Politica

DL Sicurezza: la Camera vota la fiducia

29
Novembre 2018
Di Redazione

 

Con 336 voti favorevoli, l’Aula della Camera ha votato la questione di fiducia posta dal Governo sull’approvazione del DL Sicurezza. Il provvedimento, che ha iniziato l’esame parlamentare lo scorso 4 ottobre in Senato, viene così approvato in via definitiva e rispetta il termine dei 60 giorni per la conversione in legge. La scadenza per la conversione infatti, fissata per il 3 dicembre, fino a pochi giorni fa era in bilico: la Lega temeva di non poter rispettare tale termine visto che il decreto (di spinta leghista) era legato con doppio filo all’approvazione del ddl (grillino) recante reati contro la P.A. Tuttavia, con il via libera della Camera della settimana scorsa al ddl "spazzacorrotti" è stato raggiunto l’equilibrio nella maggioranza che ha portato all’esito positivo del voto.

Il Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ha dichiarato: “La mia ambizione è lavorare nei prossimi mesi per una completa rivisitazione di tutte le norme che riguardano l'immigrazione. Da domani, intanto, ci sono più strumenti per prefetti, questori e forze dell'ordine per combattere l'illegalità, italiana o straniera che sia”. Parole dure, invece, dalle opposizioni; in particolare l’ex Ministro Minniti che ieri si era definito molto preoccupato per quello che lui chiama “decreto insicurezza perchè quando si cancella la protezione umanitaria si sta dando un colpo mortale alle politiche di integrazione del nostro Paese”.

Ma cosa prevede il testo approvato dalla Camera. Anzitutto, tra le novità più rilevanti, vi è l’abolizione della protezione umanitaria: l’articolo 1 prevede l’abrogazione dell’istituto del permesso di soggiorno per motivi umanitari e introduce una casistica di permessi di soggiorno "speciali" (violenza o grave sfruttamento, violenza domestica, particolare sfruttamento lavorativo). Il testo, inoltre: introduce una lista di paesi sicuri per accelerare le procedure di accettazione o rigetto delle richieste d'asilo dei migranti; prolunga il periodo massimo di trattenimento degli stranieri all’interno dei Centri di permanenza per i rimpatri (si passa da 90 a 180 giorni); prevede che il divieto di reingresso dei migranti espulsi abbia efficacia all’interno dell’area Schengen; riserva i servizi di accoglienza degli enti territoriali ai soli titolari di protezione internazionale e ai minori stranieri non accompagnati, escludendo i richiedenti protezione internazionale; prevede un sistema di monitoraggio dell’andamento dei flussi migratori volto alla chiusura di strutture di accoglienza emergenziale temporanea; introduce nuove misure per l’acquisizione e la revoca della cittadinanza, prevedendo sia l’estensione del termine per la conclusione dei procedimenti di riconoscimento di cittadinanza per matrimonio e per naturalizzazione sia introducendo, in caso di condanna definitiva per terrorismo ed evasione, la previsione di revoca della cittadinanza.

In più, il decreto introduce la possibilità per il Procuratore Nazionale Antimafia di avvalersi di un nucleo di polizia penitenziaria per l’acquisizione, l’analisi e l’elaborazione delle informazioni acquisite in ambito carcerario; prevede l’utilizzo dei braccialetti elettronici anche per i reati di maltrattamenti contro familiari o conviventi e stalking; introduce l’obbligo per gli esercenti delle attività di autonoleggio di veicoli senza conducente di comunicare i dati identificativi dei clienti ai fini della prevenzione del terrorismo; estende la sperimentazione del Taser anche ai vigili urbani di tutti i Comuni capoluogo di provincia e consente al Ministero dell'Interno di ampliare ulteriormente la platea tenendo in considerazione una serie di parametri (caratteristiche socioeconomiche, classe demografica, afflusso turistico e indici di delittuosità).

 

Fabiana Nacci