Economia

Assemblea Confcommercio, investimenti e sgravi per la ripresa. No al salario minimo

08
Giugno 2022
Di Giampiero Cinelli

All’Auditorium della Conciliazione di Roma l’assemblea nazionale di Confcommercio era attesa, in quanto la prima a svolgersi durante una conflitto europeo e nel post-Covid. Nella relazione d’apertura, il presidente Carlo Sangalli ha osservato che il prodotto nel 2023 dovrebbe attestarsi in linea con le stime di crescita, ammortizzando i contraccolpi causati dalla crisi energetica e dagli squilibri della situazione internazionale, «rendendo possibile, finalmente, recuperare i livelli di attività economica registrati nella media del 2019. I dati del 2021 rivelano già una sostanziale differenza rispetto alla storia economica del nostro sistema produttivo degli ultimi decenni».

Male il terziario

Sangalli ha evidenziato come i servizi hanno lasciato sul campo della pandemia 930mila unità di lavoro rispetto al 2019. «Se non riparte il terziario, non riparte l’Italia». Nell’arco degli ultimi trent’anni, la crescita dell’Italia si è fermata al di sotto del 12% a fronte dell’oltre 36% della Germania e del quasi 50% del Regno Unito, solo per fare due esempi. Un riferimento ovviamente al Pnrr, su cui l’associazione dei commercianti spera molto. 470 miliardi di euro complessivamente fino al 2027 che il Paese deve saper gestire soprattutto per le prossime generazioni.

Turismo

Meglio invece il turismo. Un settore che gode di buona salute (+5,4% nel 2021 rispetto al 2020, ma si prevede un completo ritorno ai livelli pre-pandemia solo nel 2023. Il settore ha bisogno di attenzione e regole. Il presidente non ha nascosto l’apprensione per il tema delle concessioni demaniali, con chiaro riferimento ai balneari: «Il tema è trovare l’equilibrio tra un’apertura del mercato e la tutela dei diritti degli attuali concessionari. Bisogna recuperare tutti i margini di intervento possibili per valorizzare il lavoro di tante famiglie, tanti imprenditori, tra cui tante donne e tanti giovani, che chiedono soltanto giuste regole e un giusto indennizzo. Com’è possibile che grandi piattaforme multinazionali utilizzino il nostro capitale turistico, senza restituire niente, niente di niente, al territorio?».

L’inflazione preoccupa molto. Per il mese di maggio l’Istat l’ha certificata al 6,9%. L’effetto immediato è una riduzione del potere d’acquisto della ricchezza detenuta in forma liquida, «il tesoretto che avevamo involontariamente accumulato durante i mesi di lockdown, impossibilitati a spendere. Questa riduzione dei risparmi degli italiani, insieme alla crescente incertezza, rischia di frenare ancora di più i consumi».

Disuguaglianze e salari

Un fattore critico è la disuguaglianza tra nord e sud, tale per cui si evidenzia anche da parte del settore economico il bisogno di più fitte reti di legalità, in un’ottica in cui le possibilità del Recovery Fund è giusto vengano dirottate soprattutto nel Mezzogiorno. Sangalli ha rammentato come «Fino agli anni Novanta l’emigrazione da Sud a Nord allargava la base produttiva delle regioni italiane più ricche, mentre oggi dal Nord stesso si emigra verso altri Paesi». Le disuguaglianze si contrastano ovviamente con più consumi e occupazione. Ma secondo Confcommercio il salario minimo non è la strada corretta. Ed è meglio emancipare il tessuto sociale attraverso la contrattazione collettiva, la spinta alla formazione e alle politiche attive.

Tasse e catasto

Confcommercio con chiarezza: «Se il contrasto dell’abusivismo edilizio è un principio che vede tutti d’accordo, non sarebbero accettabili, invece, maggiori tasse sulla casa. La tutela del bene casa, anche nello stesso ambito del riordino delle spese fiscali, sia anche l’occasione per maggiore chiarezza e certezze sul sistema dei bonus» E sulla tassazione «riteniamo nel complesso giusti gli obiettivi della Legge Delega per la revisione del sistema fiscale: semplificazione e riduzione degli adempimenti; crescita dell’economia; progressivo superamento dell’Irap; riordino di Irpef, Ires ed Iva. Ma – lo diciamo subito – per l’Iva non è possibile pensare solo a meri incrementi del gettito ed occorre particolare attenzione agli equilibri di mercato per imprese e consumatori».

Energia

Importante anche il passaggio sull’energia, alla luce dell’attualità. «Riconosciamo al Governo di avere annullato, in modo provvisorio, gli oneri generali di sistema, introducendo sostegni anche per le imprese che non rientrano nelle tradizionali categorie delle “energivore” e delle “gasivore”. Si è ridotto, in modo temporaneo, il peso delle imposte sulle bollette energetiche e sui carburanti. Ma va attentamente valutato l’impatto di filiera della tassazione dei cosiddetti extra-profitti delle aziende energetiche. Tuttavia – ha detto Sangalli – crediamo si possa fare davvero ancora di più. Pensiamo, in particolare, a crediti d’imposta più inclusivi e ad una riforma organica degli oneri generali di sistema e della fiscalità energetica».