Innovazione

Omnibus digitale: l’UE accelera verso un mercato più semplice e competitivo

20
Novembre 2025
Di Virginia Caimmi

L’Europa lo aveva promesso, ha lavorato per raggiungerlo e, ieri, ci è – forse – riuscita. Con la presentazione del pacchetto digitale di semplificazione Omnibus, la Commissione europea ha compiuto un passo decisivo verso un quadro digitale più snello, coerente ed efficace, capace di generare miliardi di risparmi una tantum e di sostenere un’economia più competitiva. Tra le misure annunciate figurano nuove linee guida per l’attuazione del Data Act, con modelli contrattuali per l’accesso e l’uso dei dati e clausole standard per i contratti cloud, strumenti pensati per agevolare la conformità normativa. L’apertura di dataset di alta qualità e aggiornati promette inoltre di rafforzare le imprese europee dell’intelligenza artificiale, alimentandone il potenziale innovativo.

La Strategia per l’Unione dei Dati amplia questa visione. Prevede la creazione di nuovi data lab per favorire la disponibilità di dati, un helpdesk giuridico dedicato al Data Act e un approccio internazionale più strategico, con strumenti anti-fuga, misure a tutela dei dati non personali sensibili e linee guida per garantire un trattamento equo dei dati europei all’estero. L’obiettivo è aumentare le opportunità aperte dall’economia dei dati, rafforzando al contempo la sovranità digitale dell’Unione.

La proposta di un Portafoglio Digitale europeo per le Imprese introduce invece uno strumento unico che consentirà ad aziende e amministrazioni pubbliche di firmare, marcare temporalmente documenti, creare e conservare certificati verificati, scambiare informazioni e comunicare in modo sicuro in tutti i 27 Stati membri. Misura che, in caso di ampia adozione, annuncia risparmi fino a 150 miliardi di euro l’anno. Avviata inoltre una consultazione pubblica che resterà aperta fino all’11 marzo 2026, mentre l’adozione dello strumento è prevista nel primo trimestre del 2027.

Queste iniziative costituiscono la prima fase di una più ampia agenda di semplificazione digitale. Le proposte legislative passeranno ora all’esame del Parlamento europeo e del Consiglio, mentre la Commissione ha presentato anche il Digital Fitness Check, che valuterà l’impatto complessivo delle norme digitali su competitività, diritti fondamentali e coerenza regolatoria. Anche questa consultazione rimarrà aperta fino all’11 marzo 2026. Il programma complessivo mira a ridurre gli oneri amministrativi del 25%, e del 35% per le PMI, entro il 2029, segnando la più ampia operazione di snellimento normativo mai avviata dall’Unione.

Lo scorso 18 novembre, il Comitato europeo per i servizi digitali si è riunito a Bruxelles per discutere il ruolo del Digital Services Act nella lotta alle violazioni della proprietà intellettuale. Ha approvato il piano di lavoro per i prossimi 13 mesi, pubblicato un rapporto sui rischi sistemici ricorrenti elaborato insieme alla Commissione e avviato un’iniziativa coordinata contro frodi e truffe online.

Parallelamente, la Commissione ha presentato l’Agenda europea dei Consumatori 2030, che inaugura una nuova fase di tutela nel mercato unico con particolare attenzione ai minori. Il documento introduce una stretta sulle interfacce manipolative, sui design ingannevoli e sui contenuti pensati per creare dipendenza, oltre a misure dirette a contrastare le forme di promozione opache, incluse quelle legate agli influencer, e la diffusione di prodotti non sicuri provenienti dall’estero. L’agenda contempla inoltre la possibile creazione di un’autorità europea di vigilanza sui prodotti e una centralizzazione dei poteri d’intervento nei casi più gravi. Le priorità includono il completamento del mercato unico per i consumatori, la correttezza online, il consumo sostenibile e un’applicazione delle regole più rigorosa e uniforme.

Il commissario Valdis Dombrovskis ha ricordato che ridurre la burocrazia e colmare il divario di innovazione sono elementi cruciali per la produttività europea: il Digital Omnibus rappresenta un primo passo, mentre il Digital Fitness Check guiderà le successive evoluzioni. Anche la nuova Strategia per l’Unione dei Dati, presentata nel contesto del pacchetto digitale, si inserisce in questo percorso, aumentando la disponibilità di dati per l’AI e garantendo coerenza con le norme su cybersecurity e AI Act.

Figlie dell’impulso dei Report Draghi e Letta, queste iniziative tracciano, nel loro insieme,  l’itinerario verso una regolazione digitale più semplice, proporzionata e realmente orientata alla crescita. L’Europa ha promesso, ha lavorato e, ieri, ha – forse – mantenuto. Tuttavia mentre il processo legislativo si apre al confronto pubblico e istituzionale, resta una domanda sospesa sul futuro digitale del continente: siamo davvero all’alba di un’Europa digitale meno burocratica, più unita e finalmente all’altezza delle proprie ambizioni tecnologiche?