Cultura
Giuli: firmato un decreto interministeriale per destinare oltre 100 milioni a favore del fondo per il cinema
Di Giuliana Mastri
«Ho appena firmato un decreto interministeriale per destinare oltre 100 milioni di euro a favore del fondo per il cinema e l’audiovisivo. Si tratta di somme inutilizzate dal 2022 – un’ulteriore parte delle quali resterà esigibile per l’anno 2026 – e che con questo decreto vengono reindirizzate al rifinanziamento del fondo».
Così il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, in una nota. Il ministro ha proseguito: «Nelle condizioni date, malgrado i necessari e consistenti tagli previsti in legge di bilancio, dopo aver reso più trasparenti e virtuose le procedure di accesso al Tax credit; dopo aver prosciugato le zone d’ombra e di arbitrio in cui pochi spregiudicati si arricchivano alle spalle dei numerosi lavoratori del settore; oggi il Ministero della Cultura viene incontro alla catena del valore cinematografico confermandole risorse e fiducia: dalle maestranze ai produttori passando per tecnici, sceneggiatori, registi e così via. È un atto di responsabilità collettiva, in attesa della controfirma del Mef, che si accompagna al lavoro in corso sul Codice dello spettacolo e che si aggiunge al cuore della missione del Mic: tutela, conservazione e valorizzazione dei beni culturali, mai come adesso al centro della nostra attenzione e presto destinatarie di altri finanziamenti straordinari».
Così facendo Alessandro Giuli intende sottolineare la convinzione, già espressa più volte, secondo cui l’operazione fatta sulle agevolazioni per il cinema non avrebbe scalfito le capacità di supporto della sua struttura al settore. La riforma del tax credit voluta da Alessandro Giuli riduce le aliquote massime dal 40% al 30%, introduce tetti di spesa più rigidi (fino a 50 milioni l’anno per singolo beneficiario) e un sistema di punteggi basato su criteri culturali, occupazionali e di sostenibilità. Vengono potenziati i controlli preventivi e a consuntivo, con la revisione dei parametri di eleggibilità per garantire l’effettivo impiego delle risorse nel settore audiovisivo.
Stando ai dati del monitoraggio interno del ministero della Cultura, nei mesi successivi al correttivo si è registrata una riduzione del 15% delle domande e un incremento del 20% nei progetti con maggiore impatto occupazionale.
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