Economia
Manager Reputation, Pier Silvio in testa col vento della trimestrale
Di Lorenzo Berna
Negli aggiornamenti più recenti della classifica Top Manager Reputation, l’osservatorio realizzato da Reputation Manager, a guidare la graduatoria di novembre è Pier Silvio Berlusconi. Il dato emerge chiaramente anche dal commento pubblicato da Andrea Barchiesi, fondatore e Ceo di Reputation Manger, che sul suo profilo LinkedIn riassume così la situazione: «Si conferma al primo posto Pier Silvio Berlusconi con Mediaset che nei nove mesi vede l’utile raddoppiare».
È una frase secca, ma racconta bene il momento del gruppo: performance economiche solide, visibilità mediatica costante e una serie di scelte che stanno restituendo centralità al settore televisivo in un anno dominato più spesso dalla finanza o dall’energia. Il risultato non sorprende chi segue da vicino il mercato, ma dà il segno di una leadership che, almeno sul piano reputazionale, continua a essere riconosciuta.
Subito dopo si colloca Andrea Orcel, che secondo la rilevazione di Reputation Manager continua a guadagnare terreno grazie ai risultati di UniCredit, sempre più presenti nel dibattito economico internazionale. Il commento di Barchiesi, in questo caso implicito, trova riscontro nei dati della stessa classifica: il settore bancario resta uno dei più sensibili in termini di reputazione, e un trimestre sopra le aspettative può spostare rapidamente la percezione pubblica.
Sul podio compare poi Claudio Descalzi, figura ormai stabile nella parte alta della graduatoria. Il suo nome non è citato direttamente da Barchiesi nel post, ma la fotografia generale che lui condivide rimanda anche alla continuità con cui il vertice di Eni mantiene una reputazione forte in un contesto energetico complesso, fatto di transizione, nuove alleanze e instabilità geopolitiche.
Ciò che colpisce, osservando il dato complessivo, è come la classifica di Reputation Manager non fotografi soltanto i risultati economici, ma la costruzione quotidiana della presenza pubblica dei manager: l’esposizione, la narrazione, la coerenza, la capacità di far percepire direzione e solidità. Non è un caso che il post di Barchiesi non si dilunghi in analisi: si limita a riportare i nomi e il nuovo equilibrio del mese, lasciando che a parlare siano la posizione in classifica e l’andamento delle aziende.
Il quadro che ne emerge è quello di un’Italia manageriale che si muove per scosse: un trimestre cambia la traiettoria, un annuncio influenza l’immaginario, una buona comunicazione amplifica le decisioni. E così la reputazione, misurata mese dopo mese da Reputation Manager, diventa un indice sempre più interessante da osservare: non solo per capire chi sta performando meglio, ma per intuire quali settori, quali stili di leadership e quali narrazioni riescono davvero a incidere sulla percezione collettiva.





