale focus sulla plastica che invade le acque

05
Giugno 2023
Di Giuliana Mastri

Viviamo tempi in cui i fari puntati sull’inquinamento non si spengono mai. E oggi, giornata mondiale dell’ambiente, è un’occasione in più per avere voce in capitolo. Le istituzioni ormai sono sempre più consapevoli del problema, accettano e promuovono dibattiti, critiche. Molto c’è da fare, tanto è stato fatto, più nella parte occidentale del mondo, e anche l’Italia non deve sottovalutare i passi avanti compiuti, anche se l’inquinamento da plastica monouso è ancora assai presente e il nostro Paese ha non poche responsabilità in merito.

Secondo gli studiosi, la massiccia presenza di materiali plastici nelle acque dei fiumi e dei mari sta arrivando a un livello per cui, al di sopra, le condizioni favorevoli per la vita potrebbero venir meno. Dunque la necessità è quella di maggiore cooperazione e impegno. Proprio sabato, al termine di una lunga sessione, si è concluso l’International Negotiating Committee (INC) dell’Onu al quale hanno partecipato 175 paesi, approvando la realizzazione di una bozza di accordo sull’abbattimento della plastica che sarà esaminata a novembre a Nairobi, con l’obiettivo di un trattato finale entro il 2024.

Del resto i numeri sono impressionanti: ogni anno vengono prodotte 430 milioni di tonnellate di plastica, metà delle quali progettate per essere utilizzate una sola volta. Meno del 10% viene riciclato e ogni anno 19-23 milioni di tonnellate finiscano nei laghi, nei fiumi e nei mari. Le microplastiche (fino a 5 millimetri di diametro) si fanno strada nel cibo, nell’acqua e nell’aria e ogni persona sembra consumi più di 50.000 particelle di plastica all’anno, molte di più se si considera l’inalazione.

Tutto questo potrebbe essere evitato se solo si cambiassero i modelli di produzione. La riduzione potrebbe arrivare anche all’80% entro il 2040 se i Paesi e le aziende facessero i mutamenti necessari, ha rilevato l’Unep nell’ultimo rapporto dal titolo ‘Chiudere il rubinetto: come il mondo può mettere fine all’inquinamento da plastica e creare un’economia circolare’. Il potere del riciclo è innegabile, incide per il 20% sulla riduzione dei materiali inquinanti e fino al 50% eliminando i sussidi ai combustibili fossili, rafforzando le linee guida per migliorare la riciclabilità e riorientando la produzione. Il passaggio a un’economia circolare genererebbe risparmi diretti e indiretti per 4.500 miliardi di dollari. I costi per i cambiamenti raccomandati sono significativi ma inferiori a quanto si spende in assenza di una modifica sistemica. La posta in gioco è alta: la produzione annua di plastica è più che raddoppiata in 20 anni, raggiungendo i 460 milioni di tonnellate. Potrebbe triplicare entro il 2060 se non si interviene.