Cultura

Nuova Politica, l’archivio che riporta alla luce i giovani Dc

19
Dicembre 2025
Di Ilaria Donatio

Sembra una nota a piè di pagina della storia politica italiana, e invece racconta molto più di quanto appaia. Nella sala Nassirya del Senato, nel primo pomeriggio, va in scena la presentazione dell’archivio digitale di “Nuova Politica”, la rivista dei giovani della Democrazia cristiana che ha accompagnato gli ultimi anni del partito, dal 1984 al 1992. Un’iniziativa che, più che un’operazione nostalgica, si propone come recupero di un pezzo di memoria politica e culturale rimasto a lungo ai margini del racconto ufficiale.

A sottolinearlo è stato Dario Franceschini, senatore del Pd e presidente della Giunta per le Immunità di Palazzo Madama, intervenendo alla presentazione. “Di ‘Nuova Politica’ non si trova traccia nemmeno su Wikipedia. Eppure, su quel mensile, si trova la firma di giornalisti professionisti che hanno fatto molta strada”. Una constatazione che dice molto del destino di quella esperienza editoriale, nata come rivista dei giovani Dc ma utilizzata, come ha ricordato Franceschini, “come forum di idee ma anche per costruire legami più solidi fra di noi”.

L’archivio digitale restituisce oggi un patrimonio che va oltre la semplice cronistoria. I contenuti della rivista, ha spiegato Franceschini, erano tutt’altro che marginali: interviste, riflessioni, prese di posizione che intercettavano i nodi più sensibili della fase finale della Prima Repubblica. “Ricordo un’intervista ai Br pentiti, a Zaccagnini. Che tutto questo sia reperibile e consultabile sulla rete è un passo molto importante”, ha aggiunto, rivendicando il valore pubblico dell’operazione.

A introdurre l’iniziativa è stato Roberto Di Giovanpaolo, ex senatore del Pd, che ha voluto subito chiarire il senso dell’incontro. “Non è una riunione dei combattenti-reduci”, ha detto, riferendosi alla cosiddetta “quinta generazione” della Democrazia cristiana, quella che ha attraversato la fine del partito e la transizione verso nuovi assetti politici. Piuttosto, l’obiettivo dichiarato è quello di riaprire un cantiere di idee, partendo da materiali che raccontano la formazione di una classe dirigente e il suo modo di interrogarsi sul Paese.

Non a caso, Di Giovanpaolo ha annunciato anche il deposito della nuova testata “Nuova Politica.it”. L’idea è “vivificarla tirando fuori le tante cose della classe dirigente di questo Paese”, ha spiegato, evocando una continuità ideale più che organizzativa con l’esperienza originale. Un tentativo di riportare in circolo riflessioni, linguaggi e domande che hanno segnato una stagione politica complessa, e che oggi tornano accessibili grazie alla digitalizzazione dell’archivio.

Nel complesso, la presentazione al Senato ha avuto il tono misurato di chi sa che il passato non si replica, ma può ancora essere interrogato. In un tempo in cui la memoria politica tende a ridursi a slogan o a rimozione selettiva, l’operazione su “Nuova Politica” prova a colmare un vuoto, restituendo visibilità a un laboratorio di idee che ha accompagnato la fine della Dc e, in filigrana, la nascita di molte traiettorie successive della politica italiana.