Economia

Gioco pubblico, l’Italia si confronta con l’Europa

20
Novembre 2025
Di Ilaria Donatio

Alla Sala Capranichetta, a pochi passi da Montecitorio, si è svolto l’incontro promosso da SWG e Formiche dedicato alle “regole del gioco” nel settore del gioco pubblico. Un appuntamento che ha riunito istituzioni, esperti e operatori per discutere i risultati della nuova ricerca dell’Osservatorio “Giocare da grandi” e per confrontarsi sull’evoluzione del comparto tra libertà individuale, tutela della salute e responsabilità pubblica.

La presentazione di SWG ha offerto il quadro più nitido dell’intero convegno: un’Europa spaccata e un’Italia che vive il gioco con vincita in denaro in una tensione continua tra attrazione e paura. Quasi la metà degli europei associa il gioco a un’esperienza positiva, mentre uno su quattro lo considera un pericolo; e gli italiani, più di altri, chiedono che la tutela della salute prevalga sulla libertà personale, con il 67 per cento che chiede un approccio più protettivo a livello comunitario.

Ma il dato più rilevante riguarda la ludopatia: la grande maggioranza degli europei non ritiene che il proprio Paese sia in grado di contrastarla efficacemente, e in Italia questa sfiducia sale al 77 per cento. È un segnale che pesa sulle politiche pubbliche e che trova ulteriore conferma nell’analisi psicometrica condotta da SWG su migliaia di giocatori italiani.

Attraverso strumenti come il PGSI, la Positive Play Scale e l’Implicit Association Test, la ricerca mostra una realtà complessa: un rischio generale basso, ma una consapevolezza altrettanto bassa in un segmento rilevante dei giocatori. E soprattutto un dato che ha colpito: più della metà dei giocatori italiani manifesta una dissociazione tra ciò che pensa e ciò che sente rispetto al gioco, con un’incoerenza tra atteggiamenti espliciti e impliciti che può alimentare comportamenti a rischio.

È in questo contesto che Riccardo Grassi, direttore di ricerca SWG, ha guidato la discussione, evidenziando come il nodo centrale non sia soltanto normativo, ma culturale e psicologico: il gioco è percepito in modo contraddittorio, e questa ambivalenza incide più di qualsiasi regolamentazione.


Su questo scenario si innesta la voce degli operatori. Armando Iaccarino, presidente del Centro Studi As.tro, legge nei numeri un settore che si prepara a un anno complesso, diviso tra rischi di percezione pubblica e opportunità tecnologiche. La distanza tra realtà e narrazione, dice, resta una delle criticità maggiori per chi lavora sul territorio.

Dal fronte dei punti fisici arriva la valutazione di Emilio Zamparelli, presidente nazionale del Sindacato Totoricevitori Sportivi. Le abitudini cambiano, soprattutto nei giovani, e questo richiede un adattamento continuo degli esercizi, chiamati a ricoprire un ruolo sempre più orientato alla tutela e all’informazione.

La prospettiva degli esercenti è affidata a Emmanuele Cangianelli, presidente EGP FIPE, che sottolinea l’importanza di regole coerenti e stabili. Per gli operatori il nodo non è soltanto economico: la domanda crescente è quella di un quadro che consenta di conciliare sostenibilità, controlli e rapporto responsabile con i clienti.

Il passaggio successivo riguarda il tema della sostenibilità: quali leve del cambiamento muovere per rendere il comparto sempre più sostenibile? Laura D’Angeli – esperta nel settore del gaming – richiama l’attenzione sulle leve capaci di orientare un cambiamento culturale: consapevolezza, educazione e capacità di riconoscere per tempo i segnali che distinguono il gioco ricreativo dai comportamenti a rischio.

Nella parte finale, il confronto istituzionale apre la prospettiva parlamentare. Alessandro Cattaneo, della Commissione Trasporti della Camera, insiste sulla necessità di una regia più forte e di un coordinamento che tenga conto degli standard europei.

Sul nodo fiscale interviene Guerino Testa, Commissione Finanze della Camera, che richiama l’attenzione sul bilanciamento tra libertà individuale e responsabilità pubblica nella futura riforma del settore, con l’aggiornamento degli strumenti concessori e regolatori come primo tassello.

Andrea de Bertoldi, anche lui in Commissione Finanze, affronta il tema del gettito e degli impatti sociali, ricordando che il riordino delle concessioni richiede un equilibrio che sia allo stesso tempo tecnico e politico, senza scorciatoie.

Infine, la senatrice Elena Murelli, Capogruppo in Commissione Affari Sociali, riporta al centro la tutela dei consumatori. Le misure più efficaci, sostiene, sono quelle capaci di unire prevenzione, formazione e un linguaggio che i cittadini possano davvero riconoscere.

Dal confronto emerge un quadro complesso ma nitido: il gioco pubblico non è più solo una questione di mercato o di costume, ma un tema europeo che coinvolge salute, libertà, tecnologia e responsabilità condivise. Le nuove rilevazioni di SWG mostrano un Paese più consapevole e un’Europa divisa, mentre operatori e istituzioni si interrogano su quale deve essere, oggi, la vera regola del gioco.

Riprese e montaggio a cura di Simone Zivillica